Il cda di B.Mps chiamato a mettere a punto il prospetto dell'aumento di capitale da 2,5 mld, a esercitare la delega e a fissare il prezzo di emissione delle nuove azioni è in corso. E le trattative con il consorzio di garanzia delle banche sono in dirittura d'arrivo con la firma che potrebbe già avvenire in serata. E' quanto spiegano fonti a MF- DowJones.

Anima Holding riunirà il consiglio di amministrazione domani sera per dare il via libera alla partecipazione all'aumento di capitale di B.Mps per un ammontare che dovrebbe aggirarsi intorno ai 25 milioni di euro. La società avrebbe riposto a una richiesta di aiuto giunta in extremis da Rocca Salimbeni e avrebbe deciso di partecipare all'operazione, sebbene con una quota di molto inferiore rispetto a quella ipotizzata all'inizio (fino a 200 mln). La decisione di portare il dossier in cda sarebbe stata presa in virtù della partnership commerciale che lega le due società da 12 anni e che durerà altri 8 anni in base al contratto in essere. Non sarebbe invece stata raggiunta nessuna intesa circa l'estensione degli accordi commerciali.

Si respira, insomma, un maggior ottimismo sull'aumento di capitale da 2,5 miliardi. Si stanno formalizzando gli impegni di pre-underwriting da parte degli investitori privati. Le cifre ora tornano: i privati sarebbero disposti a coprire (sommando gli impegni) circa 450 milioni di euro dei 900 milioni complessivi a carico del mercato (occorre ricordare che 1,6 miliardi di euro sono già coperti dal Mef, primo azionista di Mps col 64%).

Il lavoro fatto pancia a terra dalle banche del consorzio di garanzia,

dagli advisor e dal Monte dovrebbe dare i suoi frutti. Le banche garanti,

come anticipato, sarebbero disposte a coprire fino a 450 mln di inoptato.

I nomi sono quelli circolati nei giorni scorsi. A partire da Axa, partner nella bancassurance dal 2007, che potrebbe sottoscrivere azioni fino a 150 milioni. Schierati anche i fondi di investimento, come Algebris capitanata da Davide Serra che dovrebbe contribuire per 50 milioni, o Hosking Partners (vecchia conoscenza del ceo del Monte Luigi Lovaglio) sino a imprenditori vicini all'ad come Denis Dumont, ex azionista di riferimento del Credito Valtellinese che investì nell'aumento dell'ex popolare quando Lovaglio era al timone. Altri player coinvolti nelle negoziazioni, da Pimco a BlueBay Asset Management, sono esposti in maniera non marginale ai bond subordinati della banca e potrebbero quindi trovare conveniente partecipare all'operazione. Inoltre, secondo indiscrezioni, le fondazioni toscane sono disposte a supportare la banca con circa 30 milioni di euro. "Sono investitori stabili, hanno una certa attenzione alla diversificazione e può darsi che qualche fondazione possa avere questo interesse diretto", aveva anticipato a MF-DowJones il presidente dell'Acri, Francesco Profumo.

Il presidente di Unipol, Carlo Cimbri, stamani ha escluso che il Tesoro

abbia contattato la sua compagnia per sondare una eventuale partecipazione all'aumento di capitale di B.Mps. "No", ha tagliato corto il manager giungendo al convegno Corporate Governance Conference. Alla domanda se neppure Bper sia stata chiamata in causa, Cimbri ha replicato: "Chiedete a loro".

L'aumento dovrebbe quindi chiudersi il 12 novembre. Parte delle risorse Mps devono finanziare i 3.500 esuberi entro fine anno. Nel dettaglio, dal 2023, se l'operazione andrà in porto, la banca avrebbe 270 mln di costi in meno e riuscirebbe quindi a ottenere un risultato operativo in un'area confortevole al pari di altri competitor. L'operazione - per questi motivi e come concordato con la Ue - deve essere fatta entro il 30 novembre. Da qui l'urgenza.

cce

MF-DJ NEWS

1218:08 ott 2022

 

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October 12, 2022 12:09 ET (16:09 GMT)

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