Trading Cafe' (DAX)

- Modificato il 27/1/2021 11:39
Giusmil N° messaggi: 8142 - Iscritto da: 04/2/2015
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 OPERATIVITA' DI TRADING, STRATEGIE E DISCUSSIONI

Discutere insieme di strategie, operativita'....  e perche' no...  

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Qui si discute di tutto quanto ruota all'affascinante mondo del trading e dell'investimento on line.

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Tutte le argomentazioni possono essere spunto per dibatti e discussioni che possano arricchire il bagaglio e implementare l'esperienza e l'operatività di ognuno di noi.


Tutti sono benvenuti !


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70741 di 71099 - 23/9/2022 07:52
PRENDILAMANO N° messaggi: 4585 - Iscritto da: 13/9/2008

Buongiorno a tutti/esunrise

...2 righe per chi ha voglia di leggere...

DISLOCAZIONI

Come cambia la geografia economica del mondo di A.Fugnoli

In questi mesi si è parlato molto di come la guerra calda in Ucraina e la guerra fredda con la Cina stanno trasformando il rapporto tra occidente e oriente del mondo. Si è visto in particolare come, in vista dello scontro strategico con la Cina, l’America ha riportato a casa l’Europa inducendola a recidere i legami con la Russia.

Si è visto anche come questa politica ha spinto Cina e Russia verso un’integrazione strategica delle loro economie. Le prese di distanza cinesi rispetto alla Russia sulla questione ucraina (non importa se di facciata o reali) non devono nascondere l’evidenza di rapporti sempre più stretti tra i due paesi. Non sono solo il petrolio e il gas russi a essere dirottati dall’Europa alla Cina, ma anche il grano, che con il nuovo grande centro dedicato di smistamento sul lago Bajkal è pronto a essere distribuito in tutta l’Asia meridionale.

Il nuovo blocco orientale è a cerchi concentrici. Intorno al nucleo centrale russo-cinese c’è un cerchio più largo che include l’Iran, la Corea del Nord, il Myanmar e l’Asia centrale ex sovietica. Un cerchio più esterno include paesi come India, il Pakistan e la Turchia. Questi tre paesi perseguono linee di azione politica indipendenti e hanno rapporti strategici stretti anche con l’occidente, ma risentono in misura crescente della forza di attrazione economica del blocco russo-cinese.

L’integrazione economica e commerciale del blocco asiatico comincia ad allargarsi all’aspetto valutario. Qui non bisogna fare l’errore di pensare a un rapido declino del ruolo dominante del dollaro negli scambi internazionali. Il dollaro resterà dominante ancora a lungo, ma è anche vero che ormai non passa giorno senza che venga annunciato un accordo commerciale all’interno dell’area orientale (allargata a un cerchio ancora più largo che include i paesi arabi) in cui gli scambi verranno regolati nelle valute locali e non più in dollari.

All’integrazione interna dell’Asia corrisponde il progressivo raffreddamento dei rapporti economici e finanziari tra Cina e occidente. La gran parte degli investimenti produttivi occidentali in Cina compiuti negli ultimi trent’anni è ancora in Cina, ma si contano sulle dita di una mano i nuovi grandi investimenti occidentali negli ultimi tre anni. Solo la chimica e l’auto tedesca continuano ad allargare la loro presenza, che rimane comunque orientata al mercato interno cinese e non alla riesportazione.

Dal canto suo la Cina ha cessato di investire in Treasury americani il surplus commerciale che ha ripreso a creare. Il sequestro delle riserve valutarie russe detenute dai paesi occidentali preoccupa la Cina, che mantiene in Treasury un trilione di dollari sui quali, in caso di conflitto per Taiwan, non potrà più contare.

Meno indagato ma altrettanto interessante è il cambiamento della geografia economica all’interno del blocco occidentale in via di ricompattamento. Qui si notano riallocazioni di risorse produttive lungo due direttrici.

La prima, di cui cominciano a vedersi indicazioni significative, è il trasferimento di quello che resta dell’industria pesante europea verso gli Stati Uniti, che offrono un’energia molto più a buon mercato rispetto a quella europea e soprattutto un’energia più sicura. Lo spostamento centripeto verso il centro del blocco occidentale ha anche un senso geopolitico. Se nelle fasi storiche percepite come relativamente tranquille si vanno a esplorare le periferie del mondo, in quelle di incertezza crescente si vanno a cercare sicurezza e stabilità al centro.

