(di Simon Perrin, Responsible Investment Specialist di Mirabaud Am)

Neanche tre anni fa, gli Stati Uniti sono usciti dall'Accordo sul clima di Parigi e la politica energetica del Paese ha messo al centro lo sfruttamento dei combustibili fossili. Da allora abbiamo assistito a un cambiamento deciso, con la firma da parte del Congresso degli Stati Uniti dell'Inflation Reduction Act (Ira) lo scorso agosto.

Per molti osservatori, questa legge, che prevede una spesa di circa 370 miliardi di dollari in tecnologie verdi, rappresenta un grande successo politico interno per l'amministrazione Biden, un'enorme spinta all'economia e, soprattutto, una rivoluzione nella lotta al cambiamento climatico. A livello europeo, molti leader hanno criticato gli effetti protezionistici dell'Ira, ma la Commissione europea non è da meno e sta preparando la sua risposta, con il Green Deal europeo.

L'Ira è un pacchetto legislativo multimiliardario che mira a "rendere più verde" e a far crescere l'economia statunitense, ancora fortemente dipendente dai combustibili fossili, fornendo sussidi e agevolazioni fiscali all'industria delle tecnologie pulite. Oltre all'aspetto climatico, che sta suscitando scalpore vista l'entità del bilancio, la legislazione mira anche a ridurre il deficit degli Stati Uniti introducendo una nuova tassa sui profitti delle aziende statunitensi (15%) e rafforzando il sistema di sicurezza sociale attraverso una riduzione dei prezzi dei farmaci.

Il pacchetto clima, per un totale di quasi 370 miliardi di dollari, fornirà alle aziende statunitensi impegnate nelle tecnologie verdi crediti d'imposta sugli investimenti e sulla produzione. Le principali aree interessate comprendono, tra le altre, le energie rinnovabili, l'energia nucleare, i veicoli elettrici, le batterie, la produzione di idrogeno verde, l'efficienza energetica negli edifici, la cattura di anidride carbonica e i biocarburanti. Con l'Ira, gli Stati Uniti stanno mettendo in atto l'Accordo di Parigi, riducendo drasticamente le proprie emissioni di CO2.

Un'altra caratteristica fondamentale dell'Ira è il supporto alla produzione di tecnologie pulite "made in America". In altre parole, i cittadini statunitensi sono incoraggiati ad acquistare auto elettriche di marca statunitense composte da materiali elettronici prodotti su suolo americano. L'obiettivo di fondo è superare la dipendenza dalla Cina per quanto riguarda i componenti elettronici utilizzati nelle tecnologie pulite. L'Agenzia Internazionale per l'Energia stima che la Cina controlli il 60% della capacità produttiva di tutte le batterie, i pannelli solari e le turbine eoliche.

Senza dubbio, l'Ira rappresenta un cambiamento fondamentale nel modo in cui gli Stati Uniti affrontano il problema climatico. Gli esperti prevedono che, se combinato con le politiche esistenti, l'Ira potrebbe garantire una riduzione delle emissioni rispetto ai livelli del 2005 di circa il 46% entro il 2030. Secondo il World Economic Forum, ciò porterà alla creazione di diverse centinaia di migliaia di posti di lavoro legati alle tematiche dell'energia pulita, contribuendo così a raggiungere gli obiettivi di deflazione previsti dal programma.

Al di là della questione climatica e della crescita economica, l'Ira va a diretto vantaggio di una serie di settori e aziende all'avanguardia nel campo delle tecnologie pulite, sia americane che con attività produttive basate negli Stati Uniti. Il settore automobilistico ne è un esempio interessante. Le case automobilistiche americane, guidate da Tesla, beneficeranno in modo significativo di una sovvenzione governativa di 7,5 miliardi di dollari volta all'acquisto di un nuovo veicolo elettrico. Questo vale per l'intera catena del valore del settore dei veicoli elettrici, dai produttori di componenti elettronici (semiconduttori come Nxp Semiconductors) ai fornitori di minerali per le batterie (come il litio).

Non saranno solo le aziende statunitensi a essere interessate agli incentivi fiscali, ma anche le aziende europee che intendono investire e trasferire le loro attività produttive negli Stati Uniti. Nel novembre 2022, in seguito all'approvazione dell'Ira, la società spagnola Iberdrola ha annunciato un piano di investimento di 36 miliardi di dollari in energie rinnovabili e reti elettriche, con l'obiettivo di realizzare il 47% di questo investimento negli Stati Uniti. Anche Volkswagen, Hyundai, Honda e Toyota hanno mostrato interesse a espandere la loro produzione negli Stati Uniti per trarre vantaggio da questi sussidi.

La natura "protezionistica" dell'Ira - che è stata pienamente supportata dal governo statunitense - ha inizialmente destato preoccupazioni in diversi leader europei, che l'hanno condannata come una violazione delle regole del commercio internazionale. Nel febbraio 2023, la Commissione europea ha presentato il Piano Industriale dell'Ue per il Green Deal (Gdip), concepito per contrastare l'Ira e il predominio della Cina nella produzione di tecnologie verdi. L'obiettivo è creare un ambiente più favorevole allo sviluppo delle competenze industriali necessarie per diventare il primo continente a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.

Tuttavia, a differenza della strategia climatica americana, che si basa esclusivamente su meccanismi di sovvenzione facilmente accessibili in tutto il Paese, il piano europeo è già stato criticato per la sua complessità politica (è necessario coordinare i 27 stati membri) e per la struttura eccessivamente burocratica. I prossimi passi, tra cui l'imminente introduzione del Net-Zero Industry Act e il Critical Raw Materials Act, saranno cruciali. Sebbene questa competizione economica e geopolitica intorno alla produzione di tecnologie verdi possa sembrare feroce, ha il pregio di fornire (finalmente) risposte all'emergenza climatica.

cos

 

(END) Dow Jones Newswires

March 21, 2023 06:26 ET (10:26 GMT)

Copyright (c) 2023 MF-Dow Jones News Srl.
Grafico Azioni Tesla (NASDAQ:TSLA)
Storico
Da Mar 2024 a Apr 2024 Clicca qui per i Grafici di Tesla
Grafico Azioni Tesla (NASDAQ:TSLA)
Storico
Da Apr 2023 a Apr 2024 Clicca qui per i Grafici di Tesla