Tim: al via assemblea, Elliott e Vivendi alla prova dei soci
29 Marzo 2019 - 10:36AM
MF Dow Jones (Italiano)
Dopo l'assemblea del 4 maggio 2018 che sancì il ribaltone nel
Cda di Tim e la conseguente perdita per Vivendi del controllo e
coordinamento dell'azienda italiana con l'instaurazione di un
Consiglio composto a maggioranza da amministratori indipendenti, la
parola ritorna oggi ai soci in occasione dell'adunanza annuale per
l'approvazione del bilancio.
L'incontro arriva dopo mesi di attriti crescenti tra la media
company transalpina - principale azionista di Tim con una quota del
23,94% - e il fondo Elliott (9,44%), che lo scorso anno aveva
contestato duramente la gestione del gruppo italiano ad opera dei
francesi. Una tesi che in assemblea era stata sposata appieno da
molti soggetti istituzionali e aveva determinato gli esiti a favore
del fondo di Paul Singer.
Nel corso degli ultimi dodici mesi le due anime che convivono
all'interno del Board di Tim si sono trovate spesso in
contrapposizione. Questo ha influito anche sulla gestione operativa
dell'azienda. Lo scontro è culminato nel novembre scorso, quando il
Consiglio ha deciso a maggioranza di mettere alla porta l'a.d. Amos
Genish - scelto inizialmente da Vivendi e poi confermato alla guida
del gruppo anche dopo il ribaltone di Elliott. L'accusa e' di aver
nascosto al Board il progressivo deterioramento dei risultati e il
conseguente scostamento dagli obiettivi indicati nel Piano
d'impresa. 'Lacune' che hanno portato a un impairment da due
miliardi di euro sull'avviamento, facendo ricomparire il segno meno
nell'ultima riga del conto economico.
I toni si sono ulteriormente surriscaldati quando a dicembre, a
vario titolo, Vivendi ha chiesto la revoca di cinque dei
consiglieri indipendenti indicati da Elliott: Dante Roscini,
Massimo Ferrari, Alfredo Altavilla, Paola Giannotti de Ponti e
Fulvio Conti. In particolare a quest'ultimo, che riveste tutt'oggi
la carica di Presidente, la media company francese contesta di aver
tenuto all'oscuro parte del Cda dell'intenzione di revocare le
deleghe operative a Genish. Questa tesi è stata tuttavia
sconfessata almeno in parte dai principali proxy advisor che in
vista dell'assemblea odierna hanno fornito indicazioni agli
investitori istituzionali e che si sono schierati a favore di
Elliott, chiedendo di respingere al mittente la mozione di Vivendi
contro i 5 consiglieri. Due proxy su tre hanno comunque
riconosciuto una sostanziale 'perdita di indipendenza' in capo a
Conti, pur giustificandone l'azione.
In funzione delle indicazioni fornite dai proxy e del fatto che
in assemblea è atteso circa il 67% del capitale (per lo più fondi
d'investimento), l'esito del voto appare scontato e sfavorevole a
Vivendi. Su questo fronte si attende di capire se anche la Cassa
Depositi e Prestiti - che ha ribadito la sua equidistanza nella
disputa tra i due soci e che ha investito oltre un miliardo di euro
per costruire una quota del 9,87% a sostegno del progetto di
integrazione della rete - confermerà il voto a favore di Elliott,
come fece in occasione dell'assemblea del maggio 2018.
ofb/lab
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March 29, 2019 05:21 ET (09:21 GMT)
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