Credito Emiliano (CE)

- Modificato il 01/5/2017 11:59
GIOLA N° messaggi: 29907 - Iscritto da: 03/9/2014
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Grafico IntradayGrafico Storico

 

 

Il Credito Emiliano è presente in 19 regioni italiane, in Svizzera ed in Lussemburgo. E' un Gruppo attivo anche nell'asset management e nel bancassurance con i marchi Euromobiliare e Credemvita.

 

 





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61 di 85 - 01/5/2017 11:55
GIOLA N° messaggi: 29907 - Iscritto da: 03/9/2014
L'assemblea del Credem approva il bilancio 2016 e il dividendo 2017

L’assemblea dei soci del Credem ha approvato il bilancio dell’esercizio 2016, chiuso con un utile netto consolidato di 131,9 milioni di euro, e ha deliberato di distribuire un dividendo di 0,15 euro per azione; la cedola sarà staccata il 15 maggio.

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62 di 85 - 01/5/2017 14:05
periana N° messaggi: 797 - Iscritto da: 14/12/2013
altro che breccia tra un po' si trasformerà in feccia
63 di 85 - 28/5/2017 09:39
GIOLA N° messaggi: 29907 - Iscritto da: 03/9/2014
Credem, Ifis, Profilo, Desio, Sistema la rivincita del modello “banche di famiglia”

DALL’INIZIO DELL’ANNO I TITOLI DI ALCUNI FRA I TITOLI DI QUESTI ISTITUTI CRESCONO PIÙ DELLA MEDIA DEL SETTORE COSÌ COME FOTOGRAFATO DALL’INDICE FTSE


Il modello di azienda familiare, tanto vituperato di questi tempi perché accusato di lasciare poco spazio alle energie dei manager e quindi di avere pochi spazi di crescita nel mercato, si prende una bella rivincita in banca. A guardare le performance di alcuni titoli che rientrano in questo comparto, infatti, occorre prendere atto che corrono più della media di settore. Qualche esempio? Se il Ftse Mib cresce di circa il 10% da inizio anno e il Ftse Banche (l’indice di settore a Piazza Affari) del 17%, Credem – che fa capo alla famiglia Maramotti è su di oltre il 20%, mentre Banca Ifis di Sebastien Egon Fuerstenberg ha guadagnato circa un quarto del valore che segnava alla fine del 2016.

Banco di Desio e Brianza dei Gavazzi (storici imprenditori lombardi, con forti discendenze nobiliari) fa ancora meglio, con una rivalutazione che arriva a sfiorare il 30%. Mentre Banca Finnat è in linea con i livelli di inizio 2017, ma in questo caso va considerato anche il peso dell’indagine sul presidente Giampietro Nattino, poi dimessosi. Così come non fa testo la performance altalenante di Carige, presa in carica dai Malacalza quando era già in difficoltà. «E’ difficile fare un discorso d’insieme quando si parla di società diverse, a maggior ragione se la focalizzazione del business è differente. Si pensi a Ifis, che è più concentrata sul factoring e la valorizzazione degli npl, rispetto all’attività bancaria tradizionale, che contraddistingue
gli altri due istituti», commenta un analista.

Che però aggiunge: «Sta di fatto che, laddove a comandare è una famiglia, e ci mette fondi propri, vi è tendenzialmente una maggiore prudenza nelle scelte di allocazione del denaro ». In concreto questo significa che si prendono meno rischi nelle fasi di entusiasmo e forte crescita del mercato, fieno in cantina che poi si rivela sacrosanto quando arrivano i momenti difficili. «Considerato che la mole di crediti deteriorati accumulata negli anni della recessione è il principale problema delle banche italiane, chi si è esposto meno su quel versante, oggi si trova in una situazione di maggiore solidità», aggiunge l’esperto. Anche se non si possono tirare conclusioni a lungo termine. «La prudenza nella concessione del credito in altre epoche storiche è stata considerata un fattore di debolezza e potrebbe tornare a esserlo in futuro, dato che potenzialmente comprime la marginalità degli istituti», sottolinea un altro analista.

