L'Antitrust evidenzia "criticità concorrenziali" nello schema di contratto di programma 2020-2024 tra il Ministero dello Sviluppo Economico e Poste I. Lo si apprende dal bollettino settimanale dell'Authority che rende conto di una segnalazione in merito inviata dal presidente Roberto Rustichelli al presidente del Consiglio e al ministro dello Sviluppo economico.

La segnalazione definisce di "particolare criticità concorrenziale" i servizi di natura digitale, in parte afferenti alla filiera dei servizi postali, che Poste Italiane è incaricata di rendere disponibili alle pubbliche amministrazioni; ma anche "i servizi di natura non postale, con riferimento ai quali Poste Italiane valuterà se renderli disponibili alle pubbliche amministrazioni, consistenti, tra l'altro: nell'emissione e consegna di certificati e attestazioni, nelle attività di riscossione e pagamento, nel supporto e nell'assistenza verso la popolazione anziana per promuovere l'utilizzo di strumenti informatici nello svolgimento di attività relative ai servizi postali e altri servizi offerti da Poste e nella logistica per centri urbani ed aree rurali, in alcuni casi non presenti nel contratto di programma 2015-2019". Tutti servizi che "saranno definiti da apposite convenzioni con le pubbliche amministrazioni".

L'Antitrust punta anche il dito sull'offerta del servizio di tesoreria nei Comuni con popolazione residente fino a 5.000 abitanti. "Tali previsioni - si legge nella delibera - consentono a Poste Italiane di offrire servizi estranei al servizio postale universale, in alcuni casi anche estranei al settore postale, sulla base di convenzioni, eludendo procedure di gara ad evidenza pubblica per i loro affidamenti, con conseguenti distorsioni concorrenziali e aggravio dei conti pubblici".

In merito alla fornitura del servizio postale universale, L'Antitrust ricorda, inoltre, "le ben note criticità, anche segnalate in diverse occasioni dall'Autorità e ancora permanenti". In particolare, da piazza Verdi segnalano che "la selezione del fornitore del servizio universale è avvenuta in via diretta e non attraverso una gara ad evidenza pubblica"; che la durata dell'affidamento diretto è "estremamente lunga e quindi incompatibile con una reale apertura del mercato"; che il perimetro del servizio universale è "troppo ampio" e "dovrebbe essere ridefinito e limitato esclusivamente a quei servizi essenziali che l'utente non sarebbe altrimenti in grado di acquistare a titolo individuale", comportando sia "un onere addizionale per il fornitore, che inevitabilmente si riflette sulla sua efficienza e sul suo conto economico, oltre che sul bilancio della Stato(attraverso il trasferimento a carico dello Stato)" sia "evidenti distorsioni concorrenziali a svantaggio degli operatori concorrenti" per via dell'esenzione dell'Iva.

Secondo l'Authority "occorrerebbe pertanto limitare il servizio universale all'invio di corrispondenza in senso stretto fra privati, escludendo altri invii (per esempio quello dei pacchi) per i quali non sembrano rinvenirsi ragioni per finanziare a carico dello Stato attività che trovano sul mercato ampia possibilità di essere acquisite a condizioni ragionevoli". Infine, per l'Antitrust sarebbe necessario "rendere maggiormente trasparenti i sistemi di finanziamento" del servizio universale.

"Al fine di favorire il pieno sviluppo delle dinamiche concorrenziali nel settore postale ormai totalmente liberalizzato e negli altri settori di natura non postale interessati dallo schema di contratto di programma in questione - conclude la segnalazione -, l'Autorità ritiene che il medesimo debba essere ricondotto alla sua originaria finalità di regolare unicamente le modalità di erogazione del servizio postale universale, nonché i relativi obblighi della società affidataria e che al contempo il perimetro del servizio universale sia ristretto ai soli servizi per cui esso risulta indispensabile, riconducibili essenzialmente alla mera corrispondenza fra privati".

gug

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December 16, 2019 11:39 ET (16:39 GMT)

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