Salini Impregilo: lancia general contractor per Italia (MF)
29 Aprile 2020 - 8:21AM
MF Dow Jones (Italiano)
Nel giorno in cui è stato completato il nuovo ponte sul
Polcevera, Pietro Salini, amministratore delegato di Salini
Impregilo, che ha costruito il viadotto assieme a Fincantieri,
lancia la sua idea per sbloccare le opere in tutto il Paese. Un
general contractor a cui potranno partecipare tutte le aziende
interessate a occuparsi della manutenzione del Paese.
Domanda. Dottor Salini, il Ponte sul Polcevera ha fatto il
miracolo di mettere tutti d'accordo per una volta. Qual è la
formula magica?
Risposta. Il successo. Quando le cose funzionano bene mettono
tutti d'accordo. Il ponte è bello, costruito bene, sono tutti
allineati e i primi a essere contenti sono i cittadini.
D. Il modello Genova funziona...
R. Sì, perché è stato gestito da chi lo sa fare, ha incontrato
pochi ostacoli, ha potuto contare su una grande concordia. E perché
ha pagato. In Italia le opere pubbliche sono ferme perché non si
paga. Il commissario prende decisioni in via ordinaria però le
prende. Mentre nel resto del Paese non si prendono.
D. L'esperienza è replicabile?
R. Lo è ovunque, con un sistema di project management chiaro, in
cui ci si confronta con obiettivi, target misurabili e ogni giorno
si affrontano eventuali imprevisti e si recuperano tempo e risorse
. E' questo è quello che serve.
D. Per farlo serve una legge?
R. Si potrebbe fare da domani dotando una persona che non ha
paura del potere di fare le infrastrutture. Noi abbiamo proposto
proprio oggi (ieri, ndr) al premier Conte la creazione di una
società aperta a tutte le aziende interessate a partecipare alla
manutenzione del Paese, per far ripartire le infrastrutture.
D. Una cosa diversa da Progetto Italia?
R. Sì, una cosa diversa. Si tratterebbe di una sorta di general
contractor che in base a un contratto quadro affiderebbe alle
società partecipanti i progetti da realizzare, distribuendo compiti
in base ai territori, alle competenze. Parliamo di lavori per 8
miliardi l'anno e non solo per le costruzioni, penso anche alla
banda larga per esempio. Tutto quello che serve al Paese.
D. Un piano Marshall, o piano Conte come lo ha chiamato lei: ma
i soldi?
R. Solo di fondi Fas riprogrammabili e senza più il vincolo del
cofinanziamento, abbiamo ancora 28 miliardi. Ho anche proposto un
piano da 10 mila posti di ospedali Covid per gestire emergenze come
quelle vissute, che purtroppo potrebbero ripresentarsi. Sa quanto
costerebbero?
D. No quanto?
R. Un miliardo e mezzo, solo il 3% di quanto ci rimane dai fondi
europei. E ci sono ancora 11 miliardi pronti da spendere fra
ministero delle Infrastrutture, Rfi e Anas. Non è vero che i soldi
non ci sono.
D. Progetto Italia dovrà rivedere il business plan?
R. Se riusciremo a far partire il grande piano per le
infrastrutture che accennavo, non solo non rivedremo i piani ma
potremmo essere motore crescita e portare la nostra esperienza
internazionale su questo progetto italiano. Ad ogni modo i nostri
lavori sono pluriennali e risentono poco di questi shock, al
momento non ci sono alle viste grandi cambiamenti sul piano. Ma
vedremo cosa accadrà, come usciremo dalla crisi.
red
(END) Dow Jones Newswires
April 29, 2020 02:06 ET (06:06 GMT)
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