Spigolature

- Modificato il 01/12/2017 10:47
lella6 N° messaggi: 1519 - Iscritto da: 01/2/2010

e di tutto un po'.

gocce di saggezza, briciole di buone letture,

poesia e musica indimenticabile e chi più ne ha più ne metta.

Buona giornata!





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508 di 996 - 17/1/2018 19:46
lella6 N° messaggi: 1519 - Iscritto da: 01/2/2010

L'UOMO E LE BESTIE

La raggione der perchè

Ieri sentivo un Grillo
che cantava tranquillo in fonno a un prato;
un po’ più in là, dedietro a lo steccato,
una Cecala risponneva ar trillo;
e io pensavo: – In mezzo a tanti guai
nun c’è che la natura
che nun se cambia mai:
‘ste povere bestiole
canteno l’inno ar sole
co’ la stessa annatura,
co’ le stesse parole
de seimil’anni fa:
cór solito cri-cri,
cór solito cra-cra…
Dar tempo der peccato origginale
tutto è rimasto eguale.
Dall’Aquila a la Pecora a la Biscia,
chi vola, chi s’arampica, chi striscia;
dar Sorcio a la Mignatta a la Formica
chi rosica, chi succhia, chi fatica,
ma ogni bestia s’adatta a fa’ la vita
che Dio j’ha stabbilita.

Invece l’Omo, che nun se contenta,
sente er bisogno de l’evoluzzione
e pensa, studia, cerca, scopre, inventa…
Ma sur più bello ch’è arivato in cima,
quanno se crede d’esse più evoluto,
vede un pezzetto d’oro… e te saluto!
È più bestia de prima!

TRILUSSA
MODERATO GIACOMINA BONA (Utente disabilitato) N° messaggi: 264 - Iscritto da: 10/11/2017
513 di 996 - 18/1/2018 00:36
lella6 N° messaggi: 1519 - Iscritto da: 01/2/2010

Bertold Brecht,
"Domande di un lettore operaio"


Chi costruì Tebe dalle Sette Porte?
Dentro i libri ci sono i nomi dei re.
I re hanno trascinato quei blocchi di pietra?
Babilonia tante volte distrutta,
chi altrettante la riedificò? In quali case
di Lima lucente d'oro abitavano i costruttori?
Dove andarono i muratori, la sera che terminarono
la Grande Muraglia?
La grande Roma
è piena di archi di trionfo. Chi li costruì? Su chi
trionfarono i Cesari? La celebrata Bisanzio
aveva solo palazzi per i suoi abitanti?
Anche nella favolosa Atlantide
nella notte che il mare li inghiottì, affogarono
implorando aiuto dai loro schiavi.

Il giovane Alessandro conquistò l'India.
Lui solo?
Cesare sconfisse i Galli.
Non aveva con sé nemmeno un cuoco?
Filippo di Spagna pianse, quando la sua flotta
fu affondata. Nessun altro pianse?
Federico II vinse la guerra dei Sette Anni. Chi
vinse oltre a lui?

Ogni pagina una vittoria.
Chi cucinò la cena della vittoria? Ogni dieci anni un grande uomo.
Chi ne pagò le spese?

Tante vicende.
Tante domande.
514 di 996 - Modificato il 18/1/2018 01:02
lella6 N° messaggi: 1519 - Iscritto da: 01/2/2010

EINSTEIN

""Voglio capire come Dio ha creato il mondo. Non mi interessa questo o quel fenomeno in particolare: voglio penetrare a fondo il Suo pensiero. Il resto sono solo minuzie ... l'esperienza più bella che possiamo avere è il senso del mistero. E' l'emozione fondamentale che accompagna la nascita dell'arte autentica e della vera scienza. Colui che non la conosce, colui non può più provare stupore e meraviglia è già come morto e i suoi occhi sono incapaci di vedere.""
515 di 996 - Modificato il 18/1/2018 11:33
lella6 N° messaggi: 1519 - Iscritto da: 01/2/2010
GIORGIO GABER

Se ci fosse un uomo

Se ci fosse un uomo
un uomo nuovo e forte
forte nel guardare sorridente
la sua oscura realtà del presente.

Se ci fosse un uomo
forte di una tendenza senza nome
se non quella di umana elevazione
forte come una vita che é in attesa
di una rinascita improvvisa.
Se ci fosse un uomo
generoso e forte
forte nel gestire ciò che ha intorno
senza intaccare il suo equilibrio interno
forte nell'odiare l'arroganza
di chi esibisce una falsa coscienza
forte nel custodire con impegno
la parte più viva del suo sogno
se ci fosse un uomo.

