WALL STREET: contrastata, mercato guarda a trimestrali
14 Gennaio 2020 - 5:28PM
MF Dow Jones (Italiano)
Wall Street prosegue contrastata, con l'attenzione degli
investitori concentrata sulle prime trimestrali societarie, in
particolare quelle delle grandi banche. Jp Morgan e Citigroup hanno
battuto le attese, mentre Wells Fargo ha deluso per gli
accantonamenti legali.
Inoltre, il mercato attende per domani la firma dell'accordo
commerciale di 'Fase 1' tra Stati Uniti e Cina. "Il mood nel
complesso è positivo, ma sarà fondamentale capire quali sono di
preciso i termini reali dell'intesa", afferma Edward Park, deputy
chief investment officer di Brooks Macdonald Asset Management.
Il Dow Jones avanza dello 0,24% e l'S&P 500 arretra dello
0,08%. Il Nasdaq Composite cede lo 0,16%.
I risultati dei principali istituti finanziari sono attentamente
monitorati dagli investitori in quanto visti come un barometro
della salute dell'economia degli Stati Uniti.
"Su base annua i risultati sono ottimi, ma non bisogna
dimenticare che l'ultimo trimestre del 2018 era stato un vero
disastro", commenta JJ Kinahan, chief market strategist di TD
Ameritrade. Tuttavia, "si tratta comunque di un buon modo di
iniziare la stagione delle trimestrali".
Jp Morgan Chase ha registrato un incremento del 21% sull'utile
del quarto trimestre battendo le attese del mercato. La piú grande
banca statunitense ha contabilizzato un utile di 8,52 miliardi di
dollari, ovvero 2,57 dollari ad azione, al di sopra dei 2,35 usd ad
azione attesi dagli analisti di FactSet.
L'utile netto di Citigroup è cresciuto del 15% nel 4* trimestre,
battendo le previsioni degli analisti, grazie alla solida
performance dell'investment banking. Nello specifico l'ultima riga
del conto economico della banca di New York si è attestata a 4,98
miliardi di dollari, pari a 2,15 per azione, che includono un
impatto positivo sul fronte fiscale pari a 0,25 centesimi.
L'ultima riga di bilancio di Wells Fargo è stata invece sotto le
attese degli analisti, con un Eps di 60 cent/azione rispetto agli
1,12 usd/azione previsti dal consenso. L'utile netto si è piú che
dimezzato a 2,87 mld usd, anche a causa di una posta straordinaria
da 1,5 mld per costi legali legati allo scandalo sui conti fantasma
scoppiato nel 2016.
L'inflazione negli Stati Uniti è salita a dicembre dello 0,2% a
livello mensile e del 2,3% su base annuale. Il dato è in linea con
il consenso degli economisti. Lo ha reso noto il Dipartimento del
Lavoro Usa, aggiungendo che l'indice dei prezzi al consumo core,
attentamente monitorato dalla Fed, è cresciuto dello 0,1% m/m e del
2,3% a/a (+0,2% m/m e +2,3% a/a il consenso).
L'inflazione negli Stati Uniti "è stata un pò piú debole del
previsto a dicembre", commenta James Knightley, Chief International
Economist di Ing, avvertendo però come, visto "il dato headline e
quello core ancora al 2,3% a/a e la crescita dei salari che si è
indebolita al 2,9% a/a, assisteremo a una diminuzione del potere
d'acquisto delle famiglie".
Secondo l'esperto questo "probabilmente limiterá il rialzo della
spesa per consumi e della crescita del Pil" Usa nel 2020.
Sul fronte valutario, il cambio euro/usd è in calo a 1,1126.
Sull'obbligazionario il rendimento del T-Note decennale è
dell'1,818%, mentre quello del biennale è dell'1,58%.
lus
(END) Dow Jones Newswires
January 14, 2020 11:13 ET (16:13 GMT)
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