La seconda direttrice è interna agli Stati Uniti e sta prendendo velocità ogni giorno che passa. Parliamo del trasferimento di industrie e servizi dalle aree ad alto costo e alta tassazione (il nord-est, Chicago e la California) verso quella sorta di Cina interna dell’occidente che sta diventando il Texas (per il manifatturiero), a cui si affianca sempre di più la Florida (per i servizi).

L’accelerazione di questo movimento è dovuta alla forza del circolo vizioso che vede le aree in regresso perdere base imponibile (inducendole ad alzare ancora di più le tasse su chi rimane) e a quella del circolo virtuoso delle aree a bassa fiscalità, che vedono crescere la loro base imponibile con l’arrivo di nuove imprese e possono così ridurre ulteriormente la pressione fiscale e migliorare le loro infrastrutture. Elon Musk che diventa texano e i fondi hedge che si trasferiscono a Miami sono solo le avanguardie di un movimento che si profila inarrestabile.

La recessione del 2023 accelererà questi processi di ristrutturazione. Il portafoglio degli investitori finanziari, che negli anni della globalizzazione si era avventurato verso i paesi emergenti e si era poi spinto verso i paesi di frontiera seguirà ora il percorso inverso.

Venendo al breve termine, la discreta tenuta dell’economia e la forza del mercato del lavoro, che in tempi normali sarebbero per i mercati finanziari ragioni di conforto, appaiono in questo momento in una luce sfavorevole, perché inducono le banche centrali a premere ancora di più sul freno. Questa azione restrittiva non si tradurrà necessariamente in ulteriori rialzi dei tassi rispetto a quelli preannunciati, bensì nel rinvio del momento in cui la politica monetaria cambierà di segno e verrà allentata. Rispetto alla strana euforia di agosto il clima dei mercati è oggi più allineato con i fondamentali.

Rimane comunque valida l’indicazione di alleggerire nelle fasi di recupero. Queste occasioni continueranno a ripresentarsi, perché il mercato è attraversato da ondate periodiche di profondo pessimismo, ed è quindi esposto alla possibilità di recuperi improvvisi.

MODERATO Giovanni Stekko (Utente disabilitato) N° messaggi: 2527 - Iscritto da: 26/2/2020
70743 di 71099 - 23/9/2022 12:35
sandocan1 N° messaggi: 5866 - Iscritto da: 19/11/2016
Che succede?
70744 di 71099 - 28/9/2022 10:17
Claudio143 (premium) N° messaggi: 17034 - Iscritto da: 10/1/2012
..28 sept

..ops ..si sta formando il ...Duomo di Milan o...
p.php?pid=chartscreenshot&u=OgA0an749IVr
70745 di 71099 - 29/9/2022 19:08
PRENDILAMANO N° messaggi: 4585 - Iscritto da: 13/9/2008

Ciao a tutti/e,

eyes toc toc eyes

ASPETTANDO IL PIVOT

Tragicommedia in tre atti di A. Fugnoli

Atto primo. 2021. Dopo gli stimoli monstre fiscali e monetari del 2020, l’economia e l’occupazione sono in piena ripresa. La disoccupazione negli Stati Uniti, che l’anno precedente aveva toccato il 14.7, scende in picchiata e già dai primi mesi del 2021 appare destinata a bucare il 4 per cento, il livello che la Fed individua nei suoi modelli come la soglia sotto la quale parte l’inflazione salariale.

Nonostante il rischio di inflazione salariale e nonostante la politica fiscale enormemente espansiva (2.77 trilioni di deficit, pari al 10.8 per cento del Pil), la Fed butta nel cestino il manuale del banchiere centrale. Il manuale spiega che, di fronte a una politica fiscale espansiva, la politica monetaria, in una fase di ripresa ciclica, deve essere restrittiva. La Fed fu del resto restrittiva negli anni Ottanta per compensare il deficit creato da Reagan per finanziare il riarmo. Lo stesso Powell fu restrittivo nel 2018-19 per bilanciare il taglio delle imposte voluto da Trump e dal Congresso repubblicano.

Nel 2021 (e ancora nei primi mesi del 2022) la Fed sceglie invece di accompagnare la politica fiscale ultraespansiva con una politica monetaria altrettanto espansiva fatta di tassi reali sempre più negativi e di Quantitative easing. È vero, dice Powell, la disoccupazione è scesa, ma è ancora alta tra le minoranze etniche. Quando scende anche tra le minoranze, Powell si aggrappa a gruppi sociali sempre più piccoli in ritardo sulla media per giustificare la sua linea prociclica. Arriva poi a negare l’evidenza definendo transitoria l’inflazione e dandone la colpa alle strozzature dell’offerta, in modo da esonerare la Fed (e l’amministrazione Biden) dall’accusa di avere alimentato una domanda eccessiva.

