Gas Plus (GSP)

Gas, sette ragioni per cui scende e un warning importante

I prezzi sono in contrazione del 15% da inizio 2023 e di quasi il 50% nell’ultimo mese, inferiori dell’80% rispetto ai livelli record di 350 euro raggiunti ad agosto.
Ecco perché

I prezzi sono in contrazione del 15% da inizio 2023 e di quasi il 50% nell’ultimo mese, inferiori dell’80% rispetto ai livelli record di 350 euro raggiunti ad agosto. Ecco perché | Gas, a dicembre rincari in bolletta del 23,3%

I prezzi del gas naturale in Europa sono di nuovo in calo al TTF di Amsterdam, -3,5% a 69,75 euro per megawatt ora, avevano aperto con una flessione del 6%. Si trovano in ogni caso sotto i valori di febbraio 2022, prima dell'inizio della guerra in Ucraina. Una notizia positiva per le borse, il Ftse Mib sale dello 0,7% mercoledì 4 gennaio.

I prezzi sono in contrazione del 15% da inizio 2023 e di quasi il 50% nell’ultimo mese, inferiori dell’80% rispetto ai livelli record di 350 euro raggiunti ad agosto.

Le 7 ragioni per cui il gas è in calo 🥸

Sono diverse le ragioni del calo del gas.

Da un lato le importazioni record di Gnl

e le scorte più piene del normale alleviano le preoccupazioni per le carenze.

La terza ragione per la flessione continua dei prezzi del gas è l'inverno mite, cui sommare l'aumento della produzione di energia dal vento (quarto motivo) e le minori esportazioni verso la Francia (quinto) che hanno consentito alla Germania di rifornire gli impianti di stoccaggio.

Allo stesso tempo, le forniture dalla Russia inviate attraverso l'Ucraina risultano stabili (sesto) e le previsioni meteorologiche indicano temperature da normali a superiori alla media fino almeno a metà gennaio. A questo si aggiungano i timori dei mercati per una recessione economica innescata da una Fed troppo falco (settimo) che stanno tenendo sotto pressione il petrolio (Wti -1,8% a 75,66 dollari il barile).

Sul fronte politico, i leader dell'Ue hanno raggiunto un accordo per limitare i prezzi del gas naturale, se i valori sul contratto TTF olandese del primo mese superano i 180 euro per megawatt all'ora per tre giorni e se il prezzo del Gnl è superiore a 35 euro. Considerando l'intero 2022, i prezzi del gas naturale in Europa sono aumentati di quasi il 14%.

Ma non è tutto oro quel che luccica...

«La media dei prezzi di dicembre è di 117 per megawattora, mentre ora sembrano assestarsi intorno ai 70-80. Se così fosse a gennaio avremo un calo della bolletta gas dell'ordine del 30%. Ma il bicchiere è anche mezzo vuoto, perchè l'inverno non è finito e se arriverà il freddo allora il razionamento è probabile», avverte Davide Tabarelli, fondatore e presidente di Nomisma Energia.

«La domanda col freddo arriva a 400 milioni di metri cubi giorno e le scorte, anche se altissime, non possono erogare più di 150 milioni giorno, con il resto che è coperto dalle importazioni», prosegue l’esperto. Che sottolinea come «l'ultima volta che abbiamo raggiunto quei livelli, a metà gennaio dell'anno scorso, la Russia ci dava 110 milioni al giorno e se manca questa è impossibile coprire interamente la domanda».

«Per il momento ci arrivano sempre 20 milioni al giorno dalla Russia. Più del tetto ai prezzi, conta che i tedeschi da poche ore abbiano cominciato a ricevere gas liquefatto dagli Usa, al terminale di Wilhelmshaven, realizzato in sei mesi con una velocità da Blitzkrieg», riprende Tabarelli.

Per l'Italia la notizia non è poi così positiva, aggiunge, perché «evidenzia i nostri soliti ritardi, in particolare sul progetto di Piombino», conclude l'esperto. (riproduzione riservata)

Gas, sette ragioni per cui scende e un warning importante

I prezzi sono in contrazione del 15% da inizio 2023 e di quasi il 50% nell’ultimo mese, inferiori dell’80% rispetto ai livelli record di 350 euro raggiunti ad agosto. Ecco perché | Gas, a dicembre rincari in bolletta del 23,3% | Snam: scorte di gas in aumento per un inverno in sicurezza

Gas, il prezzo cade sotto 43 euro.
Mosca si rivolge a tutti gli azionisti per risolvere il problema dei gasdotti Nord Stream