Che ricorda come le banche private quotate non siano sovrapponibili alle aziende familiari tradizionali «perché la presenza sui mercati regolamentati impone regole di governance e di trasparenza tipiche delle aziende a gestione manageriale». Guardando in prospettiva, il controllo societario nelle mani di un gruppo di persone con vincoli di sangue potrebbe essere percepito come un limite alla valorizzazione del titolo, riducendone l’appeal speculativo. Ma di questi tempi, in cui la priorità è difendere le posizioni, la prudenza del buon padre di famiglia è un valore aggiunto.

http://www.repubblica.it
64 di 85 - 28/5/2017 10:02
GIOLA N° messaggi: 29907 - Iscritto da: 03/9/2014
E' possibile ipotizzare un'ennesima entrata long a livello 6,6 €/MM50 con TARGET 7,2 € circa.


407-e
65 di 85 - 29/5/2017 15:15
GIOLA N° messaggi: 29907 - Iscritto da: 03/9/2014
Quotando: giola - Post #64 - 28/Mag/2017 08:02E' possibile ipotizzare un'ennesima entrata long a livello 6,6 €/MM50 con TARGET 7,2 € circa.

407-e



40esl
66 di 85 - 04/6/2017 14:11
GIOLA N° messaggi: 29907 - Iscritto da: 03/9/2014
Quotando: giola - Post #64 - 28/Mag/2017 08:02E' possibile ipotizzare un'ennesima entrata long a livello 6,6 €/MM50 con TARGET 7,2 € circa.

407-e



41t0y
67 di 85 - 27/6/2017 10:30
magamago N° messaggi: 2888 - Iscritto da: 24/3/2012
KOMPLALEEEEE...



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68 di 85 - 27/6/2017 15:25
GIOLA N° messaggi: 29907 - Iscritto da: 03/9/2014
Quotando: giola - Post #64 - 28/Mag/2017 08:02
E' possibile ipotizzare un'ennesima entrata long a livello 6,6 €/MM50 con TARGET 7,2 € circa.

407-e



47ami
69 di 85 - 16/7/2017 11:57
GIOLA N° messaggi: 29907 - Iscritto da: 03/9/2014
Quotando: giola - Post #64 - 28/Mag/2017 08:02
E' possibile ipotizzare un'ennesima entrata long a livello 6,6 €/MM50 con TARGET 7,2 € circa.

407-e



ATTENZIONE 1-2-3 HIGH JOE ROSS: SHORT DA 7,18 € CON ENTRATA TRADER'S TRICK


4dyvf
70 di 85 - 17/7/2017 15:17
GIOLA N° messaggi: 29907 - Iscritto da: 03/9/2014
Quotando: giola - Post #69 - 16/Lug/2017 09:57
Quotando: giola - Post #64 - 28/Mag/2017 08:02
E' possibile ipotizzare un'ennesima entrata long a livello 6,6 €/MM50 con TARGET 7,2 € circa.

407-e



ATTENZIONE 1-2-3 HIGH JOE ROSS: SHORT DA 7,18 € CON ENTRATA TRADER'S TRICK

4dyvf



4edkp
71 di 85 - 22/7/2017 14:07
GIOLA N° messaggi: 29907 - Iscritto da: 03/9/2014
Quotando: giola - Post #69 - 16/Lug/2017 09:57
Quotando: giola - Post #64 - 28/Mag/2017 08:02
E' possibile ipotizzare un'ennesima entrata long a livello 6,6 €/MM50 con TARGET 7,2 € circa.

407-e



ATTENZIONE 1-2-3 HIGH JOE ROSS: SHORT DA 7,18 € CON ENTRATA TRADER'S TRICK

4dyvf



4is57
72 di 85 - 10/9/2017 10:45
GIOLA N° messaggi: 29907 - Iscritto da: 03/9/2014
Quotando: giola - Post #71 - 22/Lug/2017 12:07
Quotando: giola - Post #69 - 16/Lug/2017 09:57
Quotando: giola - Post #64 - 28/Mag/2017 08:02
E' possibile ipotizzare un'ennesima entrata long a livello 6,6 €/MM50 con TARGET 7,2 € circa.

