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Spread Btp-Bund

- Modificato il 15/5/2012 15:44
mentorex N° messaggi: 10694 - Iscritto da: 26/1/2009

Visto che ci sta ammazzando tutti, vale la pena vedere il nostro nemico.



Ecco il link





http://www.bloomberg.com/quote/!ITGERSP:IND



Lista Commenti
1283 Commenti
 ...   10   ... 
181 di 1283 - 19/12/2011 09:23
SIMONE1966 N° messaggi: 7894 - Iscritto da: 07/7/2009
Quotando: zibo5708:51 - *** BTp: spread con Bund vola a 519 punti, rendimento sopra il 7%

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Roma, 19 dic - Impennata dello
spread tra BTp e Bund in avvio di settimana. Il
differenziale tra Italia e Germania sulla scadenza
Decennale, dopo aver aperto a quota 472 punti base, si e'
subito allargato e si attesta oltre 519 punti base contro un
valore attorno ai 460 punti registrato venerdi'. Torna sopra
il 7% anche il rendimento del BTP decennale.
Ale
-

(RADIOCOR) 19-12-11 08:51:10 (0064)news 5 NNNN




Porca di quella miseria ci risiamo.
182 di 1283 - Modificato il 19/12/2011 13:06
zibo57 N° messaggi: 4666 - Iscritto da: 24/3/2007
Quotando: SIMONE1966
Quotando: zibo5708:51 - *** BTp: spread con Bund vola a 519 punti, rendimento sopra il 7%

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Roma, 19 dic - Impennata dello
spread tra BTp e Bund in avvio di settimana. Il
differenziale tra Italia e Germania sulla scadenza
Decennale, dopo aver aperto a quota 472 punti base, si e'
subito allargato e si attesta oltre 519 punti base contro un
valore attorno ai 460 punti registrato venerdi'. Torna sopra
il 7% anche il rendimento del BTP decennale.
Ale
-

(RADIOCOR) 19-12-11 08:51:10 (0064)news 5 NNNN



Porca di quella miseria ci risiamo.

Lo spread tra BTp e Bund ritorna sotto quota 500 punti base. Grazie alla buona performance dei titoli dei Paesi periferici dell’Eurozona, il differenziale di rendimento tra Italia e Germania si attesta ora a 492 punti base, in ribasso rispetto all’impennata dell’avvio (si veda: Spread Btp Bund in forte rialzo, differenziale subito a 519 punti base) ed in rialzo di circa 20 centesimi rispetto alla chisusura di venerdì. Recupera terreno anche il rendimento decenanle, che vale ora il 6,83 per cento.
183 di 1283 - 19/12/2011 13:52
SIMONE1966 N° messaggi: 7894 - Iscritto da: 07/7/2009
Comunque sempre troppo alto.
184 di 1283 - 20/12/2011 15:41
duca minimo N° messaggi: 38149 - Iscritto da: 29/8/2006
Quotando: SIMONE1966
Quotando: zibo5708:51 - *** BTp: spread con Bund vola a 519 punti, rendimento sopra il 7%

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Roma, 19 dic - Impennata dello
spread tra BTp e Bund in avvio di settimana. Il
differenziale tra Italia e Germania sulla scadenza
Decennale, dopo aver aperto a quota 472 punti base, si e'
subito allargato e si attesta oltre 519 punti base contro un
valore attorno ai 460 punti registrato venerdi'. Torna sopra
il 7% anche il rendimento del BTP decennale.
Ale
-

(RADIOCOR) 19-12-11 08:51:10 (0064)news 5 NNNN




ci rinuncio ...

Porca di quella miseria ci risiamo.

