Ftse Mib (FTSEMIB)

- Modificato il 10/4/2024 09:53
GIOLA N° messaggi: 29967 - Iscritto da: 03/9/2014
Grafico Intraday: Ftse MibGrafico Storico: Ftse Mib
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12531 Commenti
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101 di 12531 - Modificato il 13/9/2016 17:01
Cannavaccciuolo N° messaggi: 11 - Iscritto da: 13/11/2015

Quotando: giusmil - Post #89 - 14/Nov/2015 17:07

Apertura in gap down... affondo in profondo rosso... con successivo recupero e chiusura vicino alla parità.

Ipotesi buttata li'.... con poca convinzione...

La ritenete possibile ?

G.


Mamm do carmin ma che sfaccimm tien a sfera e cristall ? T'agg a porta' appriess a me a juca' a carta vinc carta per int'a stazione

Ce 'vo veni' ?

Ce facimm 'e sorrd !!

'O sciem..

102 di 12531 - 17/11/2015 00:31
Giusmil N° messaggi: 8142 - Iscritto da: 04/2/2015

Sì... e poi come mi paghi ?

Con le mozzarelle ?

Ma smettila e fai il serio...

103 di 12531 - 18/11/2015 11:33
GIOLA N° messaggi: 29967 - Iscritto da: 03/9/2014
BORSE EUROPA in calo, pesa rame, male Air Liquide

Le borse europee sono in calo oggi, ritracciando dopo i solidi guadagni delle scorse sedute, a causa di una nuova contrazione dei prezzi del rame che ha trascinato al ribasso il settore minerario.

Il mercato sembra invece avere una reazione contenuta alle notizie che di un blitz all'alba in un sobborgo a nord di Parigi contro presunti organizzatori degli attacchi che venerdì hanno causato la morte di 129 persone.

L'indice FTSEurofirst 300 perde intorno alle 10.30 lo 0,75%. La borsa di Londra perde lo 0,5%, quella di Francoforte lo 0,7%, quella di Parigi lo 0,9%, quella di Madrid lo 0,8%.

"Il mercato azionario europeo sembra ancora un po' fiacco", commenta Richard Griffiths, direttore associato di Berkeley Futures.

Il comparto dei viaggi e del tempo libero perde oltre lo 0,7%.

Quasi tutte le aziende dell'indice europeo STOXX 600 hanno già reso noti i risultati del terzo trimestre: nel 51% dei casi hanno raggiunto o superato le attese, nel 49% hanno mancato le previsioni.

Restano le attese di ulteriori guadagni per le borse del Vecchio Continente (l'FTSEurofirst guadagna comunque più del 10% rispetto a inizio anno) che per alcuni investitori potrebbero venire dall'atteso nuovo stimolo monetario da parte della Bce a dicembre.


Tra i titoli in evidenza:

La francese AIR LIQUIDE (AI.EQ) perdeoltre il 5% dopo aver annunciato ieri che acquisterà la statunitense Airgas (ARG.N) in un accordo da 13,4 miliardi di dollari, debito compreso. Si tratta di una mossa destinata a rafforzare il peso dell'azienda sul mercato Usa, il più importante al mondo per i gas industriali.

AIR FRANCE KLM (AF.EQ) perde oltre l'1,2% dopo che ieri sera due suoi voli sono stati deviati a causa di allarmi per la sicurezza.

SYNGENTA (SYNN.VX) guadagna il 2,8% dopo le discussioni tra i dirigenti di Monsanto sulla possibile acquisizione di aziende rivali.
104 di 12531 - 18/11/2015 15:44
GIOLA N° messaggi: 29967 - Iscritto da: 03/9/2014
L'ACQUISTO DI OPZIONI PUT SULL'INDICE FTSEMIB


Dopo gli attentati di Parigi i mercati stanno salendo. Il fatto è certamente anomalo, ma ancor di più lo è una Volatilità Implicita (quella legata ai prezzi delle Opzioni) che addirittura è scesa dai valori di venerdì 13 novembre.

Chi pensa che in qualsiasi momento il mercato potrebbero recepire un rischio maggiore e quindi correggere (seppur leggermente) e con una crescita della Volatilità Implicita, ha in questa fase una situazione ideale per l’acquisto di Put.

L’eventuale movimento ribassista potrebbe arrivare nelle prossime 2 settimane.

Non mi attendo forti ribassi, ma le opzioni stesse (tramite la lettura dinamica degli Open Interest) mi suggerisce che a 21000 c’è un supporto rilevante.

Guardando i grafici invece i supporti più importanti sono a 20500 e poco sopra 20000.

Per l’acquisto di Put bisogna tener conto delle Greche ed in particolare che:

- il decadimento temporale (effetto Theta) aumenta per le scadenze più vicine

- la crescita di Volatilità (effetto Vega) apprezza il valore delle opzioni

- serve anche un buon apprezzamento in caso di ribasso (effetto Delta).

