'Saranno i timonieri che guideranno l'azienda al mio fianco. Il fatto che comincino in un momento in cui il mare è agitato deve renderli particolarmente orgogliosi'.

Brunello Cucinelli usa queste parole per raccontare a MFF la nomina di Luca Lisandroni e Riccardo Stefanelli a ceo dell'azienda. Una decisione nel segno della continuità, avallata dal cda svoltosi ieri fisicamente a Solomeo e che ha portato anche all'approvazione del bilancio 2019 archiviato con ricavi a 607,8 milioni di euro (+9,9%), con la delibera i profitti di esercizio, pari a 57,2 milioni di euro, a nuovo mediante imputazione alla riserva di utili. In vista di un 2020 di transizione che porterà a un 2021 di grande ripresa, come ha sottolineato lo stesso Cucinelli in questa intervista.

Il voto di ieri ha rappresentato un momento importante per l'azienda.

Importantissimo. Abbiamo voluto che l'assemblea si svolgesse fisicamente nel teatro di Solomeo perché, in qualche modo, fosse il segnale che stiamo tornando, che siamo rivedendo la luce e abbiamo riavviato il nostro percorso lavorativo. Sono contento che siano venute persone anche da fuori e che, chi ha voluto, abbia potuto farsi il prelievo e il tampone, grazie alla collaborazione avviata con l'Università di Perugia. Un mesetto fa o poco più decidemmo che al rientro al lavoro avremmo avviato con loro questo bel progetto che andrà avanti fino a quando tutto non sarà finito.

Quale è stato il percorso che ha portato al piano di successione?

È un progetto avviato già molti anni fa. Riccardo Stefanelli, che è di famiglia perché ha sposato mia figlia, ha 39 anni ed è con me da 15 anni e Luca Lisandroni, che ha 41 anni, viene da Luxottica Brasile ed è con me da quattro anni. Intraprendemmo tre anni fa un percorso che li avrebbe portati a diventare un giorno ceo, lasciando a me gli incarichi di presidente esecutivo e direttore creativo. In realtà questi due ragazzi, da un paio di anni scarsi, fanno a tutti gli effetti gli amministratori delegati, questo è importantissimo da sottolineare.

Cosa che ha permesso loro di testarsi sul campo.

Certo. E sono particolarmente contento perché ho scritto di loro queste parole: 'È con grande emozione e speranza che guardo al futuro dell'umanità e della nostra industria. Immagino che questi due giovani quarantenni, uomini di grande valore professionale e innamorati dei grandi concetti universali di verità, bellezza e umanità, possano condurre l'impresa per lungo tempo come esempio di custodia per le future generazioni'. Mi piace molto tutto questo perché ho 66 anni e mi dà l'opportunità di avere vicino due persone di grande qualità.

Come saranno divisi i loro compiti?

Siamo un'azienda e siamo in un borgo, quindi abbiamo bisogno, chiamiamole così, di due sedi vere. Quella operativa di Solomeo dove facciamo tutto e poi c'è una sede a Milano, la città del business. Quindi volevo che Luca Lisandroni vivesse a Milano la maggior parte del suo tempo e che rappresentasse la nostra impresa lì. Mentre Riccardo Stefanelli resterà principalmente a Solomeo.

Il voto arriva in un momento storico difficile e mai vissuto prima. Quando immagina una ripresa?

Immaginiamo un terzo e quarto trimestre con il segno positivo. Abbiamo avuto il primo trimestre praticamente in pari e chiaramente il secondo sarà il più difficile, però credo che sia anche nostro dovere indicare la strada a qualcuno dietro di noi. Oggi in assemblea ho raccontato la storia della grandinata che mi è sempre piaciuta. Quando avevo 10 anni e facevamo i contadini, ci fu una grande grandinata che distrusse tutto il raccolto. Mio nonno mi portò a letto con lui e mi raccontò belle storie perché aveva capito che noi figlioletti ci eravamo spaventati e io ero il più piccolo. Poi, il giorno dopo, guarda caso il contadino vicino ci prestò 20 balle di grano per andare avanti quell'anno. Io credo che questa sia una grande grandinata, ma il detto dei contadini è che la grandine non è mai carestia. Perché non viene a tappeto, ma distrugge magari il tuo podere, una parte del mio e una parte dell'altro, però ci si può aiutare. Quello che è successo è una grandinata che ha causato la perdita di vite umane, e questa non è certo la stessa cosa di una perdita economica, però ha toccato le realtà in maniera diversa. Si dice che siamo tutti su una stessa barca ma non è vero. Io credo che siamo tutti sullo stesso mare con delle barche diverse, con degli equipaggi diversi, con dei comandanti diversi ed ecco perché sono positivo per il terzo e quarto trimestre.

Questo è un bel messaggio per i due nuovi ceo.

Lo dicevo l'altro giorno al consiglio d'amministrazione: 'Auguri perché in realtà voi entrate forse, per adesso, nel momento più importante della storia'. E, se hai 39-40 anni, ti senti anche orgoglioso di andare a fare il timoniere, sempre con me vicino, in un momento in cui il mare è molto agitato. Credo che in questo momento comportarsi correttamente con tutti, sapendo che tutti abbiamo avuto delle difficoltà più o meno grandi, sia anche una dimostrazione di umana sostenibilità. Quest'idea, per esempio, di non aver licenziato nessuno, di aver detto loro: 'Avrete lo stesso salario dell'anno scorso', trovo che sia un modo di agire corretto. È chiaro che abbiamo chiesto ai nostri partner e ai landlord: 'Possiamo avere magari un piccolo vantaggio di un mese in più nel pagamento dell'affitto?', perché, se abbiamo questo, significa che a nostra volta possiamo sostenere la filiera e noi abbiamo una filiera importante di 5 mila persone. Quindi mi piace che loro entrino in questo momento dove il mercante deve essere onorevole.