407-e



ATTENZIONE 1-2-3 HIGH JOE ROSS: SHORT DA 7,18 € CON ENTRATA TRADER'S TRICK

4dyvf


4is57



530ae
73 di 85 - 22/10/2017 10:28
GIOLA N° messaggi: 29907 - Iscritto da: 03/9/2014
Credem, Akros alza il target in vista dei conti trimestrali

I ricavi sono visti in aumento del 3% a 266 mln di euro. Dato il positivo andamento commerciale e la buona evoluzione della qualità del credito, il broker ha aumentato le stime di utile per azione adjusted 2017-2019 e il prezzo obiettivo a 6,9 euro, confermando il rating neutral

di Paola Valentini

In vista dei conti del terzo trimestre di quest'anno del Credito Emiliano (in pubblicazione il 9 novembre), oggi Banca Akros ha alzato il target price sul titolo da 6,5 a 6,9 euro confermando il giudizio neutral. Il prezzo obiettivo resta sotto le attuali quotazioni: al momento l'azione scambia in borsa a quota 7,37 euro (+0,41%), mentre da inizio anno segna un rialzo del 28%.

Banca Akros prevede che il risultato netto del gruppo sarà di 32 milioni nel terzo trimestre, il 3% più basso rispetto allo stesso periodo 2016 per via della solita stagionalità nella generazione dei ricavi visti comunque in aumento del 3% a 266 milioni di euro con il net interest income in crescita del 4,5% a 117 milioni di euro.

I costi operativi sono visti in salita del 5% a 192 milioni di euro per l'aumento delle assunzioni di personale a supporto delle attività commerciali. Inoltre, dovrebbe essere confermata la solidità di bilancio della banca con un Cet1 non lontano dal 13%.

"Dato il positivo andamento commerciale e la buona evoluzione della qualità del credito, abbiamo aumentato le nostre stime di utile per azione adjusted da 0,58 euro a 0,6 euro per il 2017, da 0,64 a 0,65 euro per il 2018 e da 0,74 a 0,75 per il 2019. Di conseguenza abbiamo portato il prezzo obiettivo del Credem da 6,5 a 6,9 euro", spiegano gli analisti di Banca Akros.

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https://www.milanofinanza.it/
74 di 85 - 13/1/2018 13:40
GIOLA N° messaggi: 29907 - Iscritto da: 03/9/2014
Bonomi (Investindustrial): alle banche servono aumenti capitale per 10 mld

Per il finanziere "tutti lo sanno ma non lo dicono. E reperire mezzi freschi non sarà facile"

Alle banche italiane servono subito aumenti di capitale fino a 10 miliardi. "Tutti lo sanno, ma non lo dicono". Parola di Andrea Bonomi, fondatore di Investindustrial, che in un'intervista al quotidiano La Stampa si è pronunciato su diversi temi, senza tralasciare le banche che evidentemente secondo lui rappresentano ancora un tallone d'Achille. Tanto più che per il resto il suo "outlook" è positivo.

"Questo è un buon momento per l'Italia. Il Paese è in crescita" mentre "i nostri competitori diretti hanno situazioni delicate da gestire: l'Inghilterra con la Brexit, la Spagna alle prese con la Catalogna, la Germania che stenta a creare un governo. Noi sembriamo un Paese potenzialmente tranquillo, anche se arriviamo all'ultimo momento a prendere la coda di una crescita di cui gli altri hanno goduto negli ultimi anni. Presumibilmente ci restano 2-3 anni buoni, non sprechiamoli. L'aver perso la prima parte di crescita è già un danno gravissimo".

Bonomi non crede "che un imprenditore investa o non investa aspettando le elezioni. Sono importanti, ma non rappresentano una questione decisiva. Non danneggeranno l'appetito a investire in Italia nel breve termine. Gia' oggi 1,9 miliardi, pressappoco il 40%, degli oltre 5 miliardi di investimenti che abbiamo, sono in Italia. Nel solo dicembre scorso abbiamo realizzato tre investimenti in Europa: la prima è stata l'italiana Ceme, leader mondiale nella produzione di pompe e valvole".

