Calcio: al bazar del pallone (Mi.Fi.)
28 Novembre 2022 - 8:35AM
MF Dow Jones (Italiano)
Il calciomercato dei club non è mai stato così ricco. Almeno 15
società europee sono in vendita o alla ricerca di nuovi
investitori. Fra loro ci sono membri dell'elite del pallone come
Manchester United, Tottenham, Inter e Liverpool, club di media
dimensione come Udinese, Sampdoria e Verona e squadre di città
importanti come Brescia e Cagliari. La valutazione complessiva dei
club sul mercato, scrive MF-Milano Finanza, sfiora i 16 miliardi.
Si troveranno capitali per tutti? Negli Stati Uniti la liquidità
non manca né il desiderio di scendere in campo.
In Premier League otto club sono in mano americana, in Serie A
sei. Il numero è destinato ad aumentare nei prossimi mesi. "I
grandi capitali statunitensi intravedono un enorme potenziale nel
calcio europeo", spiega Pietro Berardi, amministratore delegato
della Roma, club della famiglia americana Friedkin. "La tesi di
investimento è sulla carta semplice: comprare un club, far emergere
il valore inespresso, accrescendo, il giro d'affari a livello
domestico e internazionale, e infine rivendere a un prezzo
superiore a quello di acquisto", aggiunge. "Nella pratica, certo,
l'industria del calcio è più complessa di altre per il suo portato
sociale e simbolico".
Contro questi retaggi si è schiantata la Superlega, il progetto
di secessione delle grandi d'Europa. Allontanando la prospettiva di
rendimenti stabili e cospicui, il fallimento ha convinto diversi
proprietari a passare la mano. Sarebbe per esempio all'origine
della ricerca di nuovi investitori per il Liverpool da parte del
Fenway Sports Group, nonché della decisione dei Glazer di mettere
sul mercato il Manchester United. La famiglia americana aveva
rilevato il controllo della società nel 2005, con una scalata a
debito da un miliardo che ha segnato l'inizio dell'era della
finanziarizzazione del calcio europeo. Oggi la loro richiesta per
il club si aggira sui 7 miliardi, a fronte di una capitalizzazione
di borsa che l'annuncio di vendita ha fatto salire del 58% in tre
sedute, a 3,6 miliardi.
Per Liverpool e Manchester "arriveranno 30-40 offerte
provenienti dal Medioriente ma soprattutto dagli Usa", prevede un
consulente che ha lavorato al passaggio da record del Chelsea per
3,1 miliardi dall'oligarca russo Roman Abramovich al magnate
americano Todd Boehly. Gli sceicchi sauditi stanno già valutando
l'affare e i Paperoni americani sono pronti a sfidarsi a suon di
miliardi. II pallone europeo sta insomma rotolando rapidamente
verso le monarchie del Golfo e verso gli Stati Uniti.
Mentre sono in corso i Mondiali di calcio in Qatar, del resto,
gli investitori stanno già pensando al prossimo appuntamento: la
Coppa del Mondo 2026 organizzata da Canada, Messico e Stati Uniti.
"Il seguito del calcio negli Usa sta sicuramente aumentando e c'è
l'opportunità per trasformarlo nel quinto sport del Paese", osserva
Berardi. "Di pari passo sta salendo il suo valore economico, come
prova l'accordo decennale stipulato da Apple per trasmettere la
Major League Soccer che, secondo indiscrezioni, vale 2,5 miliardi
di dollari".
In realtà, a giudizio di alcuni esperti, il valore dei diritti
tv ha raggiunto il picco prima della pandemia ed è destinato a
seguire il declino della popolarità del pallone fra le nuove
generazioni. Altri ritengono invece che i club possano incassare di
più dalle immagini. "Credo che in prospettiva i broadcaster saranno
superati", prevede il manager di un'istituzione sportiva globale.