Il tutto va fatto cercando di rischiare il meno possibile, ovvero pagare un premio dell’opzione (che poi è la perdita massa) non elevato.

Chiaramente andrebbero quantificate tutte le definizione qualitative che ho scritto sopra.

Alla fine ritengo che un buon compromesso tra rendimento/rischio lo fornisca la Put 19000 gennaio che con FtseMib intorno a 22094 quotano circa 126 (il valore medio tra denaro e lettera).

Le greche di questa Put sono:

Delta: -0,096 (ovvero di quanto si apprezza l’opzione senza tener conto del segni meno, se il mercato scende di 1 punto)

Theta: -3,91 (ovvero quanto scende il prezzo dell’opzione al trascorrere di 1 gg)

Vega: 14,98 (ovvero quanto sale il prezzo dell’opzioni al crescere dell'1% di volatilità).

Ricordo che le Greche sono dei valori dinamici e se il mercato scendesse i valori di Delta, Theta, Vega salirebbero (in termini assoluti) con maggiore rilevanza per Delta e Vega, che sono i fattori che più sono rilevanti per questa strategia.

A livello di gestione della strategia, poiché il rischio massimo è la perdita di 126 punti del premio pagato, le mie aspettative di guadagno sono almeno pari a 126. Assai complesso dire con che valori di mercato si otterrebbe un tale utile, poiché dipende anche da quando ciò avverrebbe e con che volatilità.

Giusto per dare dei valori, se il mercato scendesse almeno sui minimi di inizio settimana (21570) e lo facesse fra 1 settimane e con volatilità implicita in crescita del 4% il valore dell’opzione salirebbe a circa 220 punti.

Eugenio Sartorelli (www.investimentivincenti.it)


105 di 12531 - 18/11/2015 15:45
GIOLA N° messaggi: 29967 - Iscritto da: 03/9/2014
Quotando: giola - Post #104 - 18/Nov/2015 14:44L'ACQUISTO DI OPZIONI PUT SULL'INDICE FTSEMIB

Dopo gli attentati di Parigi i mercati stanno salendo. Il fatto è certamente anomalo, ma ancor di più lo è una Volatilità Implicita (quella legata ai prezzi delle Opzioni) che addirittura è scesa dai valori di venerdì 13 novembre.

Chi pensa che in qualsiasi momento il mercato potrebbero recepire un rischio maggiore e quindi correggere (seppur leggermente) e con una crescita della Volatilità Implicita, ha in questa fase una situazione ideale per l’acquisto di Put.

L’eventuale movimento ribassista potrebbe arrivare nelle prossime 2 settimane.

Non mi attendo forti ribassi, ma le opzioni stesse (tramite la lettura dinamica degli Open Interest) mi suggerisce che a 21000 c’è un supporto rilevante.

Guardando i grafici invece i supporti più importanti sono a 20500 e poco sopra 20000.

Per l’acquisto di Put bisogna tener conto delle Greche ed in particolare che:

- il decadimento temporale (effetto Theta) aumenta per le scadenze più vicine

- la crescita di Volatilità (effetto Vega) apprezza il valore delle opzioni

- serve anche un buon apprezzamento in caso di ribasso (effetto Delta).

Il tutto va fatto cercando di rischiare il meno possibile, ovvero pagare un premio dell’opzione (che poi è la perdita massa) non elevato.

Chiaramente andrebbero quantificate tutte le definizione qualitative che ho scritto sopra.

Alla fine ritengo che un buon compromesso tra rendimento/rischio lo fornisca la Put 19000 gennaio che con FtseMib intorno a 22094 quotano circa 126 (il valore medio tra denaro e lettera).

Le greche di questa Put sono:

Delta: -0,096 (ovvero di quanto si apprezza l’opzione senza tener conto del segni meno, se il mercato scende di 1 punto)

Theta: -3,91 (ovvero quanto scende il prezzo dell’opzione al trascorrere di 1 gg)

Vega: 14,98 (ovvero quanto sale il prezzo dell’opzioni al crescere dell'1% di volatilità).

Ricordo che le Greche sono dei valori dinamici e se il mercato scendesse i valori di Delta, Theta, Vega salirebbero (in termini assoluti) con maggiore rilevanza per Delta e Vega, che sono i fattori che più sono rilevanti per questa strategia.

A livello di gestione della strategia, poiché il rischio massimo è la perdita di 126 punti del premio pagato, le mie aspettative di guadagno sono almeno pari a 126. Assai complesso dire con che valori di mercato si otterrebbe un tale utile, poiché dipende anche da quando ciò avverrebbe e con che volatilità.

