I tassi di deterioramento dei prestiti concessi alle imprese italiane tenderanno a crescere per effetto del Covid nel prossimo biennio, raggiungendo un livello intorno al 4% nel 2021, per poi calare nuovamente nel 2022. Nonostante la crisi, il fisiologico aumento della rischiosità, che interesserà tutte le classi dimensionali, rimarrà molto inferiore a quanto sperimentato in passato, sia nello scenario base sia in quello peggiorativo: i nuovi crediti in default, infatti, si manterranno su livelli distanti rispetto ai picchi raggiunti nel 2012, con incrementi che interesseranno maggiormente le aziende di piccola e media dimensione e le imprese dell'edilizia e dei servizi. E questo anche nel caso di una nuova ondata di contagi in autunno.

E' quanto emerge dall'outlook di Abi e Cerved sui crediti deteriorati (Npl) delle imprese italiane, che elabora stime e previsioni dei tassi di deterioramento del credito erogato alle società non finanziarie per classe dimensionale, considerando il numero delle posizioni creditizie che nel corso dell'anno vengono classificate come crediti deteriorati (crediti scaduti, inadempienze probabili o crediti in sofferenza) in percentuale dello stock di posizioni non deteriorate all'inizio dello stesso anno.

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(END) Dow Jones Newswires

July 29, 2020 09:02 ET (13:02 GMT)

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