"La loro intermediazione sottrae ai club un margine che potrebbero
incamerare portando direttamente le partite ai consumatori",
aggiunge. "La Premier League", anticipa, "sarà la prima a creare
proprie piattaforme di distribuzione". Cosa accadrebbe se il
Manchester United trasmettesse per un euro le partite ai suoi 1,1
miliardi di appassionati? Chissà che simile prospettiva non sia la
ragione dell'interesse - tutto da verificare - di Amazon, Apple e
Meta per il club.
Mondiali e canali di Lega giustificano i 9 miliardi investiti in
un anno nello sport europeo e le valutazioni da capogiro? Per i 32
top club di calcio, la stagione 20/21 si è conclusa 2,7 miliardi di
perdite complessive. "La vendita del Chelsea ha spronato il mercato
che si suddivide in due categorie: i club d'élite e gli altri",
rimarca Andrea Sartori, fondatore e ceo di Football Benchmark.
"Nonostante a livello di profitti non abbiano dato soddisfazioni
negli ultimi anni, società come Manchester United, Milan e
Liverpool hanno marchi riconosciuti a livello globale, garantiscono
visibilità, generano sinergie con altri interessi e opportunità di
relazioni per i proprietari, oltre che spesso soddisfare il loro
ego", prosegue. "Si tratta di trophy asset la cui valutazione va
oltre le metriche finanziarie e comprende logiche di soft power".
Basti pensare al ruolo giocato dal Milan nella carriera politica di
Silvio Berlusconi o al peso della proprietà del Paris Saint-Germain
nell'aggiudicazione dei Mondiali 2022 al Qatar, i primi invernali e
i primi in Medioriente. "Per comprare i top club c'è spesso la
fila: è un mercato del venditore, dove è il proprietario a fare il
prezzo".
La Serie A, salvo eccezioni, si trova in una situazione diversa.
"Nel caso dei club medi e piccoli il mercato lo fa il compratore",
precisa Sartori. "Molte di queste società sono uscite dal biennio
pandemico con minore liquidità e maggiori debiti che, con il rialzo
dei tassi d'interesse, diventano difficile da sostenere. Anche per
questi club c'è grande appetito da parte degli investitori che
fissano però valutazioni e prezzi molto più realistici rispetto
all'élite del calcio mondiale".
Probabilmente, perciò, in questo mercato si nascondono i
migliori affari. Secondo indiscrezioni, non a caso, il Verona ha
dato mandato a Deutsche Bank di sondare il mercato americano,
l'Udinese è vicina all'accordo con una spac di Wall Street e
l'Inter ha chiesto a Goldman Sachs e Raine di cercare finanziatori
in Usa. Sirene americane avrebbero tentato infine di ammaliare
anche il Napoli con un'offerta da 800 milioni, ma il presidente
Aurelio De Laurentiis non pare intenzionato a cedere. "Le proprietà
Usa potrebbero andare in maggioranza in Serie A", ragiona un altro
manager calcistico. "E quando si tratta di soldi, gli investitori
americani sanno agire come un sol uomo".
Il calcio italiano "è fra quelli con maggior prospettive di
crescita: esce da un periodo di difficoltà, che ha reso le
valutazioni più appetibili rispetto alla Premier", osserva l'ad
della Roma Berardi. "I club hanno quindi potenzialità di rendimento
superiori, se gestiti bene e inseriti in un contesto di sviluppo:
la candidatura dell'Italia per gli Europei del 2032 è una grande
occasione".
La Turchia sarà l'avversario da battere per Roma, che già aveva
studiato una candidatura con Arabia Saudita ed Egitto per il
Mondiale 2030. Quel progetto è tramontato, ma non la volontà di
ospitare un grande evento. "La partita è aperta e le istituzioni si
stanno impegnando", conclude. "L'Italia ha dalla sua la tradizione
calcistica, un popolo di tifosi appassionati e un marchio di
livello globale. Bisogna però migliorare infrastrutture e stadi:
noi contiamo di completare il nuovo impianto entro il 2027".
red
fine
MF-DJ NEWS
2808:19 nov 2022
(END) Dow Jones Newswires
November 28, 2022 02:20 ET (07:20 GMT)
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