Condannati all'azione. Tradotto per l'investitore: con i tassi
d'interesse a zero e la prospettiva che rimangano così ancora a
lungo, per cercare di guadagnare qualcosa non c'è alternativa
all'acquisto di equity. "Per questo le borse mondiali si trovano ai
massimi", osserva Giovanni Tamburi, banchiere d'affari e fondatore
di Tamburi investment partners, "e Piazza Affari ha il pregio di
essere meno cara, in termini di valutazioni medie, di quasi tutte
le altre. Per questo mantengo una visione ottimista, anche al
termine di un anno complesso". Difficile dargli torto, del resto:
se si scorre la lista delle società partecipate da Tip si incontra
buona parte di quelle società che sulla borsa italiana in queste
settimane scambiano sui massimi storici, da Interpump a Prysmian,
da Moncler ad Amplifon, da Sesa a Be. Tutte eccellenze della
manifattura e della tecnologia made in Italy, molto apprezzate
anche all'estero, da dove proviene gran parte del loro fatturato.
In questi giorni il banchiere è particolarmente entusiasta del
fatto che sta cominciando ad avverarsi la situazione che lui va
preannunciando da mesi, ossia che l'effetto più visibile della
pandemia e della frenata delle economie sia un'accelerazione dei
processi di aggregazione tra aziende sane, che così si rafforzano,
con altre che sono in difficoltà. Per cui, razionalizzazione e
maggiore efficienza: opere nelle quali il libero mercato, di cui
Tamburi è un grande sostenitore, esercita uno dei suoi ruoli più
preziosi. «In tal senso penso che l'integrazione tra Moncler e
Stone Island si possa considerare la più interessante operazione
dell'anno sul fronte del m&a italiano, assieme all'opa che ha
portato Intesa Sanpaolo a rilevare Ubi», aggiunge Tamburi, che in
queste ore sta lavorando all'operazione che dovrebbe portare la Ovs
guidata da Stefano Beraldo, altra forte scommessa di Tip, a
rilevare la commissariata Stefanel.
Domanda. Si aspetta che questa tendenza avrà un'ulteriore spinta
nei prossimi mesi?
Risposta. Mi stupirebbe il contrario. La battuta d'arresto
imposta dalla pandemia ha messo e metterà in difficoltà molte
aziende, che per salvarsi non avranno altra scelta che integrarsi
con altre più robuste e più capitalizzate. Anche Tip si è mossa di
conseguenza lanciando un veicolo come Itaca, assieme a riconosciuti
professionisti del settore come Sergio Iasi, Angelo Catapano e
Massimo Lucchini, che si propone di entrare nei turnaround di
società con le caratteristiche giuste, portando capitali freschi e
competenze per il rilancio, non ulteriori debiti.
D. Avete già sul tavolo molti dossier da analizzare?
R. Ne sono arrivati una quarantina, nessuno convincente per ora.
Mancano i requisiti di base per fare un'operazione vincente, che
possono essere un marchio forte, una bella tecnologia o un processo
produttivo originale, innovativo. Qualcosa insomma su cui valga la
pena investire e sia attraente per i soci di Tip all'interno del
club deal che si sta formando intorno a Itaca. Penso che le
proposte più interessanti potrebbero vedersi dalla metà del
2021.
D. Che cosa dovrebbe accadere in quel momento?
R. Semplicemente che le aziende che di recente si sono
finanziate perlopiù attraverso banche o linee garantite da Sace, in
quel periodo dovranno cominciare ad affrontare il tema del rimborso
delle prime rate dei prestiti. E molte non saranno in grado di
farlo. Potrebbero allora bussare alla nostra porta.
D. Le sue aziende preferite in quali settori operano?
R. Continuerei a guardare con predilezione le aziende
manifatturiere che sono gran parte dell'eccellenza italiana, penso
alla meccanica di precisione, all'automazione, ai componenti,
all'elettronica, ma sono solo esempi. Ce ne saranno di interessanti
anche tra le quotate. E poi c'è l'Aim, dove le buone società non
mancano e diverse ormai sono mature per fare il salto verso il
mercato principale. La presenza di partner come Tip o Itaca
potrebbe facilitare il passaggio. In quel caso agiremmo come anchor
investor, anche di private equity. La gamma dei veicoli a nostra
disposizione è ormai completa, da StartTip per le taglie piccole a
Itaca, che potrà sostenere interventi da 30 a 100 milioni, la
stessa Tip per operazioni da 50/70 milioni, mentre per quelle più
impegnative c'è il club Asset Italia, che può spingersi fino a 200
milioni, ma anche oltre, per ogni deal.
D. Il mercato azionario italiano è tra i più a buon mercato
anche perché tra i problemi del Paese c'è un debito pubblico già
eccessivo prima del Covid, figurarsi ora che lo Stato è chiamato a
sforzi enormi. Non la preoccupa tutto questo?
R. Da cittadino sì, da imprenditore meno. Quello di Tip è un
portafoglio equilibrato, di multinazionali che sono cresciute più
dei competitor e che non guardano solo all'Italia, anche se sono
senza dubbio eccellenze del Sistema Italia.
D. Aim a parte, quest'anno a Milano non ci sono quasi state
nuove quotazioni di società, semmai si sono avuti delisting. Una
situazione che si aspetta di vedere anche l'anno prossimo?
R. Io credo che le ipo torneranno. Piazza Affari sta recuperando
terreno, i multipli delle aziende sono saliti e a queste condizioni
anche gli imprenditori tornano a guardare la borsa con maggiore
interesse. È sempre stato così.
D. Mantiene la sua diffidenza verso le banche?
R. È un settore che soffre un eccesso di regolamentazione e
questo non piace a chi è abituato a confrontarsi con il mercato.
Anche l'ultimo vincolo a non distribuire dividendi fino al prossimo
settembre non mi convince, almeno per quegli istituti che
guadagnano e potrebbero permettersi di remunerare i soci senza
problemi.
D. Il fenomeno fintech invece come lo vede?
R. Con grande favore, tant'è vero che siamo già i primi
azionisti di Digital Magics che ha molte partecipate in quel
segmento, ma anche soci di rilievo di Sesa e Be, società in cui Tip
ha di recente aumentato l'investimento.
D. Un'altra delle vostre passioni è il buyback, una pratica
talvolta oggetto di critiche.
R. Ne sono un convinto sostenitore. Tip oggi possiede circa il
10% delle proprie azioni e abbiamo deliberato un programma per
salire fino al 20%. Da un lato infatti investiamo in un titolo che
oggi ha molti target price attorno e sopra agli 8 euro, dall'altro
acquisiamo una moneta spendibile anche in ottica di m&a. Molte
nostre partecipate fanno lo stesso e così alimentano la loro
crescita per linee esterne: da quando siamo soci Interpump ha
concluso quasi 40 acquisizioni, Amplifon più di venti, Be e Sesa
una decina. Anche Moncler userà azioni proprie per l'acquisizione
di Stone Island. È un indubbio win win alle condizioni giuste.
D. Visto che il reddito fisso non dà più rendimento, oggi molti
investitori scoprono l'importanza dell'economia reale. Altri invece
si fregano le mani grazie al bitcoin ai massimi.
R. Ci spiace non aver creduto ai bitcoin, dal momento che ci
avremmo guadagnato. Ma continuo a non capirli per cui resto
orgoglioso del 23% medio annuo che Tip ha dato ai suoi soci.
red
MF-DJ NEWS
2109:04 dic 2020
(END) Dow Jones Newswires
December 21, 2020 03:04 ET (08:04 GMT)
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