WALL STREET: in lieve rialzo, attesa per trimestrali e Fomc
29 Aprile 2019 - 5:19PM
MF Dow Jones (Italiano)
Wall Street prosegue in lieve rialzo, con l'indice S&P 500
che ha segnato nuovi massimi storici intraday dopo la pubblicazione
del deflatore Usa relativo ai consumi di marzo, delle spese e dei
redditi personali.
Gli investitori rimangono poi in attesa di numerose trimestrali
e della riunione del Fomc, braccio operativo della Fed, di
mercoledì che potrebbe aiutare gli investitori a confermare o
dissipare i recenti timori sul rallentamento dell'economia
globale.
Il Dow Jones guadagna lo 0,02%, l'S&P 500 lo 0,15% e il
Nasdaq Composite lo 0,21%. Sia il listino tecnologico sia quello
delle 500 società principali hanno aggiornato più volte il massimo
storico intraday durante la seduta.
Questa settimana un totale di 164 societá quotate sull'indice
S&P 500 riporterá i risultati trimestrali, tra cui Alphabet,
General Electric, Pfizer e General Motors. Il primo trimestre "è
stato molto sfidante in termini di confronto con un anno fa, quando
le societá hanno potuto avvantaggiarsi del nuovo tasso di
imposizione fiscale", commenta David Kelly di JPMorgan Funds,
riferendosi alla riforma portata avanti dall'amministrazione Trump
nel 2017. Tuttavia, Kelly si attende che la crescita dei profitti
su base annuale si mantenga positiva per l'intero 2019. Delle 231
societá che hanno giá riportato i conti, il 77,5% ha superato le
attese secondo i dati di Refinitiv.
Le spese personali per consumi negli Usa sono salite dello 0,9%
a livello mensile a marzo, superando il consenso degli economisti
(+0,6% m/m). Il deflatore dei consumi, ovvero l'indice prezzi spese
consumi personali, è salito dello 0,2% su base mensile ed è
aumentato dell'1,5% a/a. La componente core, sempre a marzo, è
rimasta invariata su base mensile ed è salita dell'1,6% a/a. Infine
i redditi personali sono saliti dello 0,1% m/m a marzo.
I dati di marzo hanno evidenziato la crescita mensile piú forte
dei consumi personali delle famiglie americana dall'agosto 2009,
con una salita congiunturale dello 0,9%. Meno positiva la dinamica
dei redditi, aumentati solo dello 0,1% nello stesso mese rispetto a
febbraio.
Il dato sulle spese personali negli Stati Uniti sono salite nel
mese di marzo, battendo le aspettative del consenso, ma la Federal
Reserve potrebbe continuare a temere le ripercussioni
dell'indebolimento dell'inflazione core, scivolata all'1,6%,
afferma Andrew Hunter di Capital Economics. "Questa debole
performance rafforzerá le preoccupazioni di diversi banchieri
centrali sul fatto che l'inflazione sia ancora troppo bassa
rispetto al target del 2% fissato dall'Istituto", prosegue
l'esperto evidenziando come, "se il rallentamento della crescita
dovesse effettivamente verificarsi nel corso dell'anno, la Fed
potrebbe prendere seriamente in considerazione tagli dei tassi
d'interesse nel breve periodo".
La scorsa settimana, l'S&P 500 e il Nasdaq Composite hanno
registrato nuovi record di chiusura dopo che alcune trimestrali
societarie hanno battuto il consenso degli economisti e risollevato
il sentiment di mercato e oggi il listino dei primi 500 titoli del
Nyse ha aggiornato il massimo storico intraday sopra i 2.950,00
punti.
Sul fronte macroeconomico, la settimana sará ricca di dati
chiave dagli Stati Uniti, dalla Cina e dall'Eurozona. Gli operatori
rimangono inoltre in attesa di ulteriori sviluppi nelle trattative
commerciali tra Stati Uniti e Cina, con la delegazione Usa che
arriverá domani a Pechino.
Sul fronte di politica monetaria, la Federal Reserve dovrebbe
mantenere il percorso di politica invariato dopo che la crescita
del Pil oltre le aspettative non è coincisa con un incremento
dell'inflazione. "Stiamo prezzando un taglio dei tassi d'interesse
prima della fine dell'anno ed è la prima volta nella storia, vista
l'assenza di segnali di recessione", afferma Zhiwei Ren di Penn
Mutual Asset Management. "Non abbiamo mai assistito a questo tipo
di divergenza tra un'economia così solida e i timori della Fed che
si verifichi lo stesso scenario dell'economia giapponese, colpita
dalle pressioni deflazionistiche", prosegue l'analista. "I dati
macroeconomici europei e cinesi di questa settimana potrebbero
essere l'ennesima riprova del fatto che i timori di una recessione
nel primo trimestre sono esagerati", sottolinea poi Carsten Brzeski
di Ing.
Sul valutario, il cross euro/usd tratta a 1,1166, mentre
sull'obbligazionario il Treasury biennale scambia con un rendimento
del 2,282% e il decennale del 2,525%.
ele/voc/lus
(END) Dow Jones Newswires
April 29, 2019 11:04 ET (15:04 GMT)
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