B.Mps: Orcel detta condizioni a Mef per intervento Unicredit (Mess)
22 Giugno 2021 - 8:44AM
MF Dow Jones (Italiano)
Due settimane fa primo contatto formale fra Andrea Orcel, ad di
Unicredit e il Mef dove il dossier B.Mps è seguito da Alessandro
Rivera. Lo scrive Il Messaggero aggiungendo che la conversazione
fra Orcel e il Tesoro è avvenuta in un clima di grande cordialità
anche se il neo amministratore delegato del gruppo paneuropeo ha
ribadito la sua freddezza sull'acquisizione, nel senso che Mps non
è tra le priorità di Unicredit perchè in queste settimane è
impegnato in una radicale riorganizzazione del gruppo dove non
potrà trovare spazio nessuna operazione straordinaria diversa dal
riposizionamento del business.
Orcel ha ribadito che non può condividere il piano che ha in
mente il governo: acquistare a fermo il pacchetto di maggioranza
(64%), poi lanciare l'opa, pur in un percorso agevolato da
concessioni, come la norma del Sostegni bis sulle Dta computabili a
capitale, pari al 2% degli attivi del soggetto più piccolo: in
questo caso i crediti fiscali massimi si attesterebbero a 2,3
miliardi al netto della fee del 25% applicabile. Questa norma
scatta nelle fusioni da deliberare entro il 31 dicembre 2021 e da
perfezionare entro l'anno successivo.
Oltre a questa agevolazione, il governo sarebbe disponibile a
farne altre (sul contenzioso pregresso, Npl, garanzie sulla
bancassurance, su crediti che potrebbero diventare deteriorati), a
fronte di un intervento diretto nel capitale, come d'altronde il
Tesoro ha concordato nell'autunno 2017 con la Dg Comp in occasione
della ricapitalizzazione precauzionale da 5,4 miliardi. Se, dopo
aver risistemato dal punto di vista organizzativo e funzionale Gae
Aulenti, il Mef avesse ancora necessità di trovare una soluzione
per Siena, Orcel sarebbe disposto a partecipare a uno spezzatino
rilevando filiali in Toscana e Lombardia, in un'operazione di cui
il mercato discute da mesi coinvolgendo soggetti più o meno
convinti come Intesa Sanpaolo, Banco Bpm, Bper, Poste, Mcc.
Ora che le parti si sono finalmente parlate direttamente e non
più tramite intermediari, per il governo forse è meglio perché può
preparare un piano B che potrebbe aver bisogno di passaggi
autorizzativi con la Dg Comp e Bce, partendo però dalle pagelle
degli stress test del prossimo mese perchè potrebbero accertare una
particolare situazione patrimoniale rispetto alla disponibilità del
cda di varare una ricapitalizzazione fino a 2,5 miliardi.
Tra Tesoro e Unicredit le interlocuzioni sono antiche. Si
apprende ora che alla fine di luglio 2020 Jean Pierre Mustier bussò
alla porta di via XX Settembre manifestando la disponibilità di
Unicredit a esaminare, a certe condizioni, l'acquisto di
Montepaschi. Al Mef capirono che quella disponibilità era la
risposta all'opas di Intesa Sanpaolo su Ubi che consolidò la
leadership di Ca' de Sass in Italia. I colloqui andarono avanti per
mesi, a metà ottobre Pier Carlo Padoan fu cooptato nel cda come
presidente in pectore e anche l'ex ministro partecipò alle
conversazioni che si sono interrotte a fine novembre a seguito del
ribaltone al vertice.
vs
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June 22, 2021 02:40 ET (06:40 GMT)
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