Alla domanda su quali settori punterete, Bonomi risponde: "Abbiamo una liquidità di 1,7 miliardi e intendiamo rimanere liquidi perché crediamo che gli anni buoni per gli investimenti debbano ancora arrivare. Verranno fuori occasioni anche inaspettate. Sono tanti i settori che necessitano di ristrutturazione. In Italia c'è una frammentazione eccessiva delle imprese. Il design ci interessa molto e poi l'industria".

Poi l'affondo sulle banche. Bonomi ritiene che le banche italiane abbiano "bisogno di un altro giro di aumenti di capitale. Lo sanno tutti, anche se non lo dicono. Escluse Unicredit e Intesa che per dimensione non ho analizzato, al sistema servono tra i 7 e i 10 miliardi. Nessun rischio di sistema, ma non credo che sarà facile raccoglierli, con il mondo che evolve dal punto di vista tecnologico e di governance".

http://www.finanzareport.it

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75 di 85 - 16/1/2018 15:39
GIOLA N° messaggi: 29907 - Iscritto da: 03/9/2014
Credem, accordo con Janus Henderson per distribuire Sicav

Il colosso anglo-americano del risparmio gestito amplia così la propria presenza sul mercato italiano, in particolare sul segmento retail e private. I clienti dell'istituto emiliano avranno accesso ai comparti delle Sicav Janus Henderson Horizon Fund e Janus Henderson Fund

di Marco Sasso

Credem ha siglato con Janus Henderson Investors un accordo per il collocamento dei prodotti autorizzati e distribuiti in Italia. Il colosso anglo-americano del risparmio gestito, focalizzato principalmente sulla gestione attiva, amplia in questo modo la propria presenza sul mercato italiano rafforzando ulteriormente la posizione sul segmento retail e private. I clienti di Credem avranno accesso ai comparti delle Sicav Janus Henderson Horizon Fund e Janus Henderson Fund, attraverso le reti di private banking e consulenza finanziaria dell'istituto emiliano e Banca Euromobiliare.

"Siamo entusiasti di avere consolidato la nostra collaborazione con il gruppo Credem con cui lavoriamo da oltre dieci anni", ha commentato Federico Pons, country head per l'Italia di Janus Henderson Investors. "Questo accordo rientra nell'ambito della nostra strategia di crescita che pone al primo posto il cliente e la generazione di risultati eccellenti nel lungo periodo".

6cvyt
https://www.milanofinanza.it
76 di 85 - 22/1/2018 12:50
GIOLA N° messaggi: 29907 - Iscritto da: 03/9/2014
Credem a caccia di piccole acquisizioni

Per l'istituto emiliano l'obiettivo è ridurre i costi attraverso le sinergie dopo gli investimenti nel digitale

Credem punta a crescere, non solo per vie interne ma anche attraverso acquisizioni. A dirlo è lo stesso Nazzareno Gregori, direttore generale della banca di Reggio Emilia controllata dalla famiglia Maramotti (quella di "Max Mara") e istituto considerato fra i più solidi nel panorama italiano ancora in parte disseminato di crediti deteriorati.

Anche per questo probabilmente il dg Gregori ha messo in chiaro, in un'intervista ad Affari & Finanza, che le eventuali acquisizioni saranno selezionate scrupolosamente affinchè siano in grado di creare valore. In particolare, nel mirino del Credem ci sono potenziali target come piccole banche che siano compatibili sia con il modello di business sia con la governance della banca. Il Dg in proposito ha ricordato che tra gli anni '90 e 2000 l'istituto ha finalizzato ben 30 acquisizioni di piccole banche.

Una nuova operazione servirebbe a creare sinergie e ridurre il rapporto tra costi e ricavi che per il Credem si attesta attualemnte aò 63,4 per cento. Gregori ha spiegato che ciò è diretta conseguenza dei significativi investimenti tecnologici che la banca ha intrapreso, nonché delle spese per la formazione del personale e delle reti di vendita. Quanto ai risultati del 2017, che saranno pubblicati il prossimo 9 febbraio, il dg ha precisato che i numeri saranno migliori del 2016 ma che il 2018 sarà caratterizzato da un contesto ancora più sfidante. in ogni caso secondo il manager il peso del risparmio gestito e delle assicurazioni sta diventando sempre maggiore sul margine di intermediazione del gruppo, dato il perdurare dei bassi tassi di interesse. Gregori ha infine ricordato che il rapporto tra crediti deteriorati e prestiti totali, pari al 5,8%, è tra i più bassi del sistema bancario italiano, mentre sul fronte patromoniale il Cet1 si attesta al 13,37%.