Giusto per dare dei valori, se il mercato scendesse almeno sui minimi di inizio settimana (21570) e lo facesse fra 1 settimane e con volatilità implicita in crescita del 4% il valore dell’opzione salirebbe a circa 220 punti.

Eugenio Sartorelli (www.investimentivincenti.it)




106 di 12531 - 19/11/2015 21:35
Giusmil N° messaggi: 8142 - Iscritto da: 04/2/2015

Quotando: giola - Post #105 - 18/Nov/2015 14:45
Quotando: giola - Post #104 - 18/Nov/2015 14:44L'ACQUISTO DI OPZIONI PUT SULL'INDICE FTSEMIB

Dopo gli attentati di Parigi i mercati stanno salendo. Il fatto è certamente anomalo, ma ancor di più lo è una Volatilità Implicita (quella legata ai prezzi delle Opzioni) che addirittura è scesa dai valori di venerdì 13 novembre.

Chi pensa che in qualsiasi momento il mercato potrebbero recepire un rischio maggiore e quindi correggere (seppur leggermente) e con una crescita della Volatilità Implicita, ha in questa fase una situazione ideale per l’acquisto di Put.

L’eventuale movimento ribassista potrebbe arrivare nelle prossime 2 settimane.

Non mi attendo forti ribassi, ma le opzioni stesse (tramite la lettura dinamica degli Open Interest) mi suggerisce che a 21000 c’è un supporto rilevante.

Guardando i grafici invece i supporti più importanti sono a 20500 e poco sopra 20000.

Per l’acquisto di Put bisogna tener conto delle Greche ed in particolare che:

- il decadimento temporale (effetto Theta) aumenta per le scadenze più vicine

- la crescita di Volatilità (effetto Vega) apprezza il valore delle opzioni

- serve anche un buon apprezzamento in caso di ribasso (effetto Delta).

Il tutto va fatto cercando di rischiare il meno possibile, ovvero pagare un premio dell’opzione (che poi è la perdita massa) non elevato.

Chiaramente andrebbero quantificate tutte le definizione qualitative che ho scritto sopra.

Alla fine ritengo che un buon compromesso tra rendimento/rischio lo fornisca la Put 19000 gennaio che con FtseMib intorno a 22094 quotano circa 126 (il valore medio tra denaro e lettera).

Le greche di questa Put sono:

Delta: -0,096 (ovvero di quanto si apprezza l’opzione senza tener conto del segni meno, se il mercato scende di 1 punto)

Theta: -3,91 (ovvero quanto scende il prezzo dell’opzione al trascorrere di 1 gg)

Vega: 14,98 (ovvero quanto sale il prezzo dell’opzioni al crescere dell'1% di volatilità).

Ricordo che le Greche sono dei valori dinamici e se il mercato scendesse i valori di Delta, Theta, Vega salirebbero (in termini assoluti) con maggiore rilevanza per Delta e Vega, che sono i fattori che più sono rilevanti per questa strategia.

A livello di gestione della strategia, poiché il rischio massimo è la perdita di 126 punti del premio pagato, le mie aspettative di guadagno sono almeno pari a 126. Assai complesso dire con che valori di mercato si otterrebbe un tale utile, poiché dipende anche da quando ciò avverrebbe e con che volatilità.

Giusto per dare dei valori, se il mercato scendesse almeno sui minimi di inizio settimana (21570) e lo facesse fra 1 settimane e con volatilità implicita in crescita del 4% il valore dell’opzione salirebbe a circa 220 punti.

Eugenio Sartorelli (www.investimentivincenti.it)



+1rotating_light

Tnks !

G.

107 di 12531 - 20/11/2015 09:20
GIOLA N° messaggi: 29967 - Iscritto da: 03/9/2014
FtseMib: reazione d'orgoglio da quota 21.550

E’ stata una settimana contrastata per il mercato azionario italiano che, in seguito all’attentato terroristico di Parigi, è sceso verso un’importante area di supporto prima di iniziare un importante recupero. La situazione tecnica dell’indice FtseMib rimane contrastata: da un punto di vista grafico, infatti, soltanto il breakout di quota 22.750 potrebbe fornire un nuovo segnale rialzista di tipo direzionale, con un primo target a 23.100 e un secondo obiettivo in area 23.300-23.350 punti. Per le prossime sedute è comunque importante che le quotazioni rimangano al di sopra di quota 21.600-21.550: la tenuta di questa zona assume particolare importanza in quanto può favorire la costruzione di una solida base accumulativa, premessa indispensabile per poter iniziare un allungo di una certa consistenza. Pericoloso invece il cedimento di quota 21.550 in quanto può innescare una rapida correzione verso 21.100-21.050 prima e attorno a 20.900-20.850 in un secondo momento. Gli indicatori direzionali (Macd e Parabolic Sar) si trovano ancora in posizione short mentre altri oscillatori segnalano un’interessante contrazione di volatilità (il BB Bandwidth, ad esempio, si trova sotto quota 0,05 mentre l’Adx è al di sotto dei 20 punti), situazione che spesso anticipa l’inizio di un movimento direzionale.