185 di 1283 - 21/12/2011 09:48
zibo57 N° messaggi: 4666 - Iscritto da: 24/3/2007
09:43 - BTp: in avvio di seduta spread con Bund scende sotto i 450 punti base

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Roma, 21 dic - Spread in calo
tra BTp e Bund. In avvio di seduta, lo scarto tra Italia e
Germania sulla scadenza benchmark decennale e' a 447 punti
base, contro i 465 toccati ieri in chiusura. In ribasso
anche il rendimento sulla scadenza decennale italiana che si
attesta al 6,46% dal 6,6% raggiunto in chiusura.
Tri

(RADIOCOR) 21-12-11 09:43:13 (0082) 5 NNNN
186 di 1283 - 21/12/2011 23:29
psicotrader75 N° messaggi: 934 - Iscritto da: 29/4/2008
ieri sentivo un nostro ex ministro un po' ignorante che parlava di spread ripetendo a filastrocca stupidaggini che va cantando ormai da un mese, poi parlava di quello spagnolo ma mentre parlava qualcuno non gli ha detto che l'asta spagnola ben riuscita era solo un attacco degli inglesi a merkozy!
la soluzione è dietro l'angolo, ma serve panico per serrare i chiavistelli per bene e non c'è nient'altro.
buon natale!!
187 di 1283 - 22/12/2011 07:21
duca minimo N° messaggi: 38149 - Iscritto da: 29/8/2006
Quotando: psicotrader75ieri sentivo un nostro ex ministro un po' ignorante che parlava di spread ripetendo a filastrocca stupidaggini che va cantando ormai da un mese, poi parlava di quello spagnolo ma mentre parlava qualcuno non gli ha detto che l'asta spagnola ben riuscita era solo un attacco degli inglesi a merkozy!
la soluzione è dietro l'angolo, ma serve panico per serrare i chiavistelli per bene e non c'è nient'altro.
buon natale!!

188 di 1283 - 28/12/2011 17:13
mentorex N° messaggi: 10694 - Iscritto da: 26/1/2009
sto spread ha rotto il caxxo!
189 di 1283 - 28/12/2011 17:25
we2 N° messaggi: 8896 - Iscritto da: 02/10/2009
tie mento
Spread-copia-1.jpg
190 di 1283 - 28/12/2011 17:36
mentorex N° messaggi: 10694 - Iscritto da: 26/1/2009
Ciao we, aspetto che mi mandi una buona pastiera.

Napule è mille culure
Napule è mille paure Napule
è a voce de' criature
che saglie chianu chianu e
tu sai ca nun si sulo.



191 di 1283 - 28/12/2011 17:41
we2 N° messaggi: 8896 - Iscritto da: 02/10/2009
mento se mi mandi indirizzo senz altro ma a formia a latina non ricordo pure la fanno buona stiamo vicini anzi dobbiamo stare tutti vicini vicini cia (che schifo pure oggi)
192 di 1283 - 28/12/2011 18:04
mentorex N° messaggi: 10694 - Iscritto da: 26/1/2009
Abito vicino a Lat(r)ina
193 di 1283 - 28/12/2011 18:04
mentorex N° messaggi: 10694 - Iscritto da: 26/1/2009
Ciao paesà!
194 di 1283 - 29/12/2011 10:17
mentorex N° messaggi: 10694 - Iscritto da: 26/1/2009
514
Oggi alle 12 ci sarà la prova della verità con la politica di kakka.
il povero MONTI se i partiti non si metteranno di traverso ci salverà altrimenti prepariamoci con la muta da sub.
Eccomi
Corso_Sub_Formula_Vacanza.jpg
195 di 1283 - 29/12/2011 15:23
goldrake3 N° messaggi: 64 - Iscritto da: 13/4/2010
Questo però non è mare di L.
196 di 1283 - 04/1/2012 18:14
mentorex N° messaggi: 10694 - Iscritto da: 26/1/2009
Per chi non lo ha letto oggi in giornata, fatevi 2 risate amare

- Tratto da "Il Corriere della Sera" del 4 gennaio 2012
Buste paga molto pesanti a Palazzo di Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella

Può un senatore guadagnare la metà del suo barbiere di Palazzo Madama, come lamentano quei parlamentari che per ribattere ai cittadini furenti contro i mancati tagli dicono di prendere intorno ai 5 mila euro? No. Infatti non è così. Il gioco è sempre quello: citare solo l'«indennità». Senza i rimborsi, le diarie, le voci e i benefit aggiuntivi. Con i quali il «netto» in busta paga quasi quasi triplica.
Sono settimane che va avanti il tormentone. Di qua la busta paga complessiva portata in tivù dal dipietrista alla prima legislatura Francesco Barbato, che tra stipendio e diarie e soldi da girare al portaborse ha mostrato di avere oltre 12.000 euro netti al mese. Di là l'insistenza sulla sola «indennità». E la tesi che le altre voci non vanno calcolate, tanto più che diversi (230 contro 400, alla Camera) hanno fatto sul serio un contratto ai collaboratori e moltissimi girano parte dei soldi al partito. Una scelta spesso dovuta ma comunque legittima e perfino nobile: ma è giusto caricarla sul groppo dei cittadini in aggiunta ai rimborsi elettorali e alle spese per i «gruppi»? Non sarebbe più opportuno e più fruttuoso nel rapporto con l'opinione pubblica mostrare la busta paga reale, che dopo una serie di tagli è davvero più bassa di quella da 14.500 euro divulgata nel 2006 dal rifondarolo Gennaro Migliore?

Non ha molto senso, questa sfida da una parte e dall'altra centrata tutta su quanto prendono deputati e senatori. Peggio: rischia di distrarre l'attenzione, alimentando il peggiore qualunquismo, dal cuore del problema. Cioè il costo d'insieme di una politica bulimica: il costo dei 52 palazzi del Palazzo, il costo delle burocrazie, il costo degli apparati, il costo delle Regioni, delle province, di troppi enti intermedi, delle società miste, di mille altri rivoli di spesa che servono ad alimentare un sistema autoreferenziale.

Dice tutto il confronto con le buste paga distribuite, ad esempio, al Senato. Dove le professionalità di eccellenza dei dipendenti, che da sempre raccolgono elogi trasversali da tutti i senatori di destra e sinistra, neoborbonici o padani, sono state pagate fino a toccare eccessi unici al mondo. Tanto da spingere certi parlamentari (disposti ad attaccare Monti, Berlusconi, Bersani o addirittura il Papa ma mai i commessi da cui sono quotidianamente coccolati) ad ammiccare: «Siamo semmai gli unici, qui, a non essere strapagati».

Il questore leghista Paolo Franco lo dice senza tanti giri di parole: «Il contratto dei dipendenti di palazzo Madama è fenomenale. Consente progressioni di carriera inimmaginabili. Ed è evidente che contratti del genere non se ne dovranno più fare. Bisogna cambiare tutto». Come può reggere un sistema in cui uno stenografo arriva a guadagnare quanto il re di Spagna? Sembra impossibile, ma è così. Senza il taglio del 10% imposto per tre anni da Giulio Tremonti per i redditi oltre i 150 mila euro, uno stenografo al massimo livello retributivo arriverebbe a sfiorare uno stipendio lordo di 290 mila euro. Solo 2mila meno di quanto lo Stato spagnolo dà a Juan Carlos di Borbone, 50 mila più di quanto, sempre al lordo, guadagna Giorgio Napolitano come presidente della Repubblica: 239.181 euro.

Per carità, non «ruba» niente. Esattamente come Ermanna Cossio che conquistò il record mondiale delle baby-pensioni lasciando il posto da bidella a 29 anni col 94% dell'ultimo stipendio, anche quello stenografo ha diritto di dire: le regole non le ho fatte io. Giusto. Ma certo sono regole che nell'arco della carriera permettono ai dipendenti di Palazzo Madama, grazie ad assurdi automatismi, di arrivare a quadruplicare in termini reali la busta paga. E consentono oggi retribuzioni stratosferiche rispetto al resto del paese cui vengono chiesti pesanti sacrifici.

