"Nonostante i mercati siano scesi molto, non abbiamo avuto grandi reazioni da parte dei clienti. Erano talmente preoccupati per la salute e a organizzarsi la vita durante il lockdown che il pensiero dei soldi è finito al terzo posto".

Lo ha detto al Sole 24 ore il presidente di Azimut Holding, Pietro Giuliani, aggiungendo che adesso "la paura si è ridimensionata e ora che progressivamente il lockdown sta terminando, salvo ricadute, ci si focalizza su come siano investiti i soldi alla luce di quello che potrà accadere soprattutto da un punto di vista economico".

"In Gran Bretagna sia la BoE, sia il primo ministro prevedono un calo del Pil del 25%. O loro sono troppo pessimisti oppure noi, con una stima del -9,5%, un po' troppo ottimisti. Quindi oggi -ha messo in evidenza- c'è grande attenzione su cosa fare se il mondo dovesse entrare in una fase di depressione. Non dimentichiamo che quello che è accaduto da un punto di vista soprattutto economico è la crisi più grave dopo il 1929".

Alla domanda se la società rivedrà le previsioni di utili da 300 milioni per fine anno, "no -ha risposto Giuliani- I conti prospettici restano positivi. Non raccolgo su conti correnti e liquidità perché non faccio questo di mestiere: sulla liquidità ci vanno le banche. C'è anche uno studio di Bankitalia che evidenzia come le società indipendenti abbiano performance migliori rispetto ai gruppi bancari;

è una questione di modello di business. Noi siamo specializzati sugli investimenti, non vendiamo altri strumenti. Integriamo, gestione e distribuzione e siamo gli unici che hanno gestori in tutto il mondo che investono in tempo reale".

In merito a come pensa di muoversi la società, "le azioni restano un'asset class dove andare. L'ideale è accumularle anno per anno con un piano ad hoc che definisca ex ante la percentuale che si intende raggiungere e in quanto tempo. È l'unico modo per ottenere un rendimento", ha spiegato.

Giuliano ha sottolineato come "lavoriamo già da cinque anni con le pmi e continueremo a farlo. Ho parlato con molti imprenditori e ho capito che non hanno bisogno di indebitarsi ulteriormente, a loro serve qualcuno che compri le azioni, un socio di minoranza che porti danaro attraverso un aumento di capitale. Il venture capital, soprattutto sulla parte tecnologica, consente di fare passi avanti verso il mondo che verrà. Ci sono realtà piccole che nel giro di 10 anni possono diventare importanti e investirci quando sono ancora piccole permetterà di ottenere ritorni interessanti. E il nostro fondo di venture capital, Italia 500, investe proprio in queste piccole realtà".

La finalità della joint venture con Borsadelcredito.it è quella di "prestare soldi a piccole società. Abbiamo dato vita a una newco che, attraverso un algoritmo ci permette, oltre che a offrire soldi più facilmente e più velocemente, anche di capire l'affidabilità aziendale. Questo accordo è preliminare al lancio di un fondo chiuso da 100 milioni".

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(END) Dow Jones Newswires

May 12, 2020 02:23 ET (06:23 GMT)

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