(MILANO FINANZA)


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108 di 12531 - 20/11/2015 10:51
GIOLA N° messaggi: 29967 - Iscritto da: 03/9/2014
Ai minimi di sempre il Baltic Dry, benchmark di shipping (ed economia globale)

Il rallentamento della Cina e i timori per la frenata dell'economia globale hanno avuto una conferma giovedì dal Baltic Dry Index. L'indice che monitora il settore dello shipping (in particolare in relazione alle tariffe per il trasporto di materiali come carbone e minerale di ferro) giovedì è scivolato ai minimi di sempre (dal 1984 quando venne istituito).

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109 di 12531 - 20/11/2015 11:40
GIOLA N° messaggi: 29967 - Iscritto da: 03/9/2014
Borsa, volatilita' vista in aumento (sentiment)

Ftse Mib -0,71% a 22.035 punti. "Il mercato inizia a percepire qualche segno di stanchezza nei confronti delle azioni delle Banche Centrali.

Il caso del Giappone e' sconfortante: gli svariati round di quantitative easing non sono serviti a evitare la seconda recessione del Paese dal 2012, come risulta dai dati sul Pil in contrazione, comunicati in settimana.

In questo contesto, azioni, obbligazioni e titoli di Stato, vicini ai massimi di sempre, risultano sempre piu' scollati dai fondamentali e sempre piu' dipendenti dalle politiche monetarie delle Banche Centrali. Si profila dunque un mercato ancora orientato al rialzo, ma a forte rischio di improvvise e violente cadute, in caso di passi falsi da parte delle Banche Centrali.

Come un gigante dai piedi d'argilla", commenta Andrea De Gaetano, Senior Portfolio Manager di MC Capital. "Il rialzo dei tassi da parte della Fed e' forse la manovra piu' annunciata nella storia della banca centrale Usa e, per questo, gia' fortemente scontata dal mercato. In caso di manovra particolarmente aggressiva della Bce a dicembre, potremmo vedere la parita' contro il dollaro, ma riteniamo piu' probabile che cio' non si verifichi.

Nell'incertezza stiamo neutrali su questo cambio, in attesa di maggiori conferme tecniche, orientati ad aprire posizioni al rialzo sull'euro", conclude l'esperto.

juvmyo.jpg
110 di 12531 - 27/11/2015 08:58
GIOLA N° messaggi: 29967 - Iscritto da: 03/9/2014
MoneyBeat, per l’azionario il 2015 potrebbe essere come il 1937?

Ormai da molti mesi gli osservatori di mercato stanno rilevando delle somiglianze tra quest’anno e il 2011. Tuttavia, potrebbe esserci un paragone migliore: il 1937. La distinzione tra i due anni è importante. Se si opta per il 2011 come titolo di raffronto, si potrebbe concludere che i titoli azionari schizzeranno alle stelle. Se si propende per l’analogia con il 1937, è il caso di prepararsi per una recessione. Ray Dalio, gestore di hedge fund miliardario, ha delineato il parallelismo tra il 1937 e l’attuale mercato in una lettera che risale a marzo, elencando una serie di eventi le cui radici risalgono alla fine degli anni ’20 che si correlano a quanto accaduto nel mercato dalla crisi finanziaria. Ora, altri investitori stanno evidenziando le stesse similitudini.

Ecco i paragoni forniti da Dalio nella sua lettera:

1. I limiti di indebitamento vengono raggiunti al vertice della bolla, causando il picco dell’economia e dei mercati (1929 e 2007)

2. Tassi di interesse pari a zero in un contesto di “depressione” (1931 e 2008)

3. Si inizia a stampare denaro, dando il via a “uno stupendo deleveraging” (1933 e 2009)

4. Rally del mercato azionario e degli “asset rischiosi” (1933 – 1936 e 2009 – 2014)

5. L’economia migliora nel corso di una ripresa ciclica (1933 – 1936 e 2009 – 2014)

6. La banca centrale stringe i cordoni, dando luogo a una “regressione autorinforzante” (1937 e 2015?)

Dalio aveva spiegato che tali parallelismi sono un potente argomento a sostegno del perché non volesse concentrare il capitale e fosse prudente nei confronti delle posizioni a cui è esposto l’hedge fund di proprietà, Bridgewater Associates.

Nei mesi che hanno seguito la pubblicazione della lettera firmata da Dalio altri hanno elaborato simili paragoni, ma un altro settore sta mettendo in luce i legami tra il 2015 e il 2011. In un post della scorsa settimana Jesse Felder ha aggiunto il proprio nome alla crescente lista di osservatori di mercato che rimarcano le similitudini tra il 1937 e questi ultimi dodici mesi. Felder ha sottolineato quattro principali differenze comparando quest’anno a quattro anni fa.