Questo nostro mondo ormai è impazzito
e diventa sempre più volgare
popolato da un assurdo mito
che è il potere.

Questo nostro mondo è avido e incapace
sempre in corsa e sempre più infelice
popolato da un bisogno estremo
e da una smania vuota che sarebbe vita

se ci fosse un uomo...

Allora si potrebbe immaginare
un umanesimo nuovo
con la speranza di veder morire
questo nostro medioevo.

Col desiderio
che in una terra sconosciuta
ci sia di nuovo l'uomo
al centro della vita.

Allora si potrebbe immaginare
un neo rinascimento
un individuo tutto da inventare
in continuo movimento.

Con la certezza
che in un futuro non lontano
al centro della vita
ci sia di nuovo l'uomo.

Un uomo affascinato
da uno spazio vuoto
che va ancora popolato.

Popolato da corpi e da anime gioiose
che sanno entrare di slancio
nel cuore delle cose.

Popolato di fervore
e di gente innamorata
ma che crede all'amore
come una cosa concreta.

Popolato da un uomo
che ha scelto il suo cammino
senza gesti clamorosi
per sentirsi qualcuno.

Popolato da chi vive
senza alcuna ipocrisia
col rispetto di se stesso
e della propria pulizia.

Uno spazio vuoto
che va ancora popolato.

Popolato da un uomo talmente vero
che non ha la presunzione
di abbracciare il mondo intero.

Popolato da chi crede
nell' individualismo
ma combatte con forza
qualsiasi forma di egoismo.

Popolato da chi odia il potere
e i suoi eccessi
ma che apprezza
un potere esercitato su se stessi.

Popolato da chi ignora
il passato e il futuro
e che inizia la sua storia
dal punto zero

Uno spazio vuoto
che va ancora popolato.

Popolato da chi é certo
che la donna e l'uomo
siano il grande motore
del cammino umano.

Popolato da un bisogno
che diventa l'espressione
di un gran senso religioso
ma non di religione.

Popolato da chi crede
in una fede sconosciuta
dov'é la morte che scompare
quando appare la vita.

Popolato da un uomo
cui non basta il crocefisso
ma che cerca di trovare
un Dio dentro se stesso.

https://www.youtube.com/watch?v=txjbEXCeGB4
516 di 996 - 18/1/2018 11:54
lella6 N° messaggi: 1519 - Iscritto da: 01/2/2010
La Buona educazione è fuori moda?


Gentilezza, cortesia, maniere, una volta venivano definite buona educazione, oggi sono in disuso?


""Ferma in colonna nel traffico ad aspettare il mio turno, involontariamente, ad un incrocio, ho bloccato il traffico dell'altra corsia. "Ma dove guardi?... Vai avanti!... E spostati! Imbranata!..." E via con parole e gesti certamente non di cortesia. Mi guardo attorno, un pò sorpresa e anche spaesata: in fondo sono imbottigliata a mia volta nella colonna. Non posso nè andare avanti, nè tornare indietro. All'incrocio ho imboccato la mia strada pensando di arrivare dall'altra parte della strada. Invece, tutto si è fermato. Pazienza. Devo prendere il bambino a scuola, farò tardi, ma la signora? Che vuole? Ma poi che modi? E' l'ora clou per tutti. Invece no. Giù con parolacce, gesti che, fatti da una donna, fanno senso. Certi gesti sono sempre stati attribuiti ai camionisti, poveracci, ci saranno pure camionisti gentili. Ma l'etichetta è attaccata. Comunque, oggi questi atteggiamenti sguaiati, sono di normale routine per strada, tra la gente comune, uomini, donne i ragazzi per non parlare delle ragazze.

Perdonate il mio sgomento, devo ammettere, a volte mi sento di un'altra epoca. Persino fuori luogo. Certo, sono nata il secolo scorso, ma è così lontano? E poi perché dovrebbero, le buone maniere, andare fuori moda? O è, piuttosto, un disuso nel nostro comportamento?