Il portavoce del Cremlino, Peskov, chiarisce che spetta a tutti gli azionisti decidere se i gasdotti Nord Stream danneggiati dalle esplosioni lo scorso anno debbano essere messi fuori servizio. La Russia, intanto, deve fare i conti con un deficit di bilancio in aumento a 34,19 miliardi di dollari nei primi due mesi dell'anno | VIDEO Arriva il monito di Goldman Sachs: il prezzo del petrolio potrebbe toccare i 100$ al barile | Nord Stream: la Russia sigillerà i gasdotti danneggiati, nessun riavvio

Continua a scendere il prezzo del gas naturale europeo, sotto quota 45 euro a megawattora. Nel dettaglio, ad Amsterdam, il future Ttf ad aprile lascia sul terreno il 4,85% a 42,79 euro, sui livelli di fine gennaio 2022, di riflesso anche alle previsioni di un clima meno freddo del previsto. Dal picco di 340 euro a megawattora, segnato alla fine dello scorso agosto in scia al taglio delle forniture russe dopo l’invasione dell’Ucraina, il gas ha perso l'87% del suo valore per effetto di un inverno mite, della riduzione dei consumi, della diversificazione degli approvvigionamenti e di un ricorso più massiccio al gas naturale liquefatto. Fattori che hanno, almeno per ora, scongiurato il rischio di una crisi energetica in Europa.

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Mosca: spetta a tutti gli azionisti prendere una decisione sul futuro dei gasdotti Nord Stream

Mentre il Cremlino ha fatto sapere che spetta a tutti gli azionisti decidere se i gasdotti Nord Stream danneggiati dalle esplosioni lo scorso anno debbano essere messi fuori servizio. La scorsa settimana fonti vicine al dossier hanno detto all’agenzia Reuters che i gasdotti danneggiati Nord Stream 1 e 2 costruiti dalla russa Gazprom sono destinati a essere sigillati senza essere più utilizzati perché non ci sono piani immediati per ripararli o riattivarli. In merito oggi, 6 marzo, il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha spiegato che «questa è una decisione che dovrebbe essere presa collegialmente da tutti gli azionisti», precisando che il Cremlino non avrebbe fornito alcuna raccomandazione a Gazprom sul futuro dei gasdotti. Oltre al gigante statale russo, gli azionisti di Nord Stream AG, l'operatore svizzero di Nord Stream 1, sono Engie, Gasunie, Wintershall Dea ed E.On.

Il deficit di bilancio della Russia sale a 2,58 trilioni di rubli

• Leggi anche: La Russia perde 25 miliardi di entrate energetiche

Ma la Russia deve fare anche i conti con un deficit di bilancio in aumento a 2,58 trilioni di rubli (34,19 miliardi di dollari) nei primi due mesi dell'anno, come ha reso noto oggi, 6 marzo, il ministero delle Finanze, poiché Mosca ha aumentato drasticamente le spese, mentre le entrate sono diminuite a causa del crollo degli incassi di petrolio e gas. L'anno scorso l'economia russa si è dimostrata inaspettatamente resistente di fronte alle sanzioni occidentali, ma il ritorno ai livelli di prosperità precedenti al conflitto in Ucraina potrebbe essere lontano, dato che la spesa pubblica è sempre più indirizzata verso la Difesa e i price cap fissati dall’Ue comprimono i guadagni.

I dati preliminari del ministero delle Finanze russo hanno mostrato che le entrate da petrolio e gas sono state inferiori del 46,4%, pari a 947 miliardi di rubli nel periodo gennaio-febbraio, rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, e che le entrate complessive del mese sono diminuite del 24,8%. Al contrario, la spesa è aumentata del 51,5% nei primi due mesi del 2023 a 5,74 trilioni di rubli. Nello stesso periodo dell'anno scorso, la Russia aveva registrato un surplus di 415 miliardi di rubli.

Occhio alle prossime mosse della Banca centrale russa

I dati di oggi suggeriscono che il deficit di bilancio mensile si è ridotto a 821 miliardi di rubli a febbraio rispetto al record di 1,76 trilioni di rubli di gennaio. Il contenimento del deficit potrebbe attenuare le preoccupazioni del mercato per un inasprimento della politica monetaria. La Banca centrale russa aveva, infatti, avvertito che un ulteriore ampliamento del deficit poteva costringerla ad aumentare i tassi di interesse dagli attuali livelli del 7,5%. L’Istituto centrale russo si riunirà il prossimo 17 marzo. Finora la Russia è riuscita a dirottare le esportazioni di petrolio dall'Europa, soprattutto verso l'India, la Cina e la Turchia, che hanno acquistato barili a basso costo nonostante il tetto di 60 dollari imposto dal G7 al prezzo del greggio russo. (riproduzione riservata)

Orario di pubblicazione: 06/03/2023 14:28
Ultimo aggiornamento: 06/03/2023 16:47