Seduta a due velocità per i titoli Mediaset (+5,71% a 2,85 euro)
e Mediaset Espana (-6,05% a 6,49 euro) dopo che le due società
hanno annunciato la costituzione di una nuova holding:
Mediaforeurope (Mfe), società di diritto olandese interamente e
direttamente controllata da Mediaset , attraverso una fusione
transfrontaliera tra le due aziende. Un'operazione finalizzata alla
creazione di un gruppo media paneuropeo che dovrebbe generare
significative sinergie operando su una scala più ampia e con
un'organizzazione più snella.
La holding sarà quotata a Milano e a Madrid, ma la sede fiscale
sarà in Italia. Nell'ambito del riassetto ogni azionista Mediaset
riceverà un'azione Mfe per ogni titolo posseduto. Ogni socio
Mediaset Espana, invece, riceverà 2,33 azioni della nuova holding
per ogni titolo posseduto. Le azioni proprie detenute dalle due
società non saranno oggetto di scambio e saranno cancellate alla
data della fusione. Con questo riassetto, Fininvest avrà il 35,43%
di Mfe, ma oltre il 50% dei diritti di voto, Simon Fiduciaria si
diluirà al 15,39%, Vivendi al 7,71% e il mercato al 41,47%. Le
assemblee per approvare l'operazione sono state fissate il prossimo
4 settembre.
Il nuovo polo tv sarà il secondo broadcaster europeo per
raccolta pubblicitaria con 3,1 miliardi di euro nel 2018 a fronte
dei 3,2 miliardi di Rtl Group e il terzo per capitalizzazione di
mercato (3,9 miliardi di euro in base ai prezzi del 27 maggio) dopo
Rtl e Itv (rispettivamente, 6,5 e 4,9 miliardi). Nei prossimi
quattro anni (2020-2023), sono previste efficienze industriali per
un valore di 100-110 milioni di euro al lordo delle imposte, che
rappresentano un valore attuale netto di circa 800 milioni di euro
(equivalente al 20% della capitalizzazione di mercato di Mfe
calcolata sugli ultimi prezzi).
Le stime di efficienza di costi e sinergie "sono veramente
prudenti", ha sottolineato il cfo di Mediaset , Marco Giordani,
presentando agli analisti il riassetto nella nuova holding
olandese. "Sono prudenti ma vogliamo essere sicuri di realizzarle
nei prossimi anni. Cento milioni di euro rappresenta il livello
floor, ma siamo ambiziosi sul fatto di ottenere più risparmi e di
creare più valore", ha spiegato. Alcuni analisti stimano che
l'operazione aumenterà l'utile per azione di Mediaset fin dal primo
anno, quindi dal 2020.
Giordani ha poi sottolineato che il passaggio successivo
riguarderà molte altre opportunità di sviluppo soprattutto sul
fronte dei ricavi: "Non vogliamo rivelare" altro rispetto a questo
in questo momento, ha aggiunto, precisando che l'obiettivo è
diventare "più grandi e internazionali". La nuova holding olandese
che controllerà Mediaset e Mediaset Espana distribuirà un dividendo
post fusione di 100 milioni di euro e avvierà un piano di acquisto
di azioni proprie per totali 280 milioni di euro. Mfe prevede,
infatti, di distribuire agli azionisti non meno del 50% degli utili
netti consolidati annui attraverso dividendi ordinari o altre
modalità.
Tra le condizioni sospensive dell'intera operazione il fatto che
le richieste di recesso da parte degli azionisti non superino
l'ammontare massimo di 180 milioni di euro. Comunque agli azionisti
Mediaset che non concorreranno all'approvazione della delibera
assembleare di fusione spetterà il diritto di recesso che prevede
il riconoscimento di 2,770 euro per ogni azione detenuta. Per gli
azionisti Mediaset Espana il recesso è stato fissato a 6,5444
euro.