E non parlo di galateo, di come usare forchetta e coltello, ma di tutti quei comportamenti da assumere con decoro, altra parola in pensione, nei vari ambienti: da quello lavorativo, a quello domestico, a quello in pubblico e con gli amici. Il giusto tono di voce, spegnere il telefonino a tavola, i gesti, la gentilezza, il sorriso. Avere buone maniere significa rispettare il prossimo, accogliere la sua diversità, vederla e accettarla. La buona educazione significa creare un ambiente piacevole intorno a noi, gratificante per noi e per chi ci sta vicino. Al contrario, gli atteggiamenti scortesi e sgarbati creano frustrazione e aumentano lo stress in noi, negli altri e nell'aria che respiriamo.

La donna, un tempo, era portatrice di bellezza, di eleganza, dell'essere materno e, quindi, di dolcezza e di buone maniere. Non si usa più? La ricerca del bello sta anche nei gesti, semplici e discreti. La ricerca del bello porta allo stare bene. Se siamo veloci e superficiali, in questa ricerca o in questa esternazione, o, addirittura, non la ricerchiamo affatto, perdiamo attimi che possono darci serenità che ci fanno vedere la vita in modo non solo più positiva, ma più ricca e più fascinosa.

"Un aspetto garbato e piacevole, e gesti gentili e discreti (aggiungo io), sono una perenne lettera di raccomandazione" (Francis Bacon).

E un "sorriso", un "grazie", un "prego", "buongiorno" e "arrivederci", portano allegria, predispongono il prossimo in senso positivo, più disponibile all'ascolto e al guardare con occhi diversi chi gli sta di fronte.

Al contrario, parolacce, modi sgarbati, atteggiamenti sguaiati, prorompenti e persino arroganti, mettono distanza, ci indispettiscono e imbruttiscono e ci portano all'imbarbarimento.

Le regole della buona creanza, come ci dicevano i nonni, dobbiamo riportarli alla luce. L'eleganza e la sobrietà, renderle di moda.""

Rosamaria Perrotta

&&&&&&&

Io sono convinta che i media, e in particolar modo la Televisione,
hanno messo del loro per alzare il tasso di maleducazione che
oggigiorno, è inutile nasconderlo, puoi ritrovare a tutti i livelli,
dalla scuola alla famiglia, dai social network alla politica sino
arrivare addirittura nel parlamento. E come diceva mia nonna
buonanima "" L'esempio viene dall'alto""........


Un Buongiorno con un sorriso ci fa vivere meglio, ci fa gustare
la vita e ci fa vivere in armonia con noi stessi e con il resto del
Mondo! Il saluto è salutare….
517 di 996 - 18/1/2018 12:14
quasi40 N° messaggi: 1287 - Iscritto da: 25/8/2016
@ Lella, mi pare di capire che sei alla ricerca, coltivi la speranza, ti piacerebbe, alla ricerca di qualcosa che non c ' é, che forse c ' era e non c ' é più perché l ' uomo l ' ha uccisa. Tante vicende, tante domande, poche risposte, deprimenti. Per rinascere bisogna prima morire. Non siamo ancora morti ma siamo sulla buona strada per esserlo, un ' agonia che stà comunque accelerando. Mi chiedo a cosa servano le stelle: senza di esse A.J.Cronin non avrebbe potuto dare questo titolo al suo romanzo " E le stelle stanno a guardare ". La creazione del mondo ? L ' infinito ? Cos ' é l ' infinito ? La poesia di Leopardi ? Poi c ' é di mezzo l ' uomo per finire di complicare le cose. Pazzesco. Il mistero, sul quale l ' uomo ci ha creato un impero, mistero, chiamato anche dogma. Religiosità, non religione. Così, Lella, a ruota libera, senza fine...tu trascini la nostra vita...cantava la Vanoni e poi...il potere, ah ! il potere, e la massa, massa e potere.....senza fine, Lella, senza fine.................
MODERATO DucaConte LupoGufoCorvo (Utente disabilitato) N° messaggi: 2372 - Iscritto da: 23/10/2017
MODERATO DucaConte LupoGufoCorvo (Utente disabilitato) N° messaggi: 2372 - Iscritto da: 23/10/2017
520 di 996 - Modificato il 20/1/2018 16:30
lella6 N° messaggi: 1519 - Iscritto da: 01/2/2010
1)
Salvatore Natoli. STARE AL MONDO. Escursione nel tempo presente.
introduzione al libro di Roberto Diodato

