WALL STREET: in lieve calo, calo inflazione sostiene tagli tassi Fed
12 Giugno 2019 - 5:07PM
MF Dow Jones (Italiano)
I timori relativi alle persistenti tensioni commerciali pesano
ancora su Wall Street, che prosegue la seduta in lieve calo.
Tuttavia, il pessimismo degli investitori è in parte alleviato
dalle aspettative di un taglio dei tassi d'interesse da parte della
Federal Reserve, le cui probabilitá sembrano aumentate dopo la
pubblicazione dell'inflazione degli Stati Uniti di maggio.
Il Dow Jones scambia sulla parità, l'S&P 500 cede lo 0,05% e
il Nasdaq Composite lo 0,24%.
La scorsa settimana, i mercati azionari hanno registrato forti
guadagni grazie ai commenti di alcuni membri della Fed su possibili
tagli dei tassi d'interesse, come misura per compensare gli effetti
negativi delle controversie tra Washington e Pechino. Tuttavia,
alcuni economisti sostengono che gli investitori potrebbero aver
sovrastimato la probabilitá che la Banca centrale americana decida
di intervenire sul costo del denaro, visti i solidi dati
macroeconomici che il Paese continua a registrare.
Non pensavo che avremmo assistito a un primo taglio dei tassi
d'interesse nel 2019" da parte della Federal Reserve, commenta poi
Paul Tudor Jones, investitore americano e gestore di hedge fund.
"Non credo che sarebbe successo se non avessimo assistito"
all'escalation delle tensioni commerciali tra Washington e Pechino,
che "hanno accelerato il processo". L'incertezza sulle tariffe
americane e cinesi resta infatti un fattore chiave
nell'allentamento della politica monetaria degli Stati Uniti,
insieme alle preoccupazioni relative a un rallentamento
dell'economia del Paese.
Comunque sia secondo Ipek Ozkardeskaya, analista di London
Capital Group, le aspettative di mercato potrebbero costringere la
Fed ad agire prima del previsto per evitare di deludere gli
investitori e aumentare la volatilitá sui listini azionari durante
l'estate.
Gli esperti di S&P si aspettano che la Banca centrale
americana riduca il costo del denaro di 25 punti base a settembre,
soprattutto a causa del tasso d'inflazione debole, della scarsa
spesa delle famiglie, del calo degli investimenti privati nel 1*
trimestre dell'anno e dei deludenti payroll di maggio. "Non
pensiamo che le condizioni" dell'economia americana "siano
peggiorate abbastanza da giustificare un taglio dei tassi
d'interesse a giugno, ma il peggioramento dell'outlook potrebbe
aver dato alla Fed un motivo per annunciare, durante la riunione
della prossima settimana, un suo intervento sui tassi nel breve
periodo", forse giá a settembre.
A questo proposito, l'inflazione negli Stati Uniti è salita a
maggio dello 0,1% a livello mensile e dell'1,8% su base annuale. Il
dato tendenziale ha deluso leggermente il consenso degli economisti
che avevano previsto un incremento dell'1,9% a/a. L'indice dei
prezzi al consumo core, attentamente monitorato dalla Fed, è
cresciuto dello 0,1% m/m e del 2% a/a (+0,2% m/m e +2,1% a/a il
consenso). Infine, sempre a maggio, i prezzi dell'energia sono
scesi dello 0,6% mentre quelli dei generi alimentari sono aumentati
dello 0,3%.
Il rallentamento dell'inflazione a maggio negli Stati Uniti,
all'1,8% a maggio dal 2% di aprile, intensificherá le speculazioni
del mercato sui tagli dei tassi d'interesse da parte della Banca
centrale americana, commentano da Ing. Con queste pressioni
inflazionistiche "benigne" gli investitori "vedono poche ragioni
per cui la Federal Reserve debba astenersi dal ridurre il costo del
denaro nei prossimi mesi", precisano gli esperti. Questa misura
potrebbe "tutelare l'economia dalla presunta minaccia di
rallentamento causata dalle tensioni commerciali" tra Washington e
Pechino, proseguono gli analisti. La Fed "dovrebbe annunciare un
allentamento" giá durante la riunione della prossima settimana.
Sul valutario, il cambio euro/usd tratta a 1,1323.
Sull'obbligazionario, il rendimento del T-Note a due anni è del
1,873% e quello del decennale a 2,121%.
voc
(END) Dow Jones Newswires
June 12, 2019 10:52 ET (14:52 GMT)
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