Al lordo delle tasse e dei tagli tremontiani, un commesso o un barbiere possono arrivare a 160 mila euro, un coadiutore a 192 mila, un segretario a 256 mila, un consigliere a 417mila. E non basta: allo stipendio possono aggiungere anche le indennità. Alla Camera un capo commesso ha diritto a un supplemento mensile di 652 euro lordi che salgono a 718 al Senato. Un consigliere capo servizio di Montecitorio a una integrazione di 2.101, contro i 1.762 euro del collega di palazzo Madama. Per non dire dei livelli cosiddetti «apicali». Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega ai rapporti col Parlamento Antonio Malaschini, quando era segretario generale del Senato, guadagnava al lordo nel 2007, secondo l'Espresso, 485 mila euro l'anno. Arricchito successivamente da un aumento di 60 mila che spappolò ogni record precedente per quella carica. Va da sé che la pensione dovrebbe essere proporzionale. E dunque, secondo le tabelle, non inferiore ai 500 mila lordi l'anno.

È uno dei nodi: retribuzioni così alte, grazie a meccanismi favorevolissimi di calcolo, si riflettono in pensioni non meno spettacolari. Basti ricordare che gli assunti prima del '98 possono ancora ritirarsi dal lavoro (con penalizzazioni tutto sommato accettabili) a 53 anni. Esempio? Un consigliere parlamentare di quell'età assunto a 27 anni e forte del riscatto di 4 anni di laurea ha accumulato un'anzianità contributiva teorica di 38 anni. Di conseguenza può andare in pensione con 300 mila euro lordi l'anno, pari all'85% dell'ultima retribuzione. Se poi decide di tirare avanti fino all'età di Matusalemme (che qui sono 60 anni) allora può portare a casa addirittura il 90%: più di 370 mila euro sul massimo di 417 mila.

Funziona più o meno così anche per i gradi inferiori. A 53 anni un commesso è in grado di ritirarsi dal lavoro con un assegno previdenziale di 113 mila euro l'anno che, se resta fino al 60º compleanno, può superare i 140 mila. Con un risultato paradossale: il vitalizio di un senatore che abbia accumulato il massimo dei contributi non potrà raggiungere quei livelli mai. E tutto ciò succede ancora oggi, mentre il decreto salva Italia fa lievitare l'età pensionabile dei cittadini normali e restringere parallelamente gli assegni col passaggio al contributivo «pro rata» per tutti. Intendiamoci: sarebbe ingiusto dire che le Camere non abbiano fatto nulla. A dicembre il consiglio di presidenza del Senato, ad esempio, ha deciso che anche per i dipendenti in servizio si dovrà applicare il sistema del contributivo «pro rata». Ma come spiega Franco, è una decisione che per diventare operativa dovrà superare lo scoglio di una trattativa fra l'amministrazione e le sigle sindacali, che a palazzo Madama sono, per meno di mille dipendenti, addirittura una decina. Il confronto non si annuncia facile. Anche nel 2008, dopo mesi di polemiche sui costi, pareva essere passato un giro di vite, sostenuto dal questore Gianni Nieddu. Ma appena cambiò la maggioranza, quella nuova non se la sentì di andare allo scontro.

E tutto si arenò nei veti sindacali. Stavolta, poi, la trattativa ha contorni ancora più divertenti. Controparte dei sindacati è infatti la vicepresidente del Senato Rosy Mauro, esponente della Lega Nord, partito fortemente contrario alla riforma delle pensioni e sindacalista a sua volta: è presidente, in carica, del Sinpa, il sindacato del Carroccio. Nel frattempo, chi esce ha la strada lastricata d'oro. Il consigliere parlamentare «X» (alla larga dalle questioni personali, ma parliamo di un caso con nome e cognome) ha lasciato il Senato a luglio del 2010 a 58 anni. Da allora, finché non è entrato in vigore il contributo triennale di solidarietà per i maxi assegni previdenziali, palazzo Madama gli ha pagato una pensione di 25.500 euro lordi al mese: venticinquemilacinquecento.