A Piazza Affari tuttavia le dichiarazione del direttore generale non infiammano il titolo del Credem, poco mosso a metà mattina a 7,73 euro, in linea con l'indice bancario di Piazza Affari.
6ep6g
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77 di 85 - 24/1/2018 19:24
GIOLA N° messaggi: 29907 - Iscritto da: 03/9/2014
Banche, addendum Bce su Npl potrebbe slittare

Il documento sarà comunque finalizzato entro il primo trimestre. Per il capo della vigilanza Nouy gli istituti "si devono preparare"

Resta sotto i riflettori il tema della vigilanza dell'Unione Europea sui crediti deteriorati delle banche italiane, dopo che nelle ultime ore una delle maggiori funzionarie della Banca centrale europea, Danièle Nouy, presidente del supervisory board dell'ente, ha fatto capire che potrebbe essere rimandata di qualche mese l'applicazione del cosiddetto "addendum" alle linee guida comunitarie sugli Npl, alias Non Performing Loans.

Parlando a Francoforte, presso la sede della Bce, la Nouy ha dichiarato: "L'addendum è stato sottoposto a pubblica consultazione che si è chiusa a dicembre. Abbiamo esaminato tutti i commenti e le opinioni legali che abbiamo ricevuto ed emenderemo di conseguenza l'addendum. Tra le altre cose, potremmo cambiare la data di applicazione e chiariremo il contesto di Pillar 2 in cui si inserisce della Bce. Ci stiamo coordinando con la commissione europea sulla sua proposta per un livello minimo di accantonamento prudenziale in base al Pillar 1. L'addendum sarà finalizzato nel primo trimestre di quest'anno".

Si ricorderà che il cosiddetto "addendum" è, riassumendo, una integrazione alle linee guida sugli Npl già emesse dalla BCE nel marzo 2017, una sorta di "aggiunta" che l'Europa ha pubblicato in autunno e che prevede di spingere le banche a coprire integralmente i deteriorati dopo sette anni, oppure due anni, a seconda siano crediti garantiti o non garantiti, decorrendo dal momento della loro iscrizione a credito deteriorato.

La Nouy ha invitato gli istituti a non sprecare la possibile dilazione e a impegnarsi comunque per raggiungere l'obbiettivo senza perdere tempo: "Il mio primo messaggio alle banche è questo: fare troppo poco e tardi non è un'opzione percorribile. Porterà sicuramente a maggiori problemi nel futuro. Il mio secondo messaggio alle banche è questo: preparatevi per l'addendum".

il capo della vigilanza Bce ha ricordato il nuovo stress test per capire quali banche sono sottocapitalizzate, spronandole a rimediare ai rischi di mercato, sotto la stretta supervisione dell'Europa. Lo scopo, come spiega lei stessa, è anche arrivare al ventilato sistema europeo di assicurazione dei depositi, o Edis. Secondo la Nouy, la creazione dell'Edis potrebbe comportare "un'altra revisione della qualità degli asset e ciò dovrebbe rappresentare per le banche un ulteriore incentivo a ripulire i loro bilanci".

Il tema dell'addendum è molto sentito dalle banche italiane, che detengono il 25% degli Npl di tutta la galassia bancaria della Ue. I criteri europei di valutazione vengono ritenuti troppo rigidi dall'Italia, e un incontro fra la Nouy e la Banca d'Italia svoltosi a Roma lo scorso 17 gennaio non è valso a far ammorbidire le posizioni europee. La prospettata dilazione di alcuni mesi, però, sembra offrire almeno l'occasione per guadagnare tempo.

