Non solo la riduzione degli oneri burocratici. Per catalizzare veramente gli investimenti necessari al rilancio del Paese, il pubblico dovrà essere ridisegnato anche prestando maggiore attenzione alla formazione e alla valorizzazione del capitale umano, risorsa spesso data per scontata ma in realtà fondamentale quando si vuole rivoluzionare un'organizzazione.

È questo l'appello lanciato venerdì 3 luglio dai protagonisti di "Ripartitalia P.A.- Reinventare lo Stato", evento organizzato da ClassCnbc (televisione del Gruppo Class E. che assieme a DowJones&Co. Controlla questa agenzia), e MF-Milano Finanza per discutere sul futuro che attende la pubblica amministrazione italiana proprio nei giorni in cui iniziava a circolare la prima bozza del decreto Semplificazione studiato dal Governo. La giornata di confronto ha visto la partecipazione di oltre mille persone collegate via Zoom. A detta dello stesso viceministro dell'Economia Antonio Misiani, intervenuto come ospite al convegno, il testo «continuerà a essere oggetto di confronto in seno al Governo e approderà in Cdm nei prossimi giorni», precisamente lunedì secondo le ultime indiscrezioni.

A rimarcare la necessità di investire sulle risorse umane è stato in apertura dei lavori lo stesso editor in chief e ceo di Class Editori, Paolo Panerai, che ha sottolineato l'importanza della qualità delle persone impiegate nel pubblico dicendo che "è fondamentale ci sia l'orgoglio di far parte della Pa mentre spesso le motivazioni di chi cerca di essere assunto sono altre". "Bisognerebbe fare in modo che i giovani che escono dalle facoltà con voti eccellenti abbiano subito il diritto di entrare ai livelli più alti delle amministrazioni», ha aggiunto Panerai, «così da capovolgere l'attuale situazione per cui la pubblica amministrazione è considerata come un ripiego e non un obiettivo".

Sullo stesso tema si è soffermato anche il ministro della Pubblica amministrazione, Fabiana Dadone, secondo la quale "dovremo investire ancora di più non solo nelle competenze digitali ma anche in quelle trasversali di cui si parla molto nel settore privato ma poco nel pubblico". Da qui la necessità, ha detto il ministro, «di valutare le skills e come si possano adattare le competenze nella Pa per avere buoni manager pubblici". Su questo aspetto si sono concentrati anche gli interventi degli altri ospiti del convegno, come il presidente di Open Fiber Franco Bassanini, che ha sottolineato l'importanza, oltre che di un "rilancio degli investimenti per aggiustare il rapporto debito/pil", anche di "recuperare le carenze di personale con competenze tecniche, informatiche e manageriali". Da questo punto di vista, ha poi suggerito l'ex ministro dell'Economia, Giovanni Tria, facendo eco al presidente della Scuola nazionale di amministrazione, Stefano Battini, «bisognerebbe creare un canale ad hoc per chi vuole entrare nei vertici della Pa tramite corsi universitari d'élite, dall'accesso molto selettivo, per fornire una formazione internazionale e su misura". "È necessario aumentare il focus sui risultati realizzando il performance budgeting, ma la riforma della pubblica amministrazione deve andare comunque di pari passo a quella della giustizia, parallelamente agli investimenti", ha invece sostenuto Carlo Cottarelli, direttore dell'Osservatorio Spesa Pubblica dell'Università Cattolica, ricevendo il favore, tra gli altri, del direttore generale di Confindustria, Marcella Panucci, secondo la quale serve anche «ridurre norme penali ed erariali insieme ad oneri civili, specie con riferimento all'abuso d'ufficio, per evitare la fuga dalla firma dei funzionari pubblici. Senza dimenticare "lo snellimento delle procedure per valutare l'impatto ambientale delle opere e soprattutto lo snellimento del codice degli appalti", ha aggiunto Panucci, che giudica le due iniziative come quelle davvero in grado di promuovere gli investimenti.

Su quest'ultimo aspetto ha invece mostrato resistenze il presidente dell'Anac Francesco Merloni, convinto che la sospensione temporanea del testo, così come paventata dal Decreto, comporti dei rischi: «Nel codice ci sono già norme che consentono misure emergenziali e procedure accelerate di natura temporanea che non derogano al codice», ha detto. Tra gli altri ospiti della giornata anche accademici come Giovanni Valotti, docente all'Università Bocconi ed ex presidente di A2A, che ha sottolineato come la responsabilità nella Pa venga percepita come un peso, mentre nelle aziende private venga intesa come un valore. Di qui l'invito a cambiare cultura. A sua volta, in tema di innovazione, il giurista Sabino Cassese ha spiegato che sarebbe necessario «adattare la Pubblica amministrazione all'innovazione piuttosto che, come spesso accade, il contrario». Hanno preso parte ai lavori della rassegna anche Grazia Strano, direttore Servizi informativi del ministero del Lavoro, Antonio Decaro, presidente Anci, Gabriele Buia, presidente Ance, Gabriella Palmieri Sandulli, avvocato generale dello Stato, il sindaco di Genova, Marco Bucci, Zeno D'Agostino, ex Autorità Portuale Trieste, e Paolo Bernasconi, ex procuratore Confederazione Elvetica, mentre a chiudere il meeting sono stati Francesco Caio, presidente di Saipem, Corrado Passera, fondatore e ad di illimity, e Franco Bernabè, presidente di Cellnex, che hanno sottolineato opportunità e rischi di un nuovo sodalizio pubblico-privato in materia di investimenti.

red

 

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July 06, 2020 03:25 ET (07:25 GMT)

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