Tra le altre, Felder fa notare che quest’anno gli utili sono in calo, mentre nel 2011 erano in crescita. La correzione del 12% a cui ha assistito quest’anno il mercato azionario è inferiore al crollo del 19% di quattro anni fa. Ai minimi, il rapporto prezzo utile di quest’anno era superiore del 45% rispetto ai minimi del 2011. Quindi ha spiegato che al momento siamo più avanti nel ciclo economico di quanto non fossimo quattro anni fa. “Se gli investitori sono alla ricerca di un altro rialzo del 100% nei prossimi 36 mesi, sul genere di quello che abbiamo potuto osservare con la correzione del 2011, penso che siano fuori strada”, ha scritto Felder.

A dire il vero, alcuni parlano di un crollo del mercato in un futuro prossimo. Felder ha spiegato che né lui né Dalio stanno dicendo che il mercato azionario sia sul punto di colare a picco. E ha specificato che sta osservando la similitudine con il 1937 perché la storia, anche se non si ripete, qualche volta fa rima con se stessa.

The Wall Street Journal Europe

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111 di 12531 - 27/11/2015 09:25
GIOLA N° messaggi: 29967 - Iscritto da: 03/9/2014
FtseMib: il quadro tecnico si sta girando al rialzo

E’ stata una settimana positiva per il mercato azionario italiano che ha compiuto un veloce balzo in avanti e si dirige verso una solida area di resistenza grafica. La situazione tecnica dell’indice FtseMib sta quindi migliorando, con alcuni indicatori che registrano un rafforzamento della pressione rialzista. Da un punto di vista grafico, tuttavia, soltanto il breakout di quota 22.750 potrebbe fornire un nuovo segnale rialzista di tipo direzionale, con un primo target a 23.100 e un secondo obiettivo in area 23.300-23.350 punti. Per le prossime sedute è comunque importante che le quotazioni rimangano al di sopra di quota 21.900-21.850: la tenuta di questa zona può infatti favorire la costruzione di una solida base accumulativa, premessa indispensabile per poter iniziare un allungo di una certa consistenza. Pericoloso solo il cedimento di quota 21.550 in quanto può innescare una rapida correzione verso 21.100-21.050 prima e attorno a 20.900-20.850 in un secondo momento. L’analisi dei principali indicatori quantitativi evidenzia una marcata contrazione di volatilità (il BB Bandwidth, ad esempio, si trova sotto quota 0,05 mentre l’Adx è al di sotto dei 20 punti), situazione che spesso anticipa l’inizio di un movimento direzionale.

(MILANO FINANZA)

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112 di 12531 - 02/12/2015 08:52
GIOLA N° messaggi: 29967 - Iscritto da: 03/9/2014
L'Istat lima la crescita del pil allo 0,8% su base annua

La crescita dell'Italia rallenta. L'Istat da una parte ha confermato la precedente stima di una crescita dello 0,2% su base trimestrale, dall'altra ha rivisto leggermente al ribasso la crescita su base tendenziale dal precedente +0,9% al +0,8%.

"La variazione acquisita per quest'anno è pari allo 0,6%", ha spiegato l'Istat, aggiungendo che il terzo trimestre di quest'anno ha avuto quattro giornate lavorative in più rispetto al trimestre precedente e una giornata lavorativa in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Rispetto al trimestre precedente, i principali aggregati della domanda interna hanno registrato andamenti contrastanti: i consumi finali nazionali sono cresciuti dello 0,4%, mentre gli investimenti fissi lordi hanno segnato una flessione dello 0,4%. Riguardo alle componenti estere, le importazioni sono aumentate dello 0,5% e le esportazioni sono diminuite dello 0,8%.

La domanda nazionale, al netto delle scorte, ha contribuito positivamente per 0,2% e anche la variazione delle scorte ha contribuito positivamente per 0,3%, mentre è stato negativo l'apporto della domanda estera netta, pari a 0,4%. Sono stati, inoltre, rilevati trend congiunturali positivi per il valore aggiunto di tutti i principali comparti, con incrementi del 2,3% nell'agricoltura, dello 0,3% nell'industria e dello 0,1% nei servizi. Anche la variazione tendenziale ha registrato un miglioramento del 3,7% nell'agricoltura, dello 0,9% nell'industria e dello 0,5% nei servizi.