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Danièle Nouy, responsabile del comitato unico europeo di vigilanza bancaria
78 di 85 - 10/2/2018 12:38
GIOLA N° messaggi: 29907 - Iscritto da: 03/9/2014
Credem, sì all'M&A ma senza fretta

Al momento non c'è alcuna operazione sul tavolo né pressioni per un'aggregazione. La priorità, in caso di M&A, sarebbe verso l'attività bancaria tradizionale. Se risultati di nuovo eccellenti, il dividendo (0,20 euro sul bilancio 2017) crescerà ancora. Dati positivi, ma per i broker già scontati nel prezzo del titolo

di Francesca Gerosa

Il Credito Emiliano resta aperto a operazioni di M&A, ma non ha alcuna operazione sul tavolo né pressioni per un'aggregazione. "In tema di acquisizione confermo la nostra apertura così come confermo che non c'è nessuna operazione sul nostro tavolo", ha chiarito stamani il direttore generale dell'istituto emiliano, Nazzareno Gregori, nel corso della conference call sui risultati 2017.

Gregori ha comunque chiarito che i presupposti di un'eventuale operazione di aggregazione sono quelli di un "aumento significativo delle dimensioni, preservando il nostro modello di business e di governance". Un modello, ha spiegato, "che ci viene garantito dal nostro attuale azionariato". La priorità, in caso di un'operazione di M&A, sarebbe comunque verso l'attività bancaria tradizionale. "Il nostro è un modello di business completo. Abbiamo bisogno di acquisire clientela e il banking tradizionale valorizzerebbe ulteriormente il nostro modello", ha detto il top manager.

In ogni caso, "non abbiamo pressione e siamo convinti di poterci sviluppare anche su una strategia basata unicamente sulla crescita interna", ha precisato Gregori, rimarcando "l'eccellenza dei risultati 2017". In sintesi, Credem ha chiuso lo scorso esercizio con un utile netto consolidato di 186,5 milioni di euro, in crescita del 41,4% rispetto al 2016. A fine 2017 il margine di intermediazione si è attestato a 1,148 miliardi di euro (+3,7%), i costi operativi sono stati pari a 719,5 milioni (+0,9%) mentre il rapporto tra costi e ricavi è risultato pari al 62,7%, in riduzione rispetto al 64,4% dell'anno precedente.

Per quanto riguarda i coefficienti patrimoniali, il Cet1 si è attestato alla fine dello scorso anno al 13,32%, circa 6 punti percentuali sopra il livello minimo assegnato dalla Bce per il 2018 (pari al 7,375%). Il rapporto tra crediti problematici lordi su impieghi lordi è stato del 5,2% (in linea con la media europea), e migliore rispetto all'11,9% delle banche italiane più significative. "Ciò è stato possibile grazie al nostro modello di business e di governance". Si è anche ridotto di quasi 70 milioni nel solo quarto trimestre lo stock complessivo dei crediti problematici lordi sia in seguito alla preannunciata operazione di cessione (circa 50 milioni) sia per il progressivo miglioramento della base clientela.

Di conseguenza, l'incidenza percentuale dei crediti deteriorati lordi è diminuita ulteriormente, passando dal 5,8% di fine 2016 al 5,2% del 2017. Il dato è pienamente in linea con la media europea, ha aggiunto Gregori. L'obiettivo naturalmente è proseguire in questa direzione, "anche se lo faremo sempre con il nostro passo. Abbiamo un passo sano di riduzione dei crediti deteriorati". Il cda di Credem ha anche proposto un dividendo in aumento del 33% a 0,20 euro per azione "grazie alla redditività che è stata superiore alle attese".

Posto che il dividendo è di competenza del consiglio di amministrazione, "riteniamo che la nostra storia dimostri che tutto quello che stiamo facendo lo stiamo facendo per aumentare il valore della nostra azienda. Questa nostra politica ci sta pagando. Ritengo che certamente se avremo risultati ancora eccellenti, così come quest'anno, rivedremo il dividendo, sono convinto che lo faremo", ha concluso il direttore generale. Nel frattempo a Piazza Affari il titolo Credem , nonostante l'utile netto del quarto trimestre a 40 milioni sopra le attese del consenso a 37 milioni grazie a minori costi, scende del 2,19% a 7,15 euro. Stamani Equita ha confermato il rating hold e il target price a 7,6 euro. Lo stesso giudizio di Banca Imi, che ha un target price a 7,8 euro, e di Banca Akros (rating neutral e target price a 7,40 euro).

