La moda si apre alle criptovalute. Anche l'industria del lusso sta seguendo sempre più velocemente l'evoluzione tecnologica, entrando nel mondo rivoluzionario della crittografia, della blockchain, degli Nft, del Metaverse e, ora, anche delle crypto. Il pioniere in questo senso è stato Hublot, brand di orologi che fa capo a Lvmh, in tempi non sospetti. Per celebrare i 10 anni di Bitcoin, nel 2018 aveva lanciato un orologio in edizione limitata acquistabile solo con la moneta digitale. Poi è stato il turno di Philipp Plein, che dallo scorso agosto ha dato il via libera ai pagamenti in 15 forme di criptovalute, tra cui Bitcoin ed Ethereum.

A fine marzo scorso Off-white, brand fondato dallo stilista Virgil Abloh, ha annunciato che i suoi flagship store di Parigi, Londra e Milano accetteranno pagamenti in cyipto (vedere MFF del 31 marzo 2022). Ma il grande passo avanti è stato fatto da Gucci: la griffe di punta del colosso Kering ha iniziato ad accettare in via definitiva i pagamenti in cripotovalute (vedere MFF del 6 maggio 2022). Si tratta della prima maison di un colosso di settore a sdoganare i pregiudizi nei confronti delle criptocurrency. Il programma pilota, lanciato a maggio, è attivo in un numero limitato di negozi: Gucci Wooster a New York, Rodeo Drive a Los Angeles, Miami Design District, Phipps Plaza ad Atlanta e The Shops at Crystals a Las Vegas. Nei prossimi mesi dovrebbe poi essere esteso a tutte le boutique a gestione diretta in Nord America.

«Credo si debba partire un po' da lontano, riconoscendo che la moda si basa da sempre su di una lettura del cosidetto zeitgeist», ha spiegato a MFF Marco Ruffa, esperto di settore e head of fashion di Luxochain. «Mai come oggi lo spirito del tempo è arrivato a includere una forma di rivoluzione nel mercato valutario e finanziario». Il mercato retail di piccoli risparmiatori e investitori è particolarmente sensibile al tema crypto e oggi particolarmente sottoposto a sollecitazioni. D'altra parte, ha evidenziato Ruffa, si deve considerare che la clientela target dei brand del lusso ha sicuramente diversificato il proprio portafoglio acquistando criptovalute o facendo investimenti nel mondo Nft. Ciò comunque ha portato a incrementare notevolmente il numero complessivo di crypto wallet attivi.

«Da non trascurare inoltre l'esercito dei nuovi criptomilionari, ovvero nerd e appassionati di tecnologia che anni fa hanno fatto la propria scommessa e oggi si ritrovano capitali di tutto rispetto che gli consentono di poter soddisfare un crescente bisogno di acquisto di beni e servizi di lusso», ha chiarito. L'insieme di questi due fenomeni è chiaro che trovi un punto di convergenza nelle boutique delle griffe più rinomate. «Non a caso sono stati scelti mercati e città molto specifiche sia da Philip Plein (anticipatore) che da Gucci», ha fatto notare l'esperto.

I due marchi si sono concentrati laddove grazie all'economia dei dati è possibile identificare una maggior presenza di clienti con potenziale da esprimere grazie a un sistema di pagamenti nativo in criptovaluta. «Il pagamento diretto wallet to brand ha il vantaggio per i possessori di crypto di alleggerire la liquidità e al tempo stesso non comporta all'utente l'onerosa conversione verso monete fiat, ovvero euro o dollari per capirci», ha spiegato.

lde

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0108:53 giu 2022

 

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