Spigolature

- Modificato il 01/12/2017 10:47
lella6 N° messaggi: 1519 - Iscritto da: 01/2/2010

e di tutto un po'.

gocce di saggezza, briciole di buone letture,

poesia e musica indimenticabile e chi più ne ha più ne metta.

Buona giornata!





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481 di 996 - 06/1/2018 00:37
lella6 N° messaggi: 1519 - Iscritto da: 01/2/2010
LA DEMOCRAZIA

Gaetano Salvemini

[…] “Di fronte a problemi tecnici che richiedono l’opera di esperti, il politico, che sia un dittatore o un leader democratico, è come colui che cerca un dottore per un amico malato.
Il malato soffre di mal di testa. Fosse pure l’uomo più ignorante al mondo, egli solo è competente a dire se si sente bene o male, e se il dolore di cui soffre è alla testa, allo stomaco o al fegato. Ma non è competente a diagnosticare la sua malattia, né a prescrivere il rimedio per essa. Può pensare che la sua malattia sia nella testa, mentre in realtà è affetto allo stomaco o al fegato. L’amico del malato non è più competente di lui a risolvere i problemi tecnici della diagnosi e della prescrizione. Cerca un esperto – il medico – e gli chiede di risolvere quei problemi tecnici. Colui che sceglie un medico non è in grado di giudicare in anticipo se il medico sia bravo o meno. Se potesse giudicare dell’abilità tecnica del medico sarebbe egli stesso un medico e non avrebbe bisogno di andare in giro a cercare un altro esperto.
Una volta scelto il medico, il paziente guarisce, perché doveva guarire, o muore, perché doveva morire. Se il paziente si rimette, tanto lui che il suo amico concludono che il dottore era un bravo esperto. Se il paziente muore, la colpa è del dottore. Se la malattia si prolunga troppo, il paziente e il suo amico passano da un esperto all’altro, finché il paziente guarisce o muore. Se non cambiaste dottore, il vostro dottore diventerebbe il vostro dittatore e voi non sareste più suoi pazienti, ma suoi sudditi.
Nelle questioni politiche il popolo, la folla, il volgo sono il paziente. Il loro compito, in un governo democratico, non è quello di risolvere i problemi tecnici. E’ semplicemente quello di dire se si sentono bene o si sentono male, e lo dicono tramite la stampa, le associazioni, o il giorno delle elezioni. Se il popolo si sente bene, attribuisce il merito della sua prosperità al partito al potere, e il giorno delle elezioni rielegge i politici del partito al potere. Se non si sente bene, vota per i politici dell’opposizione. I politici eletti in questo modo non sono esperti. Essi sono gli amici della persona malata i quali procurano i dottori che la cureranno. Scelgono gli esperti ai quali è affidata la soluzione dei problemi tecnici. Li cambiano se la soluzione tarda troppo ad arrivare o se le condizioni peggiorano anziché migliorare.
In un governo democratico voi potete costringere i vostri rappresentanti a cambiare il vostro medico. Sotto una dittatura siete schiavi degli esperti scelti dal dittatore fino a quando essi godono della fiducia del dittatore, dei suoi consiglieri personali o della sua amante. Non avete alcun canale a disposizione per far sapere se il dittatore e i suoi esperti hanno guarito o aggravato i disturbi di cui soffrite. Ma il dittatore e i suoi giornali sono lì per annunciare al mondo intero che siete in piena forma, che siete gli esseri più felici dai tempi del giardino dell’Eden. E in tutto questo si troverà sempre un numero sufficiente di giornalisti prezzolati, di colonnelli in pensione, di femmine mezzo innamorate e di ragazzini immaturi pronti a credere che tutti stanno bene grazie ai poteri magnetici del dittatore.
Gli esperti sono necessari in tutti i tipi di governo. L’unica cosa che è dato sapere, sia in una democrazia, sia in una dittatura, è che i danni prodotti dagli errori, dalla disonestà, dalla ostinazione di esperti senza scrupoli saranno pagati dal popolo.
La differenza tra dittatura e democrazia è che in democrazia il leader deve rendere conto ai rappresentanti dei cittadini dei risultati del lavoro dei suoi consiglieri, mentre i consiglieri del dittatore devono rendere conto solo a lui. Non potete mettere in discussione il loro lavoro, perché ciò getterebbe dei dubbi sulla saggezza del dittatore che li ha scelti. Non conoscete neppure i loro nomi. I consiglieri del dittatore formano una combriccola segreta di padroni irresponsabili che brigano dietro le quinte, mentre il dittatore domina la ribalta minacciando di mandare ogni oppositore davanti al plotone d’esecuzione
482 di 996 - 06/1/2018 00:54
lella6 N° messaggi: 1519 - Iscritto da: 01/2/2010
Da
"LA POLITICA COME PROFESSIONE"
Weber

