Ci sono troppi Mister X nell'azionariato delle banche. É questa la sintesi di uno studio Uilca che chiede più trasparenza su un tema di assoluta rilevanza per il sistema Paese. "Sapere che non vi è un azionista di controllo dichiarato potrebbe portare i manager ad avere, come referente, esclusivamente la borsa valori. Diventa secondario il ruolo che la banca ha quale agente economico e sociale per il territorio".

E' quanto ha dichiarato Roberto Telatin curatore della ricerca realizzata dal Centro Studi Uilca "Orietta Guerra" e basata sull'analisi delle comunicazioni giunte alla Consob (elaborate entro il 20 giugno), che censisce chi sono gli azionisti con partecipazioni maggiori del 3%, nelle banche italiane.

Come noto l'art. 120 del Testo Unico della Finanza su questo punto è chiaro: "Coloro che partecipano in un emittente azioni quotate avente l'Italia come Stato membro d'origine in misura superiore al tre per cento del capitale ne danno comunicazione alla società partecipata e alla Consob. Nel caso in cui l'emittente sia una Pmi, tale soglia è pari al cinque per cento". Non solo. Soltanto nel 2016 la soglia minima era stata alzata dal 2% al 3%, aumentando quindi la quota di soci che rimangono anonimi.

Un fatto che il sindacato trova rischioso per diverse ragioni.

"In Italia con la crisi e il salvataggio delle due banche venete, del

Monte dei Paschi di Siena e con la risoluzione di altre quattro banche, sappiamo che una banca crea e distrugge più valore, per il territorio e l'economia, di quanto non ne riceva nel suo conto economico sotto forma di margine d'interesse e di commissioni, per questo non può essere trattata come un'azienda normale e sapere chi è il padrone del vapore non è indifferente per indirizzare la politica aziendale e scegliere i manager che la guideranno", prosegue Telatin.

"Mi sono chiesto, più volte, chi siano i veri padroni delle banche

italiane, soprattutto dopo la legge incompiuta sulla riforma delle

banche popolari", afferma il segretario generale della Uilca, Massimo

Masi. "Come sindacato facciamo accordi per le ristrutturazioni, per i

salvataggi delle banche, ma spesso non sappiamo chi saranno i beneficiari di queste riduzioni dei costi: i lavoratori? I clienti? I piccoli azionisti? I grandi azionisti? Gli speculatori?"

cce

 

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July 21, 2017 05:32 ET (09:32 GMT)

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