Atto secondo. Dopo avere buttato benzina sul fuoco nel 2022, la Fed trascorre il 2022 buttando liquido refrigerante su un’economia che nel primo semestre ha già segno negativo. Lo stesso fa naturalmente la Bce, che alza i tassi e si prepara al Quantitative tightening alla vigilia di un 2023 di recessione certa e pesante nel cuore dell’Europa produttiva, la Germania. Ancora una volta la politica monetaria è prociclica e, invece di mitigare i problemi, li aggrava.

Atto terzo. Come Vladimir e Estragon, i protagonisti dell’opera teatrale di Beckett che attendono Godot in uno stato di crescente disperazione, i mercati si accapigliano sull’arrivo del magico Pivot, il momento in cui la Fed cambierà di nuovo direzione e, da restrittiva, tornerà espansiva.

Per alcuni la svolta arriverà in un contesto ordinato e controllato. Come da programma, la Fed alzerà i tassi fino al 4.5-5 per cento e manterrà tassi reali positivi per tutto il 2023. All’inizio del 2024, con l’inflazione core scesa stabilmente tra il 2 e il 3 per cento, inizierà una fase di ribassi dei tassi che creerà le condizioni per una ripresa economica e per un rialzo azionario, in tempo per presentarsi alle presidenziali di novembre con un’economia ritornata sana ed equilibrata.

Per altri il pivot arriverà invece in un contesto caotico, come quello che sta inducendo in questi giorni la Bank of England a rimandare il Quantitative tightening e a ritornare al Quantitative easing per frenare la caduta dei trentennali governativi posseduti dai fondi pensione a leva elevata (e questa è però colpa dei fondi, non della ampiamente preannunciata linea espansiva della Truss).

Il pivot caotico, insomma, sarà, per i proponenti di questa tesi, una versione in grande stile di quelli degli anni Settanta, quando la Fed, spaventata dagli effetti recessivi dei rialzi che dovevano fermare l’inflazione, tagliava precipitosamente i tassi. Oppure, altro esempio, come quello che lo stesso Powell decise nella primavera del 2019, quando interruppe bruscamente un Quantitative tightening che non era arrivato nemmeno a metà degli obiettivi che erano stati solennemente annunciati pochi mesi prima.

Oggi la Fed dice di avere imparato la lezione degli anni Settanta. Con questo intende dire che non mollerà la presa prima del tempo e andrà fino in fondo fino alla vittoria finale sull’inflazione. Per i fautori del pivot caotico questa è una conferma della loro tesi. Più la Fed si butta ventre a terra e coltello tra i denti contro l’inflazione, più sale il rischio di una recessione fuori controllo, di ondate di fallimenti e crisi finanziarie, ovvero il contesto perfetto per un pivot dettato dal panico.

Chi ha ragione, dunque? Pivot ordinato o caotico? L’uno e l’altro, forse. La recessione sarà abbastanza ben controllata negli Stati Uniti, ma il quadro è più complicato per l’Europa e per i paesi emergenti che non hanno petrolio o altre fonti energetiche.

Il recente grave attentato contro i gasdotti russi che arrivano in Germania senza passare per l’Ucraina mostra che, chiunque ne sia l’autore, questo ha la volontà precisa di alzare il tiro. L’attentato allontana la possibilità che la situazione energetica europea torni alla normalità nell’inverno 2023-24 e può indurre imprese che si proponevano di resistere ai prossimi mesi a rivedere la loro decisione e a emigrare verso paesi dove l’energia costa meno ed è più sicura.

Con una recessione ben più grave di quella americana, la Bce sarà probabilmente la prima a rompere il fronte dei rialzi dei tassi a tutti i costi. E lo farà nonostante l’atteggiamento sempre più espansivo che le politiche fiscali europee saranno costrette ad assumere.

In questo contesto alcuni investitori cominciano a guardarsi intorno alla ricerca di occasioni d’acquisto interessanti. L’idea può essere buona se si punta a un bear market rally di qui a fine anno, perché i mercati sono ipervenduti, la negatività è sui massimi e le posizioni sono state molto alleggerite.

Per acquisti di medio periodo, tuttavia, sarà bene aspettare almeno l’inizio della recessione negli Stati Uniti. Il pivot arriverà, ma bisognerà aspettare la seconda metà dell’anno prossimo.

