Energia: riparte attività mineraria in Italia, faro su Lazio e Piemonte
23 Gennaio 2023 - 12:06PM
MF Dow Jones (Italiano)
L'Unione Europea ha a disposizione notevoli depositi di materie
prime che spaziano dallo zinco al rame. Il litio e il cobalto - due
materiali fondamentali per il settore dei veicoli elettrici - sono
particolarmente presenti in Italia e, per via del complesso
scenario geopolitico, sono sempre più difficili da reperire a
livello globale.
Le istituzioni e le imprese italiane hanno dunque tra le mani la
possibilità di rilanciare l'attività mineraria del Paese, dove sono
presenti 120 siti censiti, di cui 94 sono attivi ma solo 75
operativi (distribuiti in Piemonte, Sardegna, Toscana e
Sicilia).
Secondo uno studio del Cnr, il Consiglio nazionale delle
ricerche, la fascia vulcanica pretirrenica che va dalla Toscana
fino alla Campania, passando per il Lazio, sarebbe ricca di litio.
La concentrazione più vasta è situata nel nord di Roma, territorio
in cui Enel, nella seconda metà degli anni '70, estrasse per la
prima volta il litio in Italia.
La ricerca del minerale nel Lazio è, ancora oggi, portata avanti
dalla divisione dedicata alla transizione energetica di Enel
(l'Enel Green Power) che nel 2020 ha presentato un piano d'azione
per ricercare il minerale nel sottosuolo europeo. In tale quadro,
la società ha anche stipulato un'intesa con Vulcan Energy
Resources, compagnia mineraria australiana che punta a diventare
l'azienda più importante al mondo nell'estrazione di litio
geotermico.
Oltre l'Italia, infatti, Vulcan ha ottenuto in Germania altre 5
concessioni per la ricerca del minerale nella valle del Reno. In
tale contesto la società ha siglato un accordo vincolante con
Stellantis, che prevede la fornitura quinquennale di 99mila
tonnellate di idrossido di litio per le batterie elettriche a
partire dal 2026.
Nel corso del 2022 il prezzo del litio ha subito un incremento,
in particolare - secondo le ultime stime di Bloomberg - rispetto al
2021 si è registrato un incremento del 7% che rappresenta una
contro-tendenza rispetto al passato. Il prezzo medio del 2022 è
risultato essere pari a 151 dollari per kWh, mentre lo scorso anno
era 141 usd/KWh ed è previsto che anche nel 2023 il costo del
minerale salga ulteriormente, trainato dalla domanda di batterie
per auto elettriche.
Nella regione Piemonte attualmente sono attive una ventina circa
di concessioni minerarie rilasciate per la coltivazione di
giacimenti di minerali auriferi, talco, olivina, caolino, argille
refrattarie, argille per porcellana e terraglia forte, feldspati.
Il luogo d'interesse è Punta Corna, vetta che si trova nelle valli
di Lanzo, nel nord-ovest del Piemonte, sito per cui Altamin Ltd -
multinazionale australiana - nel 2018 ha fatto richiesta al
ministero della Transizione ecologica italiano per avviare lavori
di ricerca.
Altamin è un'azienda mineraria che ha in cantiere pochi progetti
mirati, di cui vari in Italia, Paese in cui ha due aziende
controllate: Strategic Minerals Srl ed Energia minersals Srl, con
cui ha quattro progetti avviati. Quello piemontese, iniziato
proprio nel 2019, ha ottenuto diversi rinnovi di permessi e viene
descritto dalla società come il più promettente.
Si chiama 'Cobalto Punta Corna' e viene presentato per offrire
una soluzione alla "necessità per l'Europa di un approvvigionamento
sostenibile, affidabile e nazionale di metalli energetici". Qualche
anno fa è stato avviato l'iter burocratico e progettuale e ora
l'inizio delle perforazioni è atteso in primavera per un
investimento di 2,5 milioni. "L'area della licenza", scrive
l'azienda, "è stata ampliata del 30% per estendere i confini sud a
ovest per includere estensioni mappate delle vene
mineralizzate".
In un contesto di forte transizione energetica e di complessi
squilibri a livello di catene di approviggionamento, il 24
settembre 2022 la Commissione europea ha ribadito la necessità di
soddisfare la domanda crescente del materiale, presentando il
'Critical raw materials act'.
"Il litio e le terre rare saranno presto più importanti del
petrolio e del gas", ha dichiarato Ursula von der Leyen, durante la
presentazione del piano volto a incrementare la produzione di
materie prime in Europa. "La nostra domanda di terre rare da sola
aumenterà di cinque volte entro il 2030. Dobbiamo evitare di
diventare nuovamente dipendenti, come è successo con il petrolio e
il gas. Individueremo progetti strategici lungo tutta la catena di
approvvigionamento, dall'estrazione alla raffinazione, dalla
lavorazione al riciclaggio", ha concluso la presidente della
Commissione Europea.
ann
anna.dirocco@mfdowjones.it
(END) Dow Jones Newswires
January 23, 2023 05:51 ET (10:51 GMT)
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