Dopo l'esordio a partire dal 2021 dei primi due fondi specializzati nel credito, Illimity sgr si prepara a completare idealmente la gamma di veicoli d'investimento a disposizione delle pmi portando al debutto altri due comparti con caratteristiche per certi versi complementari. Con l'obiettivo di incrementare entro fine anno il patrimonio gestito a 550-600 milioni di euro rispetto ai poco più di 360 milioni attualmente a disposizione.

A integrare idealmente la gamma prodotti dedicati al credito, scrive MF-Milano Finanza, a stretto giro l'istituto fondato e guidato da Corrado Passera porterà al debutto un ulteriore fondo, questa volta di private debt, che si rivolgerà esclusivamente ad aziende classificate in bonis. A differenza del precedente, questo veicolo opererà sotto l'area del gruppo guidata dall'head of private capital, Francesco Piovanelli, e inizialmente opererà con una dotazione di poco inferiore ai 100 milioni. Allo studio c'è anche un nuovo e differente fondo, non ad apporto, Illimity Capitale Rilancio. Il veicolo è stato pensato in scia al progetto Patrimonio Rilancio, vale a dire lo strumento che venne creato dal Mef nell'estate di due anni fa e affidato per la fase di gestione alla Cassa Depositi e Prestiti con l'obiettivo di sostenere le imprese italiane accreditate di un fatturato superiore a 50 milioni di euro.

«Cdp punta a far crescere operatori professionali nell'ambito del turnaround e noi crediamo di avere le competenze per essere della partita. È di sicuro un'opportunità interessante», spiega a Milano Finanza la responsabile dell'area utp & turnaround funds della sgr, Paola Tondelli. Una volta stabilito il regolamento, l'ammontare minimo del veicolo verrà fissato in 100 milioni di euro, taglia successivamente incrementabile in concomitanza di apposite finestre che verranno via via predisposte. Nei propositi di Illimity sgr, il fondo allo studio non sarà di credito puro, quanto piuttosto un veicolo di capitale flessibile. «Ciò significa che si focalizzerà soprattutto su investimenti in equity, magari anche attraverso strumenti convertibili», spiega Tondelli. L'idea a monte è che la crisi destinata a colpire molte imprese ora che il costo del denaro è sensibilmente aumentato imporrà di immettere nuova finanza in azienda. «Sarà difficile comprare a sconto crediti di società molto indebitate, che magari hanno già ricevuto finanziamenti garantiti da Sace. Così risulterà cruciale avere la possibilità di eseguire un rafforzamento tramite equity, riducendo di conseguenza la leva e facendo sì che crediti classificati come «stage 2» (ossia considerati ancora a tutti gli effetti performing, pur a fronte di un incremento significativo del rischio di credito, ndr) non si trasformino in utp, ma al contrario tornino a essere crediti ordinari, senza comportare rischi elevati».

Nei propositi dell'istituto milanese, questo fondo - a cui la stessa

Illimity prenderebbe parte sottoscrivendo una piccola quota di capitale - avrà come investitori target soggetti professionali come casse di previdenza, fondi pensione, fondazioni e potenzialmente anche qualche family office. Da regolamento, Cassa Depositi e Prestiti potrà fornire fino al 49% della dotazione del fondo, che una volta a regime potrà puntare a generare «un irr da private equity» quantifica Tondelli.

I due nuovi comparti si andranno ad aggiungere ai più rodati iCct e iRec con cui l'sgr ha debuttato sul mercato. Il primo è un prodotto ad apporto con maturity prevista nel corso del 2028. Gestisce circa 250 milioni di euro ed è partecipato da 12 banche quotiste: gli istituti conferiscono al fondo crediti in difficoltà e ricevono in cambio quote del veicolo, fruendo via via del recupero di valore delle poste conferite.

Ha in portafoglio 43 aziende, oltre la metà delle quali è già tornata in bonis, mentre di ulteriori tre è già avvenuta l'exit «che si è tradotta in rendimenti a doppia cifra sull'investimento effettuato», assicura Tondelli. Il fondo ha anche facoltà di investire in equity nelle aziende: ne è un esempio l'operazione che lo scorso anno ha portato iCct ad assicurarsi il 5% (con facoltà di salire fino al 15%) della Nespoli, azienda specializzata nella produzione di pennelli e rulli industriali, avvenuto in concomitanza con la concessione di nuove linee di factoring che ne hanno agevolato il rilancio. Il secondo fondo creato, iRec, è invece un prodotto ad apporto puro con un focus importante sulla parte immobiliare. La ratio industriale è di agevolare la ristrutturazione di aziende gestendone gli asset immobiliari sottostanti ai crediti deteriorati. La gestione del veicolo viene fatta assieme ad ArecNeprix, società di asset management e structuring controllata dalla stessa Illimity, mentre la banca fornisce linee di credito ad hoc che possono essere tirate per supportare le aziende debitrici.

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