70746 di 71099 - 02/10/2022 17:18
PRENDILAMANO N° messaggi: 4585 - Iscritto da: 13/9/2008

eyes🤔eyes scopiazzando qua e là...

La discesa azionaria cui stiamo assistendo da diversi trimestri è partita dall’atteso scoppio della bolla del Nasdaq, per poi subire l’impennata dell’inflazione acuita dalla guerra, mentre in questi mesi, sullo sfondo, si sta alimentando la minaccia di una nuova crisi immobiliare.

In buona sostanza, in questa crisi, seppur con misure diverse, si concentrano le cause distinte di ben tre crisi molto famose (2007-2009, 2000-2002, 1973-1974).

A questo punto, possiamo affermare che la peculiarità che caratterizza principalmente l’attuale contesto è la stagflazione (inflazione + recessione), motivo per cui ritengo utile riavvolgere il nastro agli anni ’70.

La borsa americana, dopo aver registrato un top nel gennaio del 1973, scese per quasi due anni fino a dimezzarsi (bottom ottobre 1974).

Come sempre, l’inizio del crollo azionario anticipò quello economico, col PIL che dal 3° trimestre 1973 e il 2° del 1975 osservò una tendenza ribassista, spesso scivolando in terreno negativo.

Dal gennaio 1973 al Febbraio 1975, l’inflazione PCE passò dal 2,67% al 10,22% (guerra del Kippur ed embargo del petrolio degli arabi ai danni degli Stati Uniti).

Anche allora la Federal Reserve intervenne con misure restrittive, portando i tassi dal 5,5% (gennaio 1973) al 13% (luglio 1974).

Con l’acuirsi della crisi economica giunse il momento in cui la Banca Centrale avviò una politica espansiva riducendo i tassi e favorendo quella che fu, pochi mesi dopo, la ripartenza della borsa americana.

Ma ciò che impressiona non è tanto quanto successe in quel periodo ma dopo.

Infatti, nonostante una fase iniziale di consistente rialzo degli indici azionari USA, solo negli anni ’80 si rividero i massimi del 1973.

Nel frattempo, una nuova impennata dell’inflazione e nuovi consistenti rialzi dei tassi.

La storia, quindi, ci suggerisce che la strategia di entrare a qualsiasi prezzo stavolta rischia di non essere vincente.

Resto fermamente convinto che ci stiamo dirigendo a una imperdibile giuntura di acquisto ma che, soprattutto per i mercati occidentali, comprare a ogni prezzo non sia la cosa giusta.

Sempre l’analisi del passato ci suggerisce di non valutare ingressi prima che la Federal Reserve abbia perlomeno iniziato a tagliare i tassi, evento improbabile per il quarto trimestre.

Peraltro, la durata del calo del 1973-1974 ci proietterebbe a ottobre del prossimo anno ma, pur non potendo escludere tale scenario, si ritiene possibile che la discesa si esaurisca entro la parte iniziale del 2023, specie nel caso in cui la FED dovesse, nel frattempo, invertire in modo deciso la politica sui tassi.

Monitoreremo.

Riccardo Fracasso

70747 di 71099 - 03/10/2022 08:35
PRENDILAMANO N° messaggi: 4585 - Iscritto da: 13/9/2008