“Dobbiamo renderci chiaramente conto che ogni agire orientato in senso etico può oscillare tra due massime radicalmente diverse e inconciliabilmente opposte: può essere cioé orientato secondo l’«etica della convinzione» oppure secondo l’«etica della responsabilità». Non che l’etica della convinzione coincida con la mancanza di responsabilità e l’etica della responsabilità con la mancanza di convinzione. Non si vuole certo dir questo. Ma v’è una differenza incolmabile, tra l’agire secondo la massima dell’etica della convinzione, la quale – in termini religiosi – suona: ‘Il cristiano opera da giusto e rimette l’esito nelle mani di Dio’, e l’agire secondo la massima dell’etica della responsabilità, secondo la quale bisogna rispondere delle conseguenze (prevedibili) delle proprie azioni”.
483 di 996 - 06/1/2018 06:07
rampani N° messaggi: 72895 - Iscritto da: 03/9/2007
AUGULI STELLALI a tt le BEFANEELUSS…

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484 di 996 - 06/1/2018 09:25
quasi40 N° messaggi: 1287 - Iscritto da: 25/8/2016
Non ho idea di come oggi Gaetano Salvemini potrebbe vedere la nostra democrazia avendone egli vissuto soltanto l ' inizio in un paese appena uscito da secoli da sistemi medievali prima, monarchici poi e papalini insieme, quelli dei tempi del papa re. Rilevo un collegamento, a tal proposito, ( la vita è fatta di collegamenti, e cambiamenti ) che egli ebbe a fare su " Che cosa è la laicità " 1907 in Scritti sulla scuola: " La politica scolastica del partito clericale non può essere in Italia che una sola: deprimere la scuola pubblica, non far nulla per migliorarla e più largamente dotarla; favorire le scuole private confessionali con sussidi pubblici, e con sedi d ' esami, con pareggiamenti; rafforzata e poco a poco la scuola privata confessionale e disorganizzata la scuola pubblica, sopprimere al momento opportuno questa e presentare come unica salvatrice della gioventù quella. Programma terribilmente pericoloso perché non richiede nessuno sforzo di lotta attenta ed attiva ma solo di una tranquilla e costante inerzia, troppo comoda per i nostri burocrati e per i nostri politicanti, troppo facile pet l ' oligarchia che ci governa. " - Mi pare ce ne sia abbastanza. In tempi recenti il referendum di Bertinotti sulla scuola, come sappiamo, per ben due volte si è ritorto contro il suo proponente, convinto che i tempi fossero maturi per un cambiamento che invece la democrazia, quella clericale, ancora essa, ha respinto come improponibile. Punti di vista, gli uni e gli altri, giusti o sbagliati a secondo dei propri punti di vista senza arrivare a determinare se siano giusti o sbagliati, in democrazia come nei regimi totalitari, vedi oggi Corea del Nord. Salvemini non ha visto la contaminazione e il decadimento di ciò che oggi è diventata la democrazia la quale vuole trovare la sua autogiustificazione nell ' evidenziare la differenza tra i propri metodi e quelli autoritari che sì, ci sono, piegati e usati al servizio e all ' interesse di piu soggetti piuttosto che di uno solo. Mi disse un senatore della repubblica con il quale ebbi modo di fare una breve conversazione, nell ' anno 2000, Donoratico - Livorno, prima convention di Forza Italia ( e unica ) in quella provincia, mi disse che la libertà ha un prezzo e che questo prezzo va pagato ( ciò che mi rimane è la libertà del mio punto di vista, come ultimamente anche quì è stato detto, ma finisce lì ). Dice inoltre Salvemini: " Noi non possiamo essere imparziali. Possiamo essere soltanto intellettualmente onesti: cioè rendere conto delle nostre passioni, tenerci in guardia contro di esse e mettere in guardia i nostri lettori contro i pericoli della nostra parzialità. L ' imparzialità è un sogno, la probità è un dovere." I sistemi rispecchiano l ' imperfezione dell ' essere umano. C ' é chi ha la pretesa di ritenersi detentore della verità assoluta, anzi, ce sono fin troppi...non c ' é più umiltà, la politica è tutt ' altro che un ' arte nobile.
MODERATO Franco Cecchino (Utente disabilitato) N° messaggi: 681 - Iscritto da: 10/11/2017
486 di 996 - 06/1/2018 20:21
rampani N° messaggi: 72895 - Iscritto da: 03/9/2007
MELLUSS mai fale piangele vostle BEFANE…