[..]Il tema di questo libro è ancora l’etica del finito, ma ora più attualizzato nell’incombente presenza dell’epoca, dei suoi fatti terribili. La vita contingente è sospesa all’abisso e come tale preziosa: direi che Natoli riesce bene a farci percepire l’aspetto positivo della vita. Per la sua immensa e imprevedibile ricchezza la vita va coltivata, custodita, salvaguardata: Natoli non si concentra primariamente sul dolore, ma su quella potenza generatrice di senso che prende molti nomi, anche i nomi delle nostre passioni, e a partire da tale fecondità tenta la costruzione di una “politica della felicità”. D’altro canto Natoli col dolore deve fare i conti, almeno, ma non solo, perchè deve fare i conti col tempo presente e con i suoi tragici eventi. Natoli vuole infatti costruire un “pensiero dell’attualità” che vada al di là delle apparenze, che ne comprenda la genesi dei significati. Ma prima di problematizzare deve comunque render conto degli eventi. Perciò il libro si apre con un capitolo intitolato “Società” che prende avvio dalla vicenda dell’11 settembre e dall’analisi del fenomeno del terrorismo in relazione al fenomeno della globalizzazione. Natoli sostiene che le nuove forme di terrorismo sono strettamente connesse alla globalizzazione, sono sviluppi in qualche modo ad essa interni, interni da un lato alla mobilità senza precedenti di merci, capitali, uomini, e soprattutto al processo di inclusione-esclusione che è tipico della globalizzazione: inclusione di vasti strati della popolazione mondiale nella “mentalità” americano-occidentale, nel “senso” di tale mondo, e contemporanea esclusione effettiva dalla possibilità di praticare il “modo di vivere” occidentale: “gli esclusi dai consumi – scrive Natoli – non lo sono dalla civiltà dei consumi da cui sono anzi attratti, sedotti, cui appartengono ormai per mentalità”. Di piu: la globalizzazione ha addirittura in molti luoghi accentuato lo sfruttamento territoriale e personale per migliorare le condizioni di vita “occidentali”, aprendo ulteriormente la forbice tra paesi ricchi e paesi poveri. Strana e schizofrenica associazione-dissociazione tra il corpo derelitto e la mente illusa: inclusione in un unico contenitore d’abitudini ed esclusione dai mezzi per realizzarle. Ora in questo villaggio globale “le guerre sono civili”: si delineano forme di guerra (direi una “forma” nuova della guerra) inedite rispetto al passato, e tali da mettere in luce la fragilità del concetto di “diritto”: non più guerre dichiarate da stati sovrani che reciprocamente si identificavano come nemici in nome di un diritto comune, bensì forme di resistenza mobili e piu o meno devastanti nei confronti di pressioni di vario genere: economiche, etniche, religiose e così via. A fronte di tali conflitti il potere che si autodefinisce “legittimo”, ma che in realtà è residuo e residuale, interviene con azioni di polizia, spesso per salvaguardare i “diritti umani”, soprattutto se, o forse solo se, questi “diritti” corrispondono agli interessi di tale potere. Ora, sottolinea Natoli, dato il grande evento “epocale” che conclude la storia del novecento, il crollo dell’Unione Sovietica, l’unico potere “legittimo” effettuale sopravvissuto è quello dell’America, che si trova perciò “sovraesposta” a livello di coinvolgimento nei conflitti internazionali. Per cui “i popoli della miseria a torto o ragione imputano a un Occidente ricco e rapace – e specificamente agli Stati Uniti – la loro indigenza e povertà. Qui un terreno di cultura di per sé non terrorista ma fortemente disposto alla ribellione”; “La globalizzazione – in altri termini – non ha realizzato affatto un’inclusione generalizzata e tuttavia ha permesso agli esclusi di guadagnare una maggiore consapevolezza della loro posizione. E ciò li rende meno disposti a tollerare”. Si sviluppa così una dinamica del risentimento certamente non sufficiente, a parere di Natoli, a spiegare il terrorismo dell’11 settembre, ma comunque determinata da una responsabilità dell’Occidente, e di cui l’Occidente deve farsi carico. Farsi carico cioè dell’esistenza di una piramide sociale che il processo di globalizzazione accentua invece di ridurre, e farsene carico anche per garantire la propria sicurezza. Ma in che modo l’Occidente può “farsi carico” di questo immenso peso?: “non c’è altra via – scrive Natoli – che la pazienza democratica. Non tutto il bene subito, ma un lavoro assiduo per ridurre il male, soprattutto per evitare che gli uomini nel ricercare ognuno per proprio conto il loro vantaggio si nuocciano reciprocamente”

continua.....
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