Lavoro: ricerca, legislazione disomogenea in Ue su diritto disconnessione
15 Giugno 2021 - 2:57PM
MF Dow Jones (Italiano)
Con la diffusione del remote working, il diritto alla
disconnessione è diventato uno dei temi caldi, ma le legislazioni
dei diversi Paesi sono disomogenee e dall'Europa non c'è ancora
un'indicazione chiara e univoca.
È quanto emerge dalla ricerca di Toffoletto De Luca Tamajo -
studio legale specializzato in consulenza, aspetti fiscali del
diritto del lavoro e sindacale per le imprese - in collaborazione
con Ius Laboris, la più grande alleanza internazionale di
specialisti in diritto del lavoro diffusa in 59 Paesi nel mondo,
che ha analizzato le normative dei Paesi Europei rispetto alla
disconnessione in ambito lavorativo.
"I Paesi che hanno regolamentato il diritto alla disconnessione
sono ancora delle eccezioni e la maggior parte lo ha fatto negli
ultimi dodici mesi", commenta l'avvocato Aldo Bottini, partner di
Toffoletto De Luca Tamajo. "Si è quindi creato uno scenario
differenziato, in attesa che la Commissione Europea accolga
l'invito del Parlamento europeo a presentare una proposta di
Direttiva dell'Unione affinché gli Stati membri garantiscano alcuni
elementi comuni a tutti".
Tra i Paesi che hanno emanato delle leggi specifiche ci sono
Francia e Belgio. La Francia è stata un precursore in questo campo:
le imprese con almeno 50 dipendenti devono negoziare accordi
sindacali che prevedano il diritto dei lavoratori a disconnettersi
dai dispositivi fuori dall'orario di lavoro, in mancanza di questo
accordo devono emanare una policy. In Belgio, invece, la legge
individua nella tecnologia un fattore di rischio da stress; per
questo motivo il datore deve tenerne conto nella valutazione dei
rischi collegati al lavoro e adottare misure di contenimento, tra
cui la disconnessione. Il Governo irlandese, invece, ha pubblicato
nei primi mesi del 2021 un "Code of Practice" sul diritto alla
disconnessione al di fuori del normale orario di lavoro; il codice
fa parte della Strategy for Remote Work e per i datori di lavoro
comporterà maggiore attenzione nella registrazione del tempo in
settori in cui questo non è comune ed in particolare nel lavoro a
distanza. Nessuna legge specifica in Germania e Spagna, dove però
la disconnessione è generalmente regolata dai contratti collettivi
o inserita nelle policy aziendali.
In Italia il Lavoro Agile è disciplinato dalla Legge 22 del 2017
n.81, che prevede un accordo individuale tra lavoratore e datore di
lavoro che individui le misure necessarie per assicurare la
disconnessione. Recentemente, nella legge di conversione del
Decreto Legge n. 30/2021, è stata introdotta una norma che
riconosce al lavoratore il diritto alla disconnessione dalle
strumentazioni tecnologiche e dalle piattaforme informatiche, nel
rispetto di quanto stabilito negli accordi individuali, nei quali
possono essere concordati periodi di reperibilità.
"Il problema, in parte, risiede nel concetto stesso di
disconnessione, in particolare se associato allo smart working",
continua Bottini. "Non è detto che il tempo di connessione coincida
con l'orario di lavoro. Il lavoratore potrebbe restare connesso
senza lavorare, ed è quello che accade nelle fasce di semplice
reperibilità, così come al contrario parte dell'attività lavorativa
potrebbe svolgersi al di fuori dalle piattaforme digitali".
La nuova norma sulla disconnessione rende ancor più necessario
prestare particolare attenzione nella formulazione degli accordi
individuali, che dovranno definire le fasce orarie nelle quali il
lavoratore deve essere reperibile, eventuali periodi o orari in cui
è richiesta la prestazione lavorativa, i tempi di riposo. Sarà poi
opportuno, per le aziende, adottare misure di sensibilizzazione e
formazione sui luoghi di lavoro per prevenire i rischi legati a
quella che il Parlamento Europeo, nella risoluzione approvata il 21
gennaio 2021, ha definito "cultura del sempre connesso".
Volendo classificare con precisione i Paesi, analizzando i dati
di Eurofound sulle norme legate al lavoro agile e quindi alla
disconnessione si possono individuare quattro categorie in
particolare: Italia, Spagna, Francia e Belgio adottano un balance
promote-protect approach e quindi bilanciano una disciplina dello
smart working con una normativa sulla disconnessione; Repubblica
Ceca, Lituania, Polonia e Portogallo hanno norme che "promuovono"
il lavoro agile ma non prendono in considerazione il rischio di
always on; Austria, Bulgaria, Estonia, Germania, Grecia, Croazia,
Ungheria, Lussemburgo, Malta, Olanda, Romania, Slovenia e
Slovacchia applicano una legislazione sul lavoro da remoto con
regole generali, senza cenno alla disconnessione; non hanno invece
alcuna norma specifica sul lavoro agile UK, Cipro, Danimarca,
Finlandia, Irlanda, Lettonia e Svezia.
alb
alberto.chimenti@mfdowjones.it
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June 15, 2021 08:44 ET (12:44 GMT)
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