Buongiorno a tutti/esunrise

La prima seduta del quarto trimestre 2022 inizia in Asia Pacifico con l’indice Nikkei di Tokyo in rialzo dello 0,7%, l’Hang Seng di Hong è invece in calo dell’1%. Le borse di Seul, di Shanghai e di Shenzen sono chiuse. L’S&P ASX200 di Sidney è intorno alla parità, in calo dello 0,5% il BSE Sensex di Mumbai. Sono deludenti le indicazioni sull’attività economica del Giappone, l’indice Tankan sulle aspettative dei grandi soggetti industriali scende questo trimestre a otto da nove: il consensus si aspettava dieci. L’indice sulle aspettative scende a nove da dieci, anche in questo caso sotto le stime. Il future dell’indice EuroSoxx50 ESTOXX50.OTC] è in calo dello 0,5%. Il derivato ha ridotto le perdite per effetto delle indiscrezioni della BBC sull'intenzione del governo britannico di ritirare il piano di taglio tasse ed aumento dei sussidi presentato la scorsa settimana. La sterlina si apprezza. Venerdì il Nasdaq ha chiuso in ribasso dell’1,5%. Il future dell’indice dei tecnologici è piatto, da -0,5% di stanotte. Sul mercato delle valute, si indeboliscono lo yen e la rupia indiana. Poco mosso l’euro dollaro a 0,979. In settembre, la valuta unica ha perso il 2,5%, il 6,5% nel terzo trimestre.La sterlina inglese è in rialzo dello 0,7%. Nel fine settimana, S&P ha confermato il rating sul debito britannico a AA, l’Outlook scende a negative da stabile. L’agenzia scrive nella nota che il debito statale, per effetto del taglio tasse e del piano di aumento dei sussidi, continuerà a salire per altri tre anni, mentre in precedenza era visto in calo a partire dall’anno prossimo. Il Bund decennale riparte da 2,10%. Il future del decennale tedesco ha perso il 6% in settembre, il 7% nel terzo trimestre.BTP decennale a 4,49%. Il future ha chiuso settembre con un calo del 6,4%. Venerdì sera Moody’s ha rimandato alla primavera eventuali cambi del rating o dell’outlook del debito italiano. Il giudizio resta Baa3, outlook girato da stabile a negativo il 5 agosto. Ieri il Sole 24Ore segnalava che nella scala dell’agenzia i BTP restano quindi nell’ultimo scalino prima dei junk bond. Nel frattempo sono attese le altre valutazioni, in cui il debito italiano si trova però un po’ più distante dall’area più a rischio: il 21 ottobre sarà il turno di S&P Global Ratings, il 28 toccherà a Dbrs (che però ha già sottolineato che «un governo di centrodestra non altera in modo significativo i fondamentali economici italiani») mentre il 18 novembre sarà la volta di Fitch.Petrolio Brent e WTI in rialzo del 2,5%. Alcuni delegati dei paesi membri dell’Opec Plus hanno parlato con i giornalisti in vista della riunione di mercoledì a Vienna. Sta prendendo corpo dentro il cartello la volontà di tagliare la produzione di un milione di barili al giorno. Non ci sono ancora riscontri sul mercato finanziario dell'esito del primo turno delle elezioni in Brasile. Luiz Inacio Lula da Silva, 76 anni, il grande favorito ai sondaggi, non ha confermato i pronostici di vittoria della vigilia, che gli attribuivano fino al 51% di consensi gia' al primo turno. Quasi al termine degli scrutini il leader del Partito dei lavoratori (Pt) aveva totalizzato il 48,35% di voti, mentre il suo avversario, il presidente di destra uscente, Jair Bolsonaro (Pl), 67 anni, il 43,27%, battendo tutte le aspettative, e tallonando in un conteggio sul filo di lana. Si va al ballottaggio il prossimo 30 ottobre. Approfondimento nella rubrica Fatti & Effetti. TITOLI Moncler Stifel abbassa il target price a 50 euro. Banche. Il Financial Times riporta che i vertici del Credit Suisse hanno passato il fine settimana a rassicurare clienti, controparti ed investitori. Venerdì il derivato Credit Default Swap ha registrato un movimento anomalo.Inwit ha risolto consensualmente il rapporto di lavoro dipendente con il dg Giovanni Ferigo, con efficacia dalle 24h00 di domani. L’ex dirigente detiene 46.929 azioni ordinarie di Inwit.Eni ha detto che oggi non riceverà il gas richiesto al fornitore russo Gazprom e che prevede che questa situazione rimanga invariata fino alla giornata di domani. Banca Monte Paschi . La compagnia di assicurazioni francese Axa sta considerando un investimento di almeno 100 milioni di euro nell'aumento di capitale di Mps senza che l'operazione porti a dei cambiamenti nella propria joint venture con la banca toscana, riferiscono due fonti vicine alla questione.Generali , Banca Generali , Mediobanca . Generali ha valutato diversi dossier negli Stati Uniti per un potenziale deal nell'asset management e Guggenheim potrebbe essere tra i possibili target, dice Reuters, secondo l’agenzia, per finanziare operazioni di peso il gruppo assicurativo potrebbe aver bisogno di cedere asset core, tra cui Banca Generali. Enel Il presidente russo Vladimir Putin ha emanato un decreto che autorizza Enel a vendere una quota di controllo della sua controllata russa a Lukoil LKOH.MM e al fondo di investimento Gazprombank-Frezia.