"Consideriamo il quarto trimestre 2017 come un solido set di risultati. Continuiamo a considerare Credem come uno dei migliori nel settore bancario in termini di qualità del credito con un rapporto Npe lordo al 5,2%, in linea con la media europea, e con una redditività all'8,7%", affermano a Banca Imi, ma ai prezzi correnti di mercato "crediamo che queste caratteristiche positive siano già scontate", affermano sia gli esperti di Banca Imi sia quelli di Banca Akros. Invece Mediobanca Securities ha ribadito il rating outperform e il target price a 8,80 euro.

6ln-8
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79 di 85 - 03/3/2018 14:32
GIOLA N° messaggi: 29907 - Iscritto da: 03/9/2014
Credem, il CET1 ratio sale al 13,69%

Il Credem ha comunicato che la BCE ha autorizzato l'istituto a non dedurre dal calcolo dei propri coefficienti patrimoniali la partecipazione al 100% in Credemvita. La decisione, effettiva a partire dal 31 dicembre 2017, comporta una revisione incrementale dei coefficienti patrimoniali di vigilanza comunicati in sede di approvazione dei risultati preliminari. In particolare, il CET1 ratio aumenta da 13,32% a 13,69%, dato oltre 6 punti percentuali al di sopra del livello minimo assegnato da BCE per il 2018 pari a 7,375%.
6t851
80 di 85 - 08/3/2018 15:42
GIOLA N° messaggi: 29907 - Iscritto da: 03/9/2014
Credem, nel mirino c'è Banco Desio

Il Dg Gregori vede affinità con la banca lombarda, che precisa di non avere al momento dossier aperti. Esclusa categoricamente un'aggregazione con Carige o Creval, dubbi anche su Pop Sondrio

di Stefano Meri

"Se ci fosse una banca in emergenza, e solo qualora ci fossero le condizioni giuste, come abbiamo a esempio visto nel caso delle due banche venete, potremmo prendere in esame il dossier. Certo questa non è la nostra prima opzione". Così il Direttore generale del Credem , Nazzareno Gregori, in un'intervista al Sole 24 Ore.

Il Credem è considerato come uno degli istituti italiani dai bilanci più sani e per questo frequentemente associato a possibili mosse di consolidamento nel settore. Poi era stato lo stesso Gregori nello scorso gennaio a far sapere che il Credem è interessato a piccole acquisizioni.

Gregori spiega ora che la prima opzione della banca di Reggio Emilia controllata dalla famiglia Maramotti (quella di "Max Mara") è "fare un'aggregazione che produca un effetto serio in termini dimensionali. Di sicuro non guardiamo a una banca più grande di noi o con grandi esposizioni a crediti deteriorati". Sul mercato si parla di Banca Carige e Creval come target potenziali di Credem. A questo proposito Gregori sottolinea come "entrambe le banche stanno vivendo una fase di profonda trasformazione. Carige ha un piano da realizzare, Creval sta facendo un aumento di capitale. A oggi entrambe le banche non sono nel nostro radar".

Quanto alla Banca Popolare di Sondrio, "è una banca interessante, ma anche in questo caso c'è una trasformazione in Spa che è un tema aperto", ha sottolineato il Dg, aggiungendo che invece con Banco Desio "ci sono tante analogie e abbiamo un ottimo rapporto. un istituto che ha fatto buoni risultati e un piano, presentato in giugno, che valorizzerà ancora di più il loro modello di business. Per noi non sarebbe un game changer, ma nel caso potrebbe avere un senso, benché non ci sia alcune dossier aperto. Qualora volessero aprirsi al mercato, saremmo aperti al dialogo. Nessuna forzatura insomma".

Se non emergessero altre opzioni, ha concluso Gregori, "non abbiamo alcuna urgenza di aggregarci. Quando al ballo non trovi il partner giusto, puoi anche stare bene da solo".

Da parte sua Banco Desio ha diffuso una nota precisando di non avere alcun dossier aperto con Credem per eventuali operazioni di M&A.
6v7-r
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