Per 15 mensilità l'anno. Spalmandoli sulle 13 mensilità dei cittadini comuni 29.423 euro a tagliando. Da umiliare perfino l'ex parlamentare Giuseppe Vegas, oggi presidente della Consob, che da ex funzionario del Senato, sarebbe in pensione con 20 mila. Neppure il commesso «Y», assunto a suo tempo con la terza media, si può lamentare: ritiratosi nello stesso luglio 2010, sempre a 58 anni, ha diritto (salvo tagli tremontiani) a 9.300 euro lordi al mese. Per quindici. Vale a dire che porta a casa complessivamente oltre 20mila euro in più dello stipendio massimo dei 21 collaboratori più stretti di Barak Obama.

Sono cifre che la dicono lunga su dove si annidino i privilegi di un sistema impazzito sul quale sarebbe stato doveroso intervenire «prima» (prima!) di toccare le buste paga dei pensionati Inps. I bilanci di Camera e Senato del resto parlano chiaro. Nel 2010 la retribuzione media dei 1.737 dipendenti di Montecitorio, dall'ultimo dei commessi al segretario generale, era di 131.585 euro: 3,6 volte la paga media di uno statale (36.135 euro) e 3,4 volte quella di un collega (38.952 euro) della britannica House of Commons. E parliamo, sia chiaro, di retribuzione: non di costo del lavoro. Se consideriamo anche i contributi, il costo medio di ogni dipendente della Camera schizza a 163.307 euro. Quello dei 962 dipendenti del Senato a 169.550. E non basta ancora. Perché nel bilancio del Senato c'è anche una voce relativa al personale «non dipendente», che comprende consulenti delle commissioni e collaboratori vari, ma soprattutto gli addetti a non meglio precisate «segreterie particolari». Con una spesa che anche nel 2011, a dispetto dei tagli annunciati, è salita da 13 milioni 520 mila a 14 milioni 990 mila euro. Con un aumento, mentre il Pil pro capite affondava, del 10,87%: oltre il triplo dell'inflazione.


197 di 1283 - 05/1/2012 12:06
mentorex N° messaggi: 10694 - Iscritto da: 26/1/2009
Sto caxxo di spread non si decide a scendere e mò ci si mette pure l'Ungheria.
I PARTITI SONO LA ROVINA DELLA SOCIETA' MODERNA. BASTA CON IL FINANZIAMENTO PUBBLICO DI POLITICI ANALFABATI CHE NON DOVREBBERO MANCO AVERE IL DIRITTO DI VOTO.
198 di 1283 - 05/1/2012 12:30
zibo57 N° messaggi: 4666 - Iscritto da: 24/3/2007
Quotando: mentorexSto caxxo di spread non si decide a scendere e mò ci si mette pure l'Ungheria.
I PARTITI SONO LA ROVINA DELLA SOCIETA' MODERNA. BASTA CON IL FINANZIAMENTO PUBBLICO DI POLITICI ANALFABATI CHE NON DOVREBBERO MANCO AVERE IL DIRITTO DI VOTO.

Se non calano lo stipendio i parlamentari, alle prossime elezioni mi rifiuto di andare a votare.
199 di 1283 - 05/1/2012 13:39
Caligola N° messaggi: 27329 - Iscritto da: 01/11/2006
Quotando: zibo57
Quotando: mentorexSto caxxo di spread non si decide a scendere e mò ci si mette pure l'Ungheria.
I PARTITI SONO LA ROVINA DELLA SOCIETA' MODERNA. BASTA CON IL FINANZIAMENTO PUBBLICO DI POLITICI ANALFABATI CHE NON DOVREBBERO MANCO AVERE IL DIRITTO DI VOTO.

Se non calano lo stipendio i parlamentari, alle prossime elezioni mi rifiuto di andare a votare.



non si calano proprio un bel niente , fan solo le solite promesse da marinaio e lo spread oltre i 500 rispecchia questa vergogna .

abbiamo la benzina e gli stipendi dei politici più cari d' Europa se non del mondo .
200 di 1283 - 05/1/2012 15:35
SIMONE1966 N° messaggi: 7894 - Iscritto da: 07/7/2009
Ormai a questo punto penso che non ne veniamo più fuori.
1283 Commenti
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