Il tetto di 180 milioni di euro fissato da Mediaset -Mediaset
Espana come esborso massimo per soddisfare gli azionisti che
avranno esercitato il diritto di recesso sull'operazione sarà
applicato solo dopo l'offerta dei titoli consegnati dai soci
recedenti agli altri azionisti, che avranno diritto di prelazione,
e a terzi sul mercato. "Dopo questi due step si applicherà il
tetto" di 180 milioni, ha detto il cfo di Mediaset . Tale ammontare
è stato fissato su suggerimento degli advisor finanziari, in linea
con le consuetudini di altre operazioni simili avvenute sul mercato
e pari al 10% del flottante previsto.
Per Equita l'obiettivo dell'intera operazione è facilitare
l'aggregazione con altri operatori Fta europei, Prosiebensat1 in
primis, di cui Mediaset ha di recente acquistato il 9,6%. Dunque ha
senso perché facilita ulteriori aggregazioni con la holding in
Olanda e il minore peso dell'Italia, elimina le minority su
Mediaset Espana, aumentando il peso della Spagna sui risultati del
gruppo dal 32-35% al 45%. La sim ha quindi stimato l'impatto
derivante dalle efficienze del 4/7% sull'ebit e sull'utile per
azione dell'entità combinata nel 2020-2021 (il 40% del target di
efficienze al 2023). Le stime però migliorano del 12-15% per il
consolidamento a equity del 9,6% di Prosiebensat1 , acquisito di
recente.
Di conseguenza la sim ha alzato il prezzo obiettivo su Mediaset
da 2,9 a 3,2 euro, ma il rating resta hold perché il mercato
pubblicitario rimane debole e andrà verificata la reale
accelerazione del processo di consolidamento europeo. Al contempo,
il titolo post deal tratterebbe a un multiplo prezzo/utile 2020 di
10,5 volte contro le 9 volte del settore e a un multiplo enterprise
value/ebitda di 7,1 volte (6,6 volte il settore). La reazione
positiva del
mercato per la sim è legata all'impegno a distribuire 100
milioni di dividendo più un buyback da 280 milioni con un ritorno
per gli azionisti del 9% ai
prezzi correnti.
Senza contrare, aggiunge Banca Imi, che Vivendi potrebbe
bloccare il progetto di fusione. Se i francesi esercitassero il
diritto di recesso sulla propria quota (9,6%), l'ammontare
complessivo da riconoscere a Vivendi (circa 300 milioni) sarebbe
ben superiore al tetto massimo di 180 milioni di euro indicato come
condizione sospensiva dell'operazione. La differenza tra le
richieste e quanto Mediaset è disposta a pagare sarebbe ancora
superiore se anche Simon Fiduciaria esercitasse lo stesso diritto a
recedere.
Tuttavia, una mossa di questo tipo da parte di Vivendi
esporrebbe da una parte a rischi legali, in quanto dovrebbe essere
ritenuta in violazione del provvedimento Agcom dell'aprile 2017, e
dall'altra a un rischio economico. Lo stop all'operazione, infatti,
potrebbe avere effetti negativi sul titolo Mediaset impedendo così
a Vivendi di recuperare almeno parzialmente la minusvalenza teorica
che sta attualmente realizzando sull'investimento.
"Inoltre, viste le attuali deboli prospettive macroeconomiche e
le sfide dei media strutturali, i ricavi di Mfe potrebbero
deteriorarsi, annullando così l'impatto delle potenziali sinergie",
avverte Banca Imi. Infine, "a un anno dal primo annuncio
dell'intenzione di guidare il consolidamento europeo, Mediaset ha
annunciato l'acquisizione del 9,6% di ProsiebenSat, non una vera
alleanza industriale, e la fusione tra le attività italiane e
spagnole che è, alla fine della giornata, un captive deal. Quindi,
a nostro avviso, il potenziale per un vero consolidamento
transnazionale deve ancora essere testato".
red/fch
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June 10, 2019 06:06 ET (10:06 GMT)
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