Guidate con prudenzawink

70748 di 71099 - 13/10/2022 09:47
sans souci1 N° messaggi: 1421 - Iscritto da: 03/8/2018
I giochi sono fatti...si, no ? Ho la sensazione che si stia cadendo dalla padella nella brace... " mala tempora currunt " ...il solito copione, non se ne esce.
70749 di 71099 - Modificato il 14/10/2022 12:58
nicodome (premium) N° messaggi: 416 - Iscritto da: 08/9/2009

Buongiorno a tutti!!!....torno a dire la mia ....dopo tanto! ...

Io me ne sto' bono bono ....senza investire un copeco...aspetto il MIB a quota 18000....a meno che l'America e la Russia non si mettano d'accordo sulla spartizione dell'Ucraina.

Piango per i piccoli azionisti frodati dai Kaimani che stanno attuando ai loro danni lo stesso furto già perpetrato con Saipem. È quindi deciso che Bmps venga svenduta ai francesi...(AXA) . Bah!!!!

Io nel frattempo ne ne sto' al caldo clima siciliano ....guardo il mondo che va a rotoli ....e prendo lezioni di lira...(strumento caro a Nerone) .

Ciao Carlo!

70750 di 71099 - 15/10/2022 12:06
sans souci1 N° messaggi: 1421 - Iscritto da: 03/8/2018
Potremmo iniziare con un banale: come volevasi dimostrare. Incominciamo bene. Berlusconi come Beppe Grillo...dalle piazze il vaffanculo è entrato in Parlamento ed è tutto dire solo che il fatto non è per nulla banale, a fare in culo viene mandata l ' Italia ( l ' espressione geografica di Metternick ) e più direttamente noi figli di questo sciagurato Paese rimasto fermo ai guelfi e ghibellini con le fazioni di bianchi e neri. Il fatto mi tange relativamente, io, come dice il detto popolare toscano, il più pane l ' ho già mangiato. Tuttavia per non voler essere proprio del tutto pessimista voglio riscrivere ciò che in questi giorni ho scritto ad un caro amico del Caffè, scritto ripreso a sua volta dalla prima edizione di un saggio di Aldo Carotenuto del 1985 sul primo romanzo di Pasolini " Ragazzi di vita " ( 1955 ) il cui titolo è " L ' autunno della coscienza " il cui periodo finale così chiude: " Le illusioni sostanziano la nostra vita, e allora non possiamo non chiederci come mai quì compaia un mondo senza illusioni e senza speranze, o, viceversa, come mai noi continuiamo a sperare nonostante tutto. " Ecco, sperare nonostante tutto...per non essere Riccetto, uno dei protagonisti del romanzo di
70751 di 71099 - 15/10/2022 12:20
sans souci1 N° messaggi: 1421 - Iscritto da: 03/8/2018
...Pasolini. O, chissà, continueremo a ballare il famoso valzer del 1950 di Alessandro Morelli " Speranze perdute "...l ' orchestra cambierà direttore, difficilmente la musica. Ciao Domenico.
70752 di 71099 - 15/10/2022 12:53
PRENDILAMANO N° messaggi: 4585 - Iscritto da: 13/9/2008

.. eyes...


Dov’è Finito Il Denaro?

di Riccardo Fracasso

‘Ma se da inizio anno mercato azionario e obbligazionario crollano, dove finiscono i soldi?’.

In più occasioni sento questa domanda, a maggior ragione comprensibile in un contesto in cui anche la parte breve del mercato obbligazionario scende.

All’interno del sistema finanziario il denaro si muove da un asset a un altro in una sorta di sistema di vasi comunicanti.

Contrariamente alla credenza comune, però, esistono fasi in cui i flussi in uscita da un asset non corrispondono a flussi in entrata a favore di un altro.

Si tratta del margin debt: il debito contratto dagli investitori per poter investire nuova liquidità.

Denaro erogato dagli istituti a fronte di un pegno di altri strumenti finanziari; nel caso di sostanzioso deprezzamento del collaterale, però, le banche richiedono l’ampiamento del pegno (margin call), pena la vendita forzata dei titoli.

In altre parole, una parte consistente di flussi di denaro in uscita dal mercato azionario e obbligazionario non si sta dirigendo verso altri asset mobiliari ma è legato alla chiusura delle posizioni a leva (il cosiddetto deleveraged).

Sta quindi uscendo parte di quel mare di liquidità a debito che aveva sostenuto l’enorme rialzo dei mercati.

Se si accetta di operare in un sistema retto prevalentemente dal debito, bisogna mettere in conto che il debito si muove ciclicamente e a un certo punto si sgonfia, rovinosamente.

