Alla fine, come ampiamente prevedibile, la contesa fra l'esecutivo ed Atlantia relativa alla concessione autostradale andrà ai tempi supplementari.

Domani infatti è il 30 giugno, termine entro il quale Atlantia avrebbe dovuto restituire la concessione, come previsto dal contratto qualora vi fosse stato un peggioramento delle condizioni di legge, come quello imposto dall'articolo 35 del Dl Milleproroghe che prevede delle condizioni molto meno onerose per lo stato per la revoca delle concessioni. L'indennizzo passa dei 23 mld previsto dal contratto di concessione a 7 mld.

Nelle congestionate interlocuzioni di questi mesi Aspi ha proposto al Governo di proseguire la gestione ordinaria della rete autostradale anche dopo il 30 giugno, purchè venisse tenuto fermo il suo diritto alla restituzione della concessione. L'esecutivo non ha risposto e questo atteggiamento, per i consulenti legali dell'azienda, va interpretato come silenzio assenso.

I temi sul tavolo sono molti.

Il primo e imprescindibile è l'annullamento dell'articolo del Dl. Senza questo passaggio politico nessuna altra decisione ha senso. Il rating della società è stato declassato al livello di spazzatura proprio in conseguenza della promulgazione del Dl. Il declassamento del rating ha reso il programma di investimenti non bancabile.

Aspi è in uno stato di ipossia finanziaria. Di fatto non può fare molto più della manutenzione ordinaria. Da tempo si parla di una possibile cessione di quote Aspi da parte di Atlantia, che oggi controlla l'88% della concessionaria. Se non viene cambiato il Dl le quote semplicemente valgono zero perchè la società sarebbe destinata al default.

Quindi qualunque passaggio azionario non puo' prescindere dal cambiamento del Dl. Non solo. Tra Governo e Atlantia si è parlato di una possibile riduzione delle tariffe. E' evidente che il regime tariffario sia uno degli elemento chiave per definire la valutazione delle quote. In ultimo, come se non bastasse tutto questo a rendere il panorama complicato, va aggiunto che gli attuali soci di Aspi hanno dei diritti di prelazione e che potrebbero non gradire l'ingresso di un soggetto di natura pubblica, come Cdp o f2i nell'azionariato. In particolare, fonti vicine ai soci Aspi avrebbero espresso delle perplessità sull'apporto in termini di Know How autostradale che Cdp potrebbe apportare ad Aspi.

Perchè tutte le palle vadano in buca serve un lavoro molto lungo e complesso. La chiusura non sarà rapidissima anche se un accordo preliminare fra le parti potrebbe essere trovato in temi non eterni.

Sullo sfondo, infine, rimane l'attesa per la decisione della Corte Costituzionale sul cosiddetto Decreto Genova, con cui il Governo ha disposto che non fosse Atlantia a ricostruire il Ponte di Genova. La decisione è attesa a partire dall'8 Luglio. Qualora fosse favorevole ad Aspi ed Atlantia la posizione negoziale del governo ne uscirebbe assai indebolita. E viceversa.

glm

 

(END) Dow Jones Newswires

June 29, 2020 10:11 ET (14:11 GMT)

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