Dopo l'assemblea del 4 maggio 2018 che sancì il ribaltone nel Cda di Tim e la conseguente perdita per Vivendi del controllo e coordinamento dell'azienda italiana con l'instaurazione di un Consiglio composto a maggioranza da amministratori indipendenti, la parola ritorna oggi ai soci in occasione dell'adunanza annuale per l'approvazione del bilancio.

L'incontro arriva dopo mesi di attriti crescenti tra la media company transalpina - principale azionista di Tim con una quota del 23,94% - e il fondo Elliott (9,44%), che lo scorso anno aveva contestato duramente la gestione del gruppo italiano ad opera dei francesi. Una tesi che in assemblea era stata sposata appieno da molti soggetti istituzionali e aveva determinato gli esiti a favore del fondo di Paul Singer.

Nel corso degli ultimi dodici mesi le due anime che convivono all'interno del Board di Tim si sono trovate spesso in contrapposizione. Questo ha influito anche sulla gestione operativa dell'azienda. Lo scontro è culminato nel novembre scorso, quando il Consiglio ha deciso a maggioranza di mettere alla porta l'a.d. Amos Genish - scelto inizialmente da Vivendi e poi confermato alla guida del gruppo anche dopo il ribaltone di Elliott. L'accusa e' di aver nascosto al Board il progressivo deterioramento dei risultati e il conseguente scostamento dagli obiettivi indicati nel Piano d'impresa. 'Lacune' che hanno portato a un impairment da due miliardi di euro sull'avviamento, facendo ricomparire il segno meno nell'ultima riga del conto economico.

I toni si sono ulteriormente surriscaldati quando a dicembre, a vario titolo, Vivendi ha chiesto la revoca di cinque dei consiglieri indipendenti indicati da Elliott: Dante Roscini, Massimo Ferrari, Alfredo Altavilla, Paola Giannotti de Ponti e Fulvio Conti. In particolare a quest'ultimo, che riveste tutt'oggi la carica di Presidente, la media company francese contesta di aver tenuto all'oscuro parte del Cda dell'intenzione di revocare le deleghe operative a Genish. Questa tesi è stata tuttavia sconfessata almeno in parte dai principali proxy advisor che in vista dell'assemblea odierna hanno fornito indicazioni agli investitori istituzionali e che si sono schierati a favore di Elliott, chiedendo di respingere al mittente la mozione di Vivendi contro i 5 consiglieri. Due proxy su tre hanno comunque riconosciuto una sostanziale 'perdita di indipendenza' in capo a Conti, pur giustificandone l'azione.

In funzione delle indicazioni fornite dai proxy e del fatto che in assemblea è atteso circa il 67% del capitale (per lo più fondi d'investimento), l'esito del voto appare scontato e sfavorevole a Vivendi. Su questo fronte si attende di capire se anche la Cassa Depositi e Prestiti - che ha ribadito la sua equidistanza nella disputa tra i due soci e che ha investito oltre un miliardo di euro per costruire una quota del 9,87% a sostegno del progetto di integrazione della rete - confermerà il voto a favore di Elliott, come fece in occasione dell'assemblea del maggio 2018.

ofb/lab

 

(END) Dow Jones Newswires

March 29, 2019 05:21 ET (09:21 GMT)

Copyright (c) 2019 MF-Dow Jones News Srl.
Grafico Azioni Ferrari NV (NYSE:RACE)
Storico
Da Mar 2024 a Apr 2024 Clicca qui per i Grafici di Ferrari NV
Grafico Azioni Ferrari NV (NYSE:RACE)
Storico
Da Apr 2023 a Apr 2024 Clicca qui per i Grafici di Ferrari NV