Un’altra strada è quella che porta all’economia reale (che comprende le materie prime): parte del denaro in uscita dal sistema finanziario è utilizzato dagli investitori nelle vesti di consumatori, anche per fronteggiare il rialzo dell’inflazione.

In buona sostanza, il denaro in parte si vaporizza (chiusura delle posizioni a leva) e in parte fuoriesce dal sistema finanziario per essere impiegato nell’economia reale.

Riccardo Fracasso

70753 di 71099 - 17/10/2022 11:55
nicodome (premium) N° messaggi: 416 - Iscritto da: 08/9/2009

Quotando: prendilamano - Post #70752 - 15/Ott/2022 10:53

.. eyes...

Dov’è Finito Il Denaro?

di Riccardo Fracasso

‘Ma se da inizio anno mercato azionario e obbligazionario crollano, dove finiscono i soldi?’.

In più occasioni sento questa domanda, a maggior ragione comprensibile in un contesto in cui anche la parte breve del mercato obbligazionario scende.

All’interno del sistema finanziario il denaro si muove da un asset a un altro in una sorta di sistema di vasi comunicanti.

Contrariamente alla credenza comune, però, esistono fasi in cui i flussi in uscita da un asset non corrispondono a flussi in entrata a favore di un altro.

Si tratta del margin debt: il debito contratto dagli investitori per poter investire nuova liquidità.

Denaro erogato dagli istituti a fronte di un pegno di altri strumenti finanziari; nel caso di sostanzioso deprezzamento del collaterale, però, le banche richiedono l’ampiamento del pegno (margin call), pena la vendita forzata dei titoli.

In altre parole, una parte consistente di flussi di denaro in uscita dal mercato azionario e obbligazionario non si sta dirigendo verso altri asset mobiliari ma è legato alla chiusura delle posizioni a leva (il cosiddetto deleveraged).

Sta quindi uscendo parte di quel mare di liquidità a debito che aveva sostenuto l’enorme rialzo dei mercati.

Se si accetta di operare in un sistema retto prevalentemente dal debito, bisogna mettere in conto che il debito si muove ciclicamente e a un certo punto si sgonfia, rovinosamente.

Un’altra strada è quella che porta all’economia reale (che comprende le materie prime): parte del denaro in uscita dal sistema finanziario è utilizzato dagli investitori nelle vesti di consumatori, anche per fronteggiare il rialzo dell’inflazione.

In buona sostanza, il denaro in parte si vaporizza (chiusura delle posizioni a leva) e in parte fuoriesce dal sistema finanziario per essere impiegato nell’economia reale.

Riccardo Fracasso


Dov'è finito il denaro? ....semplice risposta ta: non c'è mai stato!

La crescita dei mercati fuori qualsiasi logica è stata dovuta alla bolla che si era creata a seguito del costo del denaro, a volte persino negativo. Si torna ai vecchi valori pre COVID...

Anzi si dovrebbe ancora scendere e di molto vista la situazione (mondiale) economica presente e futura.

Poi è normale che certi assets salgano perché risentono del sentiment del momento (bot e BTP assieme al mercato immobiliare, nelle grandi città pero'). Diciamo quindi che la bolla anziché esplodere si sta' sgonfiando piano piano.

Un caro saluto a tutti....da una Sicilia ancora in estate!