Corre poi la spesa delle famiglie. Nel terzo trimestre è aumentata dell'1,1% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso: si tratta dell'incremento più alto dal primo trimestre del 2011, ossia da oltre quattro anni. La spesa delle famiglie sul territorio nazionale ha registrato un incremento, in termini congiunturali, dello 0,4%: in particolare gli acquisti di beni durevoli sono cresciuti dello 0,6%, quelli di beni non durevoli dello 0,3%, quelli dei beni semidurevoli dell'1,8% e gli acquisti di servizi dello 0,2%

Comunque, Francia e Germania crescono di più dell'Italia. Nel terzo trimestre, il pil è aumentato in termini congiunturali dello 0,5% negli Stati Uniti e nel Regno Unito e dello 0,3% in Francia e in Germania. In termini tendenziali, si è registrato un aumento del 2,3% nel Regno Unito, del 2,2% negli Stati Uniti, dell'1,7% in Germania e dell'1,2% in Francia. Nel complesso, il pil dei Paesi dell'area euro è aumentato dello 0,3% rispetto al trimestre precedente e dell'1,6% nel confronto con lo stesso trimestre del 2014.

ftse-mib40-index1.png?w=529
113 di 12531 - 04/12/2015 11:13
GIOLA N° messaggi: 29967 - Iscritto da: 03/9/2014
FTSE MIB 21.944,72 -0,23 % ORE 11:13


ftse-mib40-index2.png?w=529
114 di 12531 - 04/12/2015 16:37
GIOLA N° messaggi: 29967 - Iscritto da: 03/9/2014
FtseMib: respinto dalla barrirea posta a 22.850 punti

E’ stata una settimana decisamente nervosa per il mercato azionario che è stato respinto da una solida area di resistenza e ha accusato una rapida correzione. L’indice FtseMib si è infatti scontrato con quota 22.850 ed è sceso verso l’importante soglia psicologica dei 22.000 punti. La struttura tecnica di breve periodo appare contrastata: da un punto di vista grafico, infatti, solo il breakout di quota 22.850 potrebbe infatti fornire un nuovo segnale rialzista e aprire interessanti spazi di crescita, con un primo target teorico in area 23.300-23.350 punti. Per le prossime sedute è comunque importante che le quotazioni rimangano al di sopra del sostegno situato in area 21.600-21.550: la tenuta di questa zona assume particolare rilevanza in quanto può favorire la costruzione di una solida base accumulativa, premessa indispensabile per poter iniziare un movimento rialzista di una certa consistenza. Una discesa sotto 21.550, al contrario, potrebbe provocare una pericolosa inversione ribassista di tendenza.

(MILANO FINANZA)

ftsemib-ii-243907.jpg
115 di 12531 - 04/12/2015 16:46
zilart2 N° messaggi: 9069 - Iscritto da: 01/4/2012
Quotando: giola - Post #113 - 04/Dec/2015 10:13FTSE MIB 21.944,72 -0,23 % ORE 11:13 ftse-mib40-index2.png?w=529

Eccellente grafico ... Al posto di 22700 credo si più coretto 22600 . ... Quasi identico al mio . Hai arrontondato i livelli alla centinaia
116 di 12531 - 04/12/2015 16:50
GIOLA N° messaggi: 29967 - Iscritto da: 03/9/2014
Quotando: zilart2 - Post #115 - 04/Dic/2015 15:46
Quotando: giola - Post #113 - 04/Dec/2015 10:13

FTSE MIB 21.944,72 -0,23 % ORE 11:13

ftse-mib40-index2.png?w=529



Eccellente grafico ... Al posto di 22700 credo si più coretto 22600 . ... Quasi identico al mio . Hai arrontondato i livelli alla centinaia



Verissimo Zilart...
117 di 12531 - 08/12/2015 12:21
GIOLA N° messaggi: 29967 - Iscritto da: 03/9/2014
Crescita modesta per il pil europeo, il Ftse Mib resta in rosso

Crescita modesta per il pil europeo nel terzo trimestre dell'anno. Come ha confermato questa mattina Eurostat, pubblicando la sua seconda stima sull'andamento dell'economia, nell'Eurozona il pil è aumentato dello 0,3% rispetto al trimestre precedente e dell'1,6% rispetto al terzo trimestre dell'anno scorso. Il dato è risultato in linea alle stime del consenso degli economisti.

La crescita del prodotto interno lordo è dovuta principalmente alla spesa dei consumatori e alle scorte. Male, invece, le esportazioni. Nell'Unione a 28 Paesi, il rialzo trimestrale è stato pari allo 0,4% e quello annuale dell'1,9%. Nel secondo trimestre, il pil era cresciuto, rispettivamente, dello 0,4% e dello 0,5%.

In Italia, la crescita del periodo giugno-settembre è stata pari allo 0,2% sul trimestre precedente, mentre su base annuale pari allo 0,8%. In Germania è stata rispettivamente dello 0,3% e dell'1,7%, in Francia dello 0,3% e dell'1,2% Tra gli altri Stati membri la situazione è questa: Romania +1,4%, Croazia +1,3%, Malta +1,1%, Lettonia +1%, Polonia e Slovacchia +0,9%. Seguono Spagna e Svezia con +0,8%. Cali del pil in Grecia (-0,9%), Estonia e Finlandia (-0,5%) e Danimarca (-0,1%).

