Mediobanca: cda in continuità, Del Vecchio non chiede posti (Rep)
16 Settembre 2020 - 8:46AM
MF Dow Jones (Italiano)
Nessun contatto e nessun compromesso tra Leonardo Del Vecchio,
da quasi un anno primo azionista e convitato di pietra in
Mediobanca, e i vertici al rinnovo della banca d'affari, che è il
pilastro di Generali Ass..
Lo scrive Repubblica aggiungendo che la prima lista, che
verosimilmente definirà 13 dei 15 nomi del prossimo cda Mediobanca
in auge fino al 2023, esce oggi pomeriggio, con largo anticipo sui
tempi dell'assemblea del 28 ottobre. Sarà all'insegna della
continuità: 11 amministratori confermati tra cui il presidente
Renato Pagliaro, l'ad Alberto Nagel e il dg Francesco Saverio
Vinci, due nuovi al posto di Alberto Pecci e Marie Bolloré. Li
rimpiazzeranno due donne, facendo salire dal 30 al 40% le quote
femminili nel cda dell'istituto. Una di loro sarebbe francese,
l'altra sarà Laura Cioli, ex ad di Rcs e di Gedi. I membri del cda
saranno ancora "in maggioranza indipendenti" ai sensi del codice di
autodisciplina per le quotate.
La relazione quali-quantitativa del cda in carica, che già la
settimana scorsa ha riunito il comitato nomine per ultimare la
lista, raccomandava, come prescrive la normativa europea, candidati
con "conoscenze di base (riscontrabili da esperienze specifiche) di
mercati bancari e finanziari, contesto normativo, programmazione
strategica, gestione dei rischi creditizi, contabilità e revisione,
valutazione dei meccanismi di governance, interpretazione dei dati
finanziari e delle principali problematiche di settore".
Guardando al funzionamento generale del cda, suggeriva poi la
"continuità per almeno 9 membri" uscenti, per dare attuazione al
piano 2023 e data l'emergenza Covid. Si tratta di due meno rispetto
agli 11 che saranno confermati nella lista in pubblicazione oggi,
che per la prima volta è espressa direttamente dal consiglio
uscente e non dal patto che vincola il 12,5% del capitale.
Tale discrepanza aveva fatto ipotizzare che ci fossero due
strapuntini lasciati a Delfin, se mai la cassaforte di Del Vecchio
- socia al 9,9% e in agosto autorizzata dalla Bce a salire fino al
19,9% - avesse voluto indicare propri rappresentanti condivisi con
la maggioranza. Niente del genere è accaduto, e dietro le quinte i
rapporti tra i vertici Mediobanca e il loro primo socio sono
rimasti freddi. Prevale, nel campo dell'imprenditore autodidatta
leader mondiale nell'occhialeria, la logica attendista, per un
investimento considerato con ottica di lungo termine.
Non è chiaro quando e in che misura Delfin sfrutterà il via
libera a crescere di peso, e magari presentarsi alla futura
assemblea con un'azione più del patto Mediobanca. E fonti vicine a
Delfin anche ieri confermavano le indiscrezioni estive, per cui al
momento Delfin non intende presentare alcuna lista. Non solo una
con nomi "di comando", capace in teoria di competere con quella
degli uscenti per la maggioranza operativa del nuovo cda (ipotesi
che sarebbe stata esclusa con la Bce, si dice) ma neanche una lista
di due nomi per la minoranza del cda, o per il collegio sindacale,
pure in scadenza.
Gli altri due posti riservati alle minoranze del mercato
dovrebbero quindi andare alla lista del Comitato dei gestori, che
dovrebbe confermare Angela Gamba e Alberto Lupoi. Sempre ai fondi
dovrebbe andare la presidenza del collegio sindacale, vietata al
cda. Qui il nome sarà nuovo, dato che Natale Freddi è già al nono
anno. I termini per chiunque ambisca a fare liste (oltre ai gestori
ci sta provando l'attivista critico Bluebell, che finora pare
fatichi ad aggregare ampi consensi) scadono il 3 ottobre. Anche per
Delfin, se mutasse idea e strategia.
vs
(END) Dow Jones Newswires
September 16, 2020 02:31 ET (06:31 GMT)
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