70754 di 71099 - 17/10/2022 15:19
sans souci1 N° messaggi: 1421 - Iscritto da: 03/8/2018
Il sesto giorno giunto alla conclusione della sua opera Nostro Signore disse, prima del meritato riposo: " Bene, tutto ciò che doveva essere fatto è stato fatto." Al che il suo figliuolo gli disse: " Babbo, ti sei dimenticato di fare gli imbecilli. " - " No - rispose Lui - non l ' ho ritenuto necessario perché quelli si creeranno da soli. " Ecco, soprattutto nella condizione in cui si trova oggi il nostro Paese dobbiamo ringraziare questa emerita categoria per tutti i no che negli ultimi tempi sono stati detti riducendoci alla canna del gas. Naturalmente è molto difficile trovarli, come al termine della guerra quando non si trovava uno che fosse uno che dicesse di essere stato fascista. Oggi si recrimina sugli errori del passato prossimo e si versano lacrime di coccodrillo facendo pagare agli innocenti il frutto delle dissennate scelte altrui. Così è se vi pare...diversamente chiedete a quelli del no...se li trovate.
70755 di 71099 - 17/10/2022 15:35
Claudio143 (premium) N° messaggi: 17034 - Iscritto da: 10/1/2012
17 Oct
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70756 di 71099 - 26/10/2022 19:10
sans souci1 N° messaggi: 1421 - Iscritto da: 03/8/2018
Applausi a non finire...i partiti applaudono loro stessi, più intensi quelli dell ' opposizione nel momento in cui loro rappresentante sciorina l ' elenco delle cose che il nuovo governo dovrebbe fare e che il precedente non ha fatto, pur facendone parte. Si usa dire che la politica è sporca...di certo non è pulita...vedere certe facce di tolla che ancora concionano sugli interessi del paese per il quale dichiarano di spendersi è qualcosa di stomachevole. Facce piene di livore per non essere più sui banchi del governo...questo ho visto...tuttavia ancora lautamente stipendiati senza avere la rogna di dover rispondere agli insulti dei cittadini ridotti alla disperazione da tutti i governi che, a detta loro, hanno comunque governato bene ( Draghi ha fatto quello che ha potuto ). La guerra è già iniziata...resisterà la Meloni ? Staremo a vedere...si può sempre fare un altro governo, uno più uno meno non fa differenza, la strada dell ' inferno va sempre in discesa...i perdenti di oggi faranno di tutto per arrivarci al più presto possibile. L ' attesa non sarà lunga. E dire che io sono un ottimista.
70757 di 71099 - 29/10/2022 17:59
Claudio143 (premium) N° messaggi: 17034 - Iscritto da: 10/1/2012

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70758 di 71099 - 31/10/2022 14:09
sans souci1 N° messaggi: 1421 - Iscritto da: 03/8/2018
Mi collego al post del 15 u.s. dove riportavo la parte finale del saggio dello psicologo Aldo Carotenuto - 1933/2005 - " L ' autunno della coscienza " sul romanzo di Pasolini " Ragazzi di vita " per stralciare la parte finale del capitolo 6 " Il problema della morte ". - " Tra i molti temi che ricorrono nella polemica pasoliniana, trovo particolarmente stimolante quello della " cecità di fronte al potere ". Scrivendo delle imprese spaziali Pasolini notava: " Ciò che rende resistenti ad amare l ' impresa lunare è che essa è un ' impresa del Potere. E non intendo solo dire del Potere capitalistico ma anche del Potere sovietico. Le imprese spettacolari del Potere tendono a ridurci a uno stato infantile. " Ecco: la cecità cui io alludevo è appunto quella per cui sembra ovvia l ' esistenza di un Potere che decide per noi. Basterebbero gli innumerevoli processi contro Pasolini per capire cosa significa combattere contro il Potere. Personalmente sostengo che il potere coincida con la stupidità.
70759 di 71099 - 31/10/2022 14:34
sans souci1 N° messaggi: 1421 - Iscritto da: 03/8/2018
...così si conclude: " Si può anche concedere che l ' esercizio del potere renda stupide le persone che lo esercitano. Il potere sembra essere un compenso all ' assenza di capacità creative, e proprio per questo i veri nemici del potere sono soltanto le persone creative. " - Si può essere d ' accordo oppure no...scritto 37 anni fa...posto che così non fosse oggi le condizioni perché il tutto si realizzi, a mio parere, si sono concretizzate. Esiste il modo di porre rimedio ? E chi lo sa ?
70760 di 71099 - 02/11/2022 14:33
sans souci1 N° messaggi: 1421 - Iscritto da: 03/8/2018
Riprendo un post scritto qualche anno fa...il finale non è cambiato...uguale a sé stesso con ogni tipo di governo per cui nulla di nuovo checché ne dica la nuova opposizione. - " La politica spiegata a un bambino. Un bambino chiede al padre: " Papà, cos ' è la politica ?" Il padre ci pensa un po' e poi dice: " Guarda, te lo spiego con un esempio: io che lavoro e porto a casa i soldi sono il capitalista, tua madre che li amministra è il governo, la donna delle pulizie è la classe operaia, tu che ormai hai qualche voce in capitolo sei il popolo, tua sorella che è appena nata è il futuro. " il bambino va a dormire ma alle due di notte la sorella comincia a piangere; il bambino va a cercare qualcuno. Va dal padre ma non lo trova, va dalla madre la quale lo manda via perché ha sonno, va dalla donna delle pulizie e la trova a letto con il padre e allora torna dalla sorella e le dice: guarda, ho proprio capito cos ' è la politica: i capitalisti fottano la classe operaia, il governo dorme, il popolo non lo ascolta nessuno e il futuro sta nella merda. " - Che ha lo stesso odore di prima...anche di quelli di prima........
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