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MODERATO Franco Cecchino (Utente disabilitato) N° messaggi: 681 - Iscritto da: 10/11/2017
488 di 996 - 09/1/2018 14:23
lella6 N° messaggi: 1519 - Iscritto da: 01/2/2010


""In principio, dunque, era la noia, volgarmente chiamata caos. Iddio, annoiatosi della noia,
creò la terra, il cielo, l'acqua, gli animali, le piante, Adamo ed Eva;
i quali ultimi, annoiandosi a loro volta del paradiso, mangiarono il frutto proibito.
Idio si annoiò di loro e li caccio dall'Eden.....""

ALBERTO MORAVIA - La noia
MODERATO DucaConte LupoGufoCorvo (Utente disabilitato) N° messaggi: 2372 - Iscritto da: 23/10/2017
MODERATO DucaConte LupoGufoCorvo (Utente disabilitato) N° messaggi: 2372 - Iscritto da: 23/10/2017
492 di 996 - 10/1/2018 13:17
rampani N° messaggi: 72895 - Iscritto da: 03/9/2007
Quotando: silvio burlesconi - Post #490 - 09/Gen/2018 23:40

CRIBBIO non riesco a capire il labiale di questa troietta...c'è qualche "labialista" in salotto ?

babe wave GIF by Cheezburger

WOW .....



I love chinese...ahahah
MODERATO DucaConte LupoGufoCorvo (Utente disabilitato) N° messaggi: 2372 - Iscritto da: 23/10/2017
494 di 996 - 12/1/2018 08:55
lella6 N° messaggi: 1519 - Iscritto da: 01/2/2010

LA LOGICA E LA DIALETTICA

Arthur Shopenhauer

"E' un peccato che fin dall'antichità dialettica e logica siano state adoperate come sinonimi, e che quindi io non sia così libero di separare il loro significato, come altrimenti vorrei, e definire la logica come "la scienza delle leggi del pensiero, cioè del modo di procedere della ragione", e la dialettica come "l'arte del disputare". Quindi la logica ha evidentemente un oggetto puramente a priori, determinabile senza l'intervento dell'esperienza, ossia le leggi del pensiero, il procedere che la ragione (logos) segue se è lasciata a se stessa e non è disturbata....La dialettica invece tratterebbe della comunione di due esseri razionali, che di conseguenza pensano insieme, cosa da cui, non appena essi non concordino come due orologi sincronizzati, sorge una disputa, cioè una battaglia spirituale. Come pura ragione i due individui dovrebbero concordare. Le loro divergenze scaturiscono dalla diversità che è costitutiva dell'individualità, e sono dunque un elemento empirico......La natura umana comporta infatti che quando nel pensare in comune....A si accorge che i pensieri di B sul medesimo oggetto divergono dai suoi, egli non va per prima cosa a riesaminare il proprio pensiero per trovare l'errore, ma presuppone che questo si trovi nel pensiero dell'altro: cioè l'uomo è per natura prepotente, vuole avere ragione: e ciò che consegue da questa proprietà è l'insegnamento della disciplina che io vorrei chiamare dialettica e che tuttavia, per evitare malintesi, chiamerò dialettica eristica. Essa sarebbe dunque la dottrina del modo di procedere della naturale prepotenza umana".
496 di 996 - 17/1/2018 09:50
lella6 N° messaggi: 1519 - Iscritto da: 01/2/2010