Nel terzo trimestre la spesa delle famiglie per consume finali è aumentata dello 0,4% nella zona euro e dello 0,5% nella Ue dopo 0,3% e 0,4%, rispettivamente. La formazione di capitale fisso è rimasta stabile nella zona euro ed è aumentata nella Ue dello 0,3% dopo 0,1% e 0,4%. Le esportazioni sono cresciute dello 0,2% e dello 0,3%, rispettivamente, dopo 1,6% e 1,3%. Le importazioni sono aumentate dello 0,9% e dell'1,4% dopo 0,9% e 0,3%

La spesa per consumi finali delle famiglie ha dato un contributo positivo alla crescita del pil nelle due zone, 0,2% e 0,3% rispettivamente; la formazione di capitale fisso è stata neutrale nella zona euro (0%) e ha dato un contributo positivo nella Ue (+0,1%).

Dopo il dato sul pil Ue, il cambio euro/dollaro è poco mosso a 1,08409, resta comunque sotto il picco segnato giovedì a 1,0981, dopo la delusione dei mercati per il potenziamento dello stimolo monetario deciso dal consiglio della Banca centrale europea, inferiore alle aspettative.


Per Goldman Sachs l'euro non perderà la parità sul dollaro nel 2016. La banca d'affari Usa ha infatti proiettato il cambio a 1,07 nel giro di tre mesi, a 1 nel giro di un anno e a 0,90 nel 2017. Le aspettative precedenti si attestavano a 1,02, 0,95 e 0,80.

A Piazza Affari l'indice Ftse Mib resta schiacciato da banche e titoli petroliferi: al momento perde l'1,19% e scivola a quota 21.774 punti. Sotto pressione, in particolare, le banche popolari: Bpm (-1,57%), il Banco Popolare (-3,34%), Bper (-1,89%) e Ubi Banca (-2,12%) con la Bce che sta per mandare i propri ispettori a verificare la correttezza degli aumenti di capitale lanciati nel corso del 2014.

Scendono anche le assicurazioni e le società del risparmio gestito. Azimut e Mediolanum perdono, rispettivamente, l'1,38% e lo 0,45%. Con il greggio crollato ieri ai minimi degli ultimi sette anni, Eni scende dell'1,05%, Saipem dell'1,58% e Tenaris dell'1,72%. Deboli anche i colossi Enel (-1,13%) e Telecom Italia (-1,85%).
118 di 12531 - 08/12/2015 13:34
GIOLA N° messaggi: 29967 - Iscritto da: 03/9/2014
Nuovi segnali di frenata in Cina. Borse in netto ribasso. A Piazza Affari soffrono le banche

A metà seduta le Borse europee sono tutte in netto ribasso, condizionate dal timore di un rallentamento dell'economia globale dopo il dato deludente sulle esportazioni cinesi, scese a novembre del 6,8% sullo stesso mese del 2014, contro un calo previsto del 5%.

A Milano l'indice FtseMib scende dell'1,8%, le Borse di Parigi e Francoforte sono in calo rispettivamente dell'1,2% e dell'1%, Londra -0,9%.

Cadono a picco le società minerarie, l'indice di settore segna un ribasso del 5%.

La Cina è il primo consumatore al mondo di materie prime e la domanda è in calo da tempo.

A Londra Anglo American perde l'8,3% a 337 pence, minimo della sua storia: la società ha annunciato un drastico piano di taglio costi che prevede l'eliminazione di 85.000 posti di lavoro, oggi sono 135.000. Sarà sospeso il pagamento del dividendo e saranno vendute attività per un totale di 4 miliardi di dollari, il vecchio piano prevedeva di venderne per 3 miliardi.

Glencore (GLEN.L) perde l'8%, Rio Tinto (RIO.L) -5,4%,

ArcelorMittal (MT.EQ), il primo produttore al mondo di acciaio, segna ad Amsterdam un ribasso del 5,5%.

A Milano scendono soprattutto le banche.

Intesa -1,6%, Unicredit -2,5%.

Nuovi minimi storici per MontePaschi -4,6% e Carige -4%.

Netto ribasso anche per le popolari, su tutte Banco Popolare -3,5% e Ubi Banca -3%.

Secondo indiscrezioni del Sole 24Ore, la BCE starebbe per mandare i proprio ispettori a verificare la correttezza degli aumenti di capitale lanciati nel corso del 2014 da un gruppo di banche, soprattutto banche popolari.

Scendono anche le assicurazioni e le società del risparmio gestito.
Generali -0,9%, Azimut -2%.

Il petrolio Brent sale dell'1,5% a 41,3 dollari, ieri aveva perso il 5,2%.

