La Vigilanza predica prudenza, stringe sui modelli interni, e chiede alle banche di ridurre il rischio in bilancio. Ma il presidente di Unicredit, Pier Carlo Padoan, tranquillizza: i livelli di capitale della banca sono tra i più alti del sistema e non richiederanno interventi. Pier Carlo Padoan, presidente di Unicredit ed economista, è stato tra i protagonisti del World Economic Forum. Intervistato da ClassCNBC ha affrontato gli scenari macro, lo stato dell'economia italiana e le principali novità emerse a Davos.

Domanda. Presidente Padoan, la Bce è preoccupata dell'impatto del rallentamento economico sui bilanci bancari. Come rispondete agli appelli alla prudenza che arrivano da Francoforte?

Risposta. Rispondiamo con assoluta condivisione e con la piena coscienza del fatto che la posizione di Unicredit in termini di capitale è assolutamente solida, molto più solida di altre banche. Talmente solida che permette di remunerare la fiducia degli azionisti in modo in modo adeguato. Quindi continuiamo su questa strada, siamo assolutamente in linea con le indicazioni del regolatore.

D. A Davos si è discusso di cooperazione in un mondo frammentato, ma nel frattempo l'Europa ha risposto al piano di aiuti americano (l'Inflation Reduction Act) con un'iniziativa simile e contraria, il Net Zero Industry Act, presentato qui da Ursula von Der Leyen.

R. Quella che gli Stati Uniti hanno messo in campo va chiamata con il suo nome: si tratta di un'iniziativa di protezione dell'industria americana. E fa un po' preoccupare, perché potrebbe essere l'inizio di un'ulteriore frammentazione della governance globale. Tutto questo, ovviamente, non va bene. Per quanto riguarda l'Europa, la tecnologia verde offre molte opportunità, ma che non vengono da sole. Bisogna ridisegnare gli strumenti sia a livello macro che micro e coinvolgere le imprese negli investimenti.

D. Per investire è un momento difficile. Voi come Unicredit cosa registrate?

R. Ci sono segnali positivi, sia dalle imprese che dalle famiglie italiane. Lo vediamo sul lato dei consumi e anche su quello degli investimenti. Quando parliamo con i clienti ci accorgiamo che il potenziale produttivo e innovativo del Paese è maggiore di quanto si creda. Quindi è importante anche dare enfasi al sostegno dell'economia e delle imprese italiane.

D. La prima, in questo contesto, è rallentata dal debito. Il Btp al 4% la preoccupa?

R. Un singolo tasso di interesse non può essere fonte di preoccupazione. Bisogna piuttosto capire se, e quanto, la struttura dei tassi si adeguerà verso l'alto. Penso che un po' lo farà, ma la gestione del debito pubblico italiano è sempre stata attenta a queste cose e se ci sarà un ulteriore aumento dei tassi il costo medio del debito non dovrebbe subire un rialzo eccessivo.

D. L'Italia deve ancora ratificare il Mes.

R. Secondo me qui va posta una questione di lungo termine: tutte le istituzioni economiche europee, dal Patto di Stabilità al Mes, fino al Next Generation Eu, sono in fase di revisione. Dal punto di vista dell'irrobustimento istituzionale in Europa si è aperta una fase delicata e importante. È un momento che va guidato con saggezza e lungimiranza. Davanti a noi abbiamo obiettivi pluriennali, come quelli del Pnrr, che dobbiamo saper sfruttare. Poi, per quanto riguarda il Mes, il problema, più che ratificarlo, è non averne bisogno. Perché comunque, nell'Unione, l'Italia resta il Paese con il debito più alto dopo la Grecia.

pev

 

(END) Dow Jones Newswires

January 23, 2023 03:50 ET (08:50 GMT)

Copyright (c) 2023 MF-Dow Jones News Srl.
Grafico Azioni Unicredit (BIT:UCG)
Storico
Da Mar 2024 a Apr 2024 Clicca qui per i Grafici di Unicredit
Grafico Azioni Unicredit (BIT:UCG)
Storico
Da Apr 2023 a Apr 2024 Clicca qui per i Grafici di Unicredit