COME VI PIACE
William Shakespeare

Il monologo di Jacques
-¬‐
Tutto il mondo è un palcoscenico , e gli uomini e le donne sono soltanto
attori. Hanno le loro uscite come le loro entrate, e nella vita ognuno
recita molte parti, ed i suoi atti sono sette età.
Prima, l'ʹinfante che miagola e vomita in braccio alla nutrice. Lo
scolaro poi, piagnucoloso, la sua brava cartella, la faccia rilucente nel
mattino, che assai malvolentieri striscia verso la scuola a passo di
lumaca. E poi l'ʹinnamorato, che ti sospira come una fornace, e in
tasca una ballata tutta lacrime sopra le ciglia della sua adorata.
Poi, un soldato, armato dei moccoli più strambi, un leopardo baffuto
geloso dell'ʹonore, lesto di mano, pronto a veder rosso, che va a
cercar la bubbola della reputazione persino sulla bocca d'ʹun obice. E
poi il giudice, con un bel ventre tondo, farcito di capponi, occhio
severo, barba ritagliata a regola d'ʹarte, gonfio di sentenze e di luoghi
comuni: e in questo modo recita la sua parte. L'ʹetà sesta ti muta
l'ʹuomo in magro pantalone in ciabatte, le lenti al naso, la borsa sul
fianco, e quelle braghe usate da ragazzo, ben tenute ma ormai
spaziose come il mondo per i suoi stinchi rattrappiti, e il suo vocione
da maschiaccio che ridiventa un falsetto infantile, un suono fesso e
fischiante.
L'ʹultima scena infine, a chiuder questa storia strana, piena di eventi,
è la seconda infanzia, il mero oblio, senza denti, senz'ʹocchi o gusto,
senza niente.
500 di 996 - 17/1/2018 12:58
quasi40 N° messaggi: 1287 - Iscritto da: 25/8/2016
Che il mondo sia un palcoscenico è un dato di fatto. Ci sono gli attori e gli impresari teatrali, legati a doppio filo gli uni agli altri, non ci può essere l ' uno senza l ' altro. L ' impresario teatrale massimo della televisione italiana è Bruno Vespa, mestierante esperto e inossidabile, transitato indenne attraverso non so quanti governi ai quali si è di volta in volta adattato. Chi ha una certa età ricorderà che una volta rispose tutto stizzito a chi gli rimproverava di essere troppo acquiescente nei confronti del governo, rispose, dicevo, che il suo referente era la DC: non temo smentite. Impresario di sè stesso, in parte ha saputo valorizzarsi sfruttando la sua fedeltà al potere di turno il quale, per l ' altra parte, lo ha lasciato fare, creando di fatto una specie di simbiosi mutualistica quasi perfetta. Gli attori. La tv è la cassa di risonanza che amplifica la recita che la politica mette in scena, specialmente prima delle elezioni come nel momento attuale. Le recite però non convincono, non mi convincono, sono diventate delle patetiche rappresentazioni delle quali non si vede l ' ora che si avvicini la fine talmente sono male rappresentate. Una deprimente recita a soggetto. L ' altra sera a otto e mezzo il ministro Franceschini, sintetizzo, dice che sì, gli italiani non stanno bene, che con Di Maio continueranno a non stare bene ma che tra lo stesso non stare bene è preferibile esserlo con i vecchi politicanti, esperti del mestiere, piuttosto che con i giovani ( politici ? ) in attesa di diventare a loro volta politicanti: morale, lasciate noi al nostro posto che vi facciamo stare non bene ( perché non dire male ? ) meglio degli altri, data l ' esperienza acquisita. Io questo ne ho ricavato, ma bisogna tener presente che Andreotti aveva lasciato un grande insegnamento nel dire che a pensare male si fa peccato ma tante volte ci si azzecca. Ieri sera è stata la volta di Grasso. Mi è tornato in mente il " non ci stò di Scalfaro ", quell ' urlo di dolore nel vedere la Patria così avvilita e calpestata. Grasso ha usato altro metodo, pacato, conciliante, da perdona anziana che per il bene, sempre della Patria, rinuncia a fare il nonno perché davanti alla possibilità che gli è stata proposta di poterne essere il salvatore ha subito fatta sua questa proposta, in un afflato al quale non si poteva dire di no. E poi si dice che, eh ! Questa Italia che non finisce mai di sorprenderti, quante nobili anime ci sono e noi, ingrati, che continuiamo a dargli giù per...no, continuiamo a dargli addosso. Chissà, forse non ci accontentiamo più di essere dei semplici spettatori e vogliamo salire sul palcoscenico a nostra volta, indossare finalmente una maschera che comporta ricavarne un utile, al posto di essere spettatore, oltre che insoddisfatto, per di più pagante. Al momento si stanno effettuando le prove.
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