Ieri il greggio WTI è crollato ai minimi degli ultimi sette anni.

Di conseguenza soffrono anche Eni che scende dell'1,9%, Saipem -2,5%, Tenaris -2,8%.

Enel arretra dell'1,5%.

Netto ribasso di Telecom Italia -2,3%.

La notizia di oggi è che la banca americana JP Morgan ha una partecipazione potenziale del 10,1%, costruita con opzioni call. L'interrogativo è se parte di queste opzioni siano da riferirsi alla partecipazione potenziale del 15% del francese Xavier Niel. L'assemblea degli azionisti sarà fra una settimana, martedì prossimo 15 dicembre.

Fiat Chrysler arretra dell'1,3%, in calo anche StM -2,3% e Finmeccanica -0,5%. Buzzi perde il 3,2%.

Nel lusso soffre Moncler -3,1%.

Al di fuori del paniere principale:

Si mettono in luce con un segno positivo, Italia Independent +5%, Reply, LVenture +2,2%, Lucisano +4%.

In caduta Mondadori -5,5%, Salini e Danieli -3%.

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119 di 12531 - 11/12/2015 10:16
GIOLA N° messaggi: 29967 - Iscritto da: 03/9/2014
FtseMib: il quadro tecnico di breve periodo si è indebolito

E’ stata una settimana negativa per il mercato azionario italiano che è stato respinto da una solida area di resistenza e ha accusato una brusca flessione. La situazione tecnica dell’indice FtseMib si è infatti indebolita con le quotazioni che sono scese fino a quota 21.320 punti. L’analisi dei principali indicatori quantitativi conferma l’inversione ribassista del trend di breve periodo, con l’Macd e il Parabolic Sar che si sono girati in posizione short. Il cedimento di 21.300 fornirà un ulteriore segnale di debolezza, con un primo target in area 21.080-21.050 e un secondo obiettivo attorno a 20.850-20.800 punti. Il forte ipervenduto può favorire un rimbalzo tecnico ma solo il ritorno sopra 22.250 potrebbe fornire una nuova dimostrazione di forza. Prima di poter iniziare un allungo di una certa consistenza sarà comunque necessaria un’adeguata fase laterale di riaccumulazione. Da un punto di vista grafico, infatti, solo il breakout di 22.850 potrebbe fornire un segnale rialzista di tipo direzionale.

(MILANO FINANZA)


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120 di 12531 - 15/12/2015 10:05
GIOLA N° messaggi: 29967 - Iscritto da: 03/9/2014
Quattro motivi per cui questa settimana forse è la più pazza per i mercati

Secondo il quotidiano online Marketwatch (Wall Street Journal) sono quattro i fattori che rendono la settimana appena iniziata forse il periodo più difficile e volatile dell'anno. Si tratta di una concomitanza di fattori, una tempesta perfetta, che raramente si verifica nei mercati. Si tratta di: crollo del petrolio, crisi dei bond high yield, incertezza su cosa farà la Fed con i tassi, e di un mix di scadenze tecniche, soprattutto sui derivati, a Wall Street

1) Crollo del petrolio: a prescindere dai vantaggi che ciò comporta per i consumatori e la domanda aggregata, il forte calo del prezzo delle commodity, greggio in testa, è un sintomo che l'economia mondiale ancora non è ancora del tutto uscita dalle difficoltà che hanno fatto seguito alla crisi post-Lehman. Più in particolare, il petrolio low cost comporta pèarecchi problemi per tante società estrattrici che hanno fatto pesante ricorso ai titoli ad alto rendimento per finanziarsi.

2)Crisi del mercato dei bond high yield: Un problema strettamente legato al precedente, dato il pesante utilizzo delle obbligazioni ad alto rischio da parte dei produttori di shale oil negli Stati Uniti. L'aumento dell'avverisone al rischio in conseguenza del calo delle commodity, e le difficoltà del fondo Third Avenue Focused, focalizzato sui crediti deteriorati, hanno innescato un'ondata di vendite su questa asset class.

3)Incertezza circa la decisione della Fed sui tassi: Per molti operatori l'aumento di 25 centesimi del tasso di riferimento che la banca centrale Usa potrebbe decidere domani dovrebbe porre fine a una fase di accentuata volatilità dei mercati. Ma non sono pochi gli osservatori secondo i quuali l'inflazione negli Usa non è a livelli tali da giustificare un aumento, e l'eventuale aumento avverrebbe troppo tardi, magari proprio in coincidenza con la crisi del mercato dei junk bond, che magari richiederebbe un atteggiamento accomodante.

4) Scadenze tecniche a Wall Street: Sono in scadenza opzioni e future sia sugli indici che su singole azioni. Quando si verificano queste concomitanze generalmente aumenta la volatilità.


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