Ue: Savona, parametri Maastricht non possono essere obiettivo
21 Giugno 2018 - 6:02PM
MF Dow Jones (Italiano)
"No, questo è volutamente falso. Ho sempre sostenuto che
l'Italia abbia assolutamente bisogno del mercato comune. Quanto è
successo dal trattato di Roma in poi conferma la sua importanza per
la crescita italiana. Per avere un mercato unico, è necessario
avere una moneta unica, senza la quale l'unità del mercato sarebbe
rotta. La mia posizione è che la costruzione del Trattato del 1992
è incompleta e dovrebbe essere migliorata se l'Europa intende
superare i suoi tormenti interni e fare i conti da un punto di
vista geopolitico e geoeconomico. Naturalmente, queste riforme non
possono essere attuate da un giorno all'altro. È necessario
attendere la Commissione e trovare un accordo, un consenso, tra i
partner".
Risponde così il ministro per gli Affari europei, Paolo Savona,
in un'intervista a ilsussidiario.net, a chi osserva che è stato
accusato di essere contro l'euro e di proporre "QuItaly", la
versione italiana della Brexit in cui l'Italia avrebbe abbandonato
la moneta unica.
"L'Italia deve riconoscere l'importanza della Germania sulla
scena mondiale - prosegue il ministro -. Le debolezze dei Paesi
membri dell'Unione si riflettono nel futuro geopolitico della
Germania e, pertanto, è nel suo stesso interesse aiutare quei Paesi
a uscire dalle loro situazioni negative. Se la Germania si limita a
sollevare problemi e imporre vincoli invece di indicare soluzioni,
i movimenti antieuropei saranno rafforzati, potrebbero
destabilizzare l'Europa e riaprire vecchie ferite che non sono
ancora state sanate. La soluzione ideale potrebbe essere che la Ue
offra nuove soluzioni per guidare le forze di crescita,
soddisfacendo le esigenze di molti Paesi europei, tra cui l'Italia.
Gli Stati Uniti non hanno intenzione di ripetere la loro
intelligente e costosa politica e le prestazioni del dopoguerra per
aiutare l'Europa a uscire dalle ferite che si è autoinflitte.
Questa volta dobbiamo affrontare i problemi da soli".
"L'Italia è una solida potenza industriale colpita da un
profondo dualismo (territoriale, settoriale, legato alle dimensioni
delle imprese) che non può essere risolto con restrizioni poste
sull'uso delle risorse - spiega il ministro -. Le famiglie italiane
sono grandi risparmiatori. Hanno assets finanziari e reali pari ad
almeno quattro volte il debito sovrano. Contrariamente a quello che
a volte sentiamo, potremmo dire che noi italiani viviamo al di
sotto dei nostri mezzi, come dimostrato dall'eccedenza delle
partite correnti del 2,7% del Pil, o circa 50 miliardi di euro, che
è l'importo che di fatto manca alla nostra domanda interna. Il
bilancio nazionale ha un avanzo primario. Pur avendo
contemporaneamente due eccedenze gemelle, un tasso di
disoccupazione del 10% (quello attuale in Italia) è il paradosso
logico generato dall'aver deciso che i parametri di Maastricht sono
l'obiettivo dell'Unione".
"Pertanto, penso che sia necessario invertire l'ordine di
importanza rispetto all'oggetto dell'accordo ribadito all'articolo
3 del trattato di Lisbona - conclude Savona -. L'accordo ampio e
dettagliato sottolinea la necessità di una crescita globale ben
oltre i piccoli vincoli di alcuni parametri fiscali. Riconosce la
necessità della piena occupazione e del progresso sociale. I due
parametri fiscali invece sono diventati i veri obiettivi
dell'accordo".
gug
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June 21, 2018 11:47 ET (15:47 GMT)
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