Cosa cambierà dopo questa eclissi?

Credo che non cambieranno i desideri di bellezza, di gioia e di amore, non cambieranno tutti i desideri dell'uomo perché l'uomo è così da sempre, ma secondo me cambieranno due cose importanti. La prima è che andremo ad acquistare qualcosa informandoci su dove è fatto, come è fatto, se abbiamo recato danni all'umanità. E poi, forse, c'è un altro grande tema che chiesi ai dipendenti già due giorni dopo che chiudemmo. Chiesi a tutti grandissima umiltà, grandissimo coraggio, rapidità e grandi idee. Dissi a loro: 'Non voglio sentire lamentele di nessun genere'. Perché? Perché è una calamità. E anche le calamità hanno un'anima.

Nello specifico cosa è cambiato nella moda?

Chiamo questo momento il 'tempo del riequilibrio'. Dieci anni fa abbiamo iniziato a spingere su certi ritmi e negli ultimi cinque-sei anni abbiamo messo in vetrina a giugno molte cose invernali e a fine ottobre l'estivo. C'è stata un po' un'esasperazione dei concetti. Credo che con questo sistema torneremo in riequilibrio.

Come vi siete organizzati con la presentazione della prossima collezione alla stampa e ai buyer?

Presenteremo le collezioni maschili a fine luglio in tutti gli showroom a partire da Shanghai, New York, Milano, Solomeo e Londra, e la donna in agosto, come sempre. Solo l'uomo è in ritardo perché solitamente partecipavamo a Pitti. Dove non sarà possibile far vedere la collezione fisicamente lo faremo con la tecnologia, anche se trovo difficile acquistare una giacca che devi vendere a 6 mila dollari senza toccarla.

Per quanto riguarda gli eventi organizzati da Camera della moda e Pitti in programma per i prossimi mesi?

Io ho detto a tutti: 'Guardate, io partecipo a tutto'.

Adesso l'azienda è operativa al 100%?

Sì in piena sicurezza grazie al supporto dell'Università di Perugia.

Qual è invece la situazione del retail?

A occhio, oggi potrei dire che il 60% del retail è aperto. In una quindicina di giorni si dovrebbe riaprire quasi tutto con le dovute cautele, poi ci vorrà un po' di tempo per riequilibrarsi.

Se potesse dare un consiglio alle imprese italiane che la vedono come un modello su come affrontare questo periodo, cosa direbbe loro?

Non è un consiglio, ma è una constatazione che ho chiesto ai miei. Credo che in Italia abbiamo un alto numero di persone fortemente attaccate alle aziende per cui lavorano. Quindi mi piacerebbe che trasmettessimo loro il concetto di non discutere. Lo riassumo con le parole di Tommaso Moro, quando dice: 'Dio mio aiutami ad accettare ciò che non posso cambiare, aiutami a cambiare ciò che posso cambiare'.

Un po' di positività, un po' di entusiasmo nel voler dire 'guardiamo avanti'.

Vedo uno scenario completamento diverso da quello del 2008 quando fallivano le banche e non sapevamo che fare. È una crisi congiunturale. Adesso le banche sono solide e i governi hanno messo tanti soldi sul piatto. Ecco perché credo che il 2021 sarà un anno di grandissima crescita, ne sono sicuro, tanto è vero che gli specialisti più bravi di me dicono che la Cina crescerà del 10%, la Germania del 7%, noi del 5-6%. Quindi andremo a lavorare in mercati dove ci sarà una crescita del 5, 6, 8 o 9%.

Come vede il futuro della sua azienda in questo momento?

Sono dieci anni che per la nostra azienda non cambia niente, c'è stata un'interruzione nel 2020 e abbiamo già il progetto per l'anno prossimo. Siamo partiti con un budget di crescita del 5% sul 2019 e nel 2022 del 10%, riprendendo la nostra strada perché secondo me ci vorrà un anno e mezzo o due anni, questo sì. Ma questo riallineamento, questo riequilibrio che per molte realtà può essere anche fatale, sarà un punto di ripartenza diverso.

Un punto di partenza con una nuova squadra nel segno della continuità.

Mi piace immaginare che questa azienda sia a Solomeo per 200 anni, in questa valle, con la famiglia, i cugini e spero i nipoti. Mi piace questa continuità e questa mia possibilità anche di fare il direttore creativo. Ho sempre apprezzato la figura del signor Lagerfeld che anche a un'età avanzata seguiva le collezioni. Io vorrei essere un piccolo custode, anche andando avanti con l'età, di questi team di ragazzi e essere in qualche maniera il punto di riferimento, spero umano e anche un po' del gusto, perché credo che con l'età si perda la parte creativa ma non si perda il gusto. Io vorrei che l'impresa rimanesse con un gusto contemporaneo ma non perdesse la sua identità, vorrei essere il garante dell'identità del brand.

red/sda

 

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May 22, 2020 02:09 ET (06:09 GMT)

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