Generali Ass.: Caltagirone e lo short sintetico nella sua quota (Mi.Fi.)
30 Maggio 2022 - 8:58AM
MF Dow Jones (Italiano)
Qualcuno ha azzardato un paragone calcistico alla decisione di
Francesco Gaetano Caltagirone di dimettersi dal cda delle Generali
28 soli giorni dopo essere stato eletto. Un'analogia con
l'abitudine dei calciatori che perdono una finale importante e
nella premiazione ricevono al collo la medaglia del secondo
classificato, per poi togliersela pochi secondi dopo.
La notizia del passo indietro aggiunge un altro tassello al
clima pesante in cui si sono svolti finora i lavori del nuovo
board. I tre consiglieri di minoranza, appunto Caltagirone, Flavio
Cattaneo e Marina Brogi, non hanno infatti votato a favore
dell'attribuzione delle deleghe all'a.d. Philippe Donnet,
rifiutando anche una prima apertura a una vicepresidenza alla
professoressa Brogi. La spaccatura, che molti considerano la reale
motivazione delle dimissioni di Caltagirone, è legata al nuovo
assetto di governance emerso nel corso della riunione del 12
maggio, che non prevedeva quel comitato per le operazioni
strategiche fortemente invocato da Caltagirone. Operazioni che
invece sarebbero state direttamente discusse e approvate nel plenum
del cda.
Questa decisione ha provocato il rifiuto dei consiglieri di
minoranza a entrare nei comitati interni previsti, ribadendo la
necessità di creare un comitato endoconsiliare per esaminare
preliminarmente eventuali operazioni a valore strategico. A quel
punto, il cda ha incaricato il comitato per le Nomine e la
Corporate Governance «di predisporre una proposta in merito, alla
luce del benchmark di mercato». Tale organo è formato dal
presidente Andrea Sironi e dai consiglieri Clara Furse, Diva
Moriani e Luisa Torchia. Secondo un'anticipazione di MF-Milano
Finanza del 25 maggio, si starebbe guardando al modello francese e
in particolare di Axa, in cui esiste un comitato per istruire le
operazioni di M&A ma al contempo è data un'ampia delega in
autonomia all'a.d. per operazioni fino a un certa soglia. Tentativo
di mediazione evidentemente non apprezzato da Caltagirone. È venuto
quindi meno il tentativo di mediazione annunciato subito alla sua
nomina dal presidente Sironi: l'unico squarcio di sole in un clima
da inverno scandinavo è stata l'approvazione unanime della
trimestrale.
Lunedì 30 (oggi, ndr) è prevista la convocazione del comitato
nomine di Generali, appunto in esecuzione del mandato. Si vedrà. Ma
il mercato, scettico per definizione, ha interpretato in un altro
modo le dimissioni di Caltagirone, ovvero come prodromo di una
cessione delle sua quota. E ipotizzando l'arrivo di molte azioni in
vendita, lo stesso giorno il titolo ha chiuso a -2%. Dal quartier
generale di Caltagirone è stato reso noto informalmente che la
quota resta strategica e non ci sono ipotesi di dismissione. Un
elemento in più per comprendere l'accaduto è contenuto in un
documento del 28 marzo scorso, un prospetto informativo di
sollecitazione di deleghe di voto presentato dalla VM2006, una srl
del gruppo Caltagirone, in vista dell'assemblea Generali. La
società dichiarava di avere il 2,562% del capitale ma a pagina 10
del prospetto, il promotore dichiarava di avere in proprio e
tramite altre società del gruppo «contratti derivati che
conferiscono allo stesso il diritto o la discrezionalità di vendere
azioni ordinarie dell'Emittente (le Generali), tramite consegna
fisica».
Questi derivati riguardano 39,5 milioni di azioni Generali,
circa il 2,5% del capitale. In pratica, gli operatori dell'ex
consigliere hanno montato attraverso delle opzioni dei cosiddetti
short sintetici, con scadenza 17 giugno 2022. È possibile che essi
si limitino al 2,5%, ma sul mercato il numero di contratti aperti
su scadenza giugno (cosiddetti open interest) risulta essere
maggiore: circa altri 10 milioni di titoli. Non è dato sapere però
quale sia la paternità di questi strumenti. Che cos'è uno short
sintetico? Si realizza quando viene venduta una call (opzione
d'acquisto di un titolo) esercitabile a un prezzo (cosiddetto
strike) di N euro e si acquista contemporaneamente una put (diritto
di vendere lo stesso titolo) con lo stesso prezzo strike N della
call. Alla scadenza delle opzioni (o anche prima, se le opzioni
sono del tipo americano) si andranno a vendere titoli al prezzo
strike prescelto. Se il titolo dovesse essere più alto rispetto
allo strike, si verrà esercitati sulla call corta e si andranno a
vendere titoli al prezzo strike N. Se il titolo dovesse essere più
basso, si eserciterà la put lunga e si venderanno titoli al prezzo
strike N. In pratica, possedendo titoli e montando uno short
sintetico, si decide già il prezzo e la data di uscita dalla
posizione, rimanendo assolutamente neutrali dal punto di vista
delle fluttuazioni del prezzo dell'azione sottostante. Ora,
un'operazione del genere con scadenza a metà di giugno è
giuridicamente diversa ma filosoficamente affine a quella decisa di
Mediobanca per aumentare il peso in Generali, ovvero il ricorso a
un prestito titoli sul mercato con annesso diritto di voto, con
scadenza del prestito poco dopo la data d'assemblea.
Questo prestito titoli è stato duramente contestato eticamente e
giuridicamente da Caltagirone, con tanto di ricorso all'autorità di
controllo, ma senza esito. Verosimilmente per fine giugno anche
parte della posizione azionaria di Caltagirone dovrà essere
smontata, a meno che, come si dice in gergo, non venga «rollata»,
posticipando le date di scadenza. Possibile ma tecnicamente,
secondo gli esperti di mercato, abbastanza complicato. Secondo le
regole che normano le transazioni condotte da chi ha un ruolo
ufficiale nelle società quotate - inclusi quindi i consiglieri -
l'acquisto o la vendita anche di una sola azione deve essere
comunicato al mercato. Viceversa, da semplici soci, si può non
comunicare alcunché al mercato fino a quando non si superano o si
scende al di sotto di soglie previste da Consob. Il consigliere
Caltagirone, nel caso di smontaggio dei contratti derivati, avrebbe
dovuto comunicare a tutti la diminuzione della quota, mentre da
semplice socio potrà non dir nulla fino a quando non scenderà sotto
al 5% di Generali, dal suo attuale 9,95%.
fch
(END) Dow Jones Newswires
May 30, 2022